Fatti e misfatti dell’uso delle preferenze
PIOMBINO 8 giugno 2015 — Era dal 2000 che in Toscana gli elettori non avevano più a disposizione il sistema delle preferenze per la scelta dei consiglierei regionali. Quest’anno era consentito esprimerne una o due. In questo caso doveva però essere rispettata la rappresentanza di genere, ovvero si doveva scegliere un uomo e una donna pena l’annullamento della seconda preferenza in ordine di lista.
Come si vede dalla tabella sottostante le preferenze sono state utilizzate in Val di Cornia in misura maggiore che in provincia di Livorno e in Toscana da Partitto democratico e Forza Italia. Alcuni candidati locali di questi partiti hanno fatto la differenza (https://www.stileliberonews.org/i‑risultati-delle-elezioni-regionali-in-val-di-cornia/). Siccome la partecipazione elettorale si è ridotta e i risultati ottenuti da questi partiti non sono superiori alle precedenti elezioni abbiamo il caso tipico già più volte verificatosi in tante elezioni per cui le preferenze hanno comportato una campagna elettorale più rivolta alla ricerca di preferenze all’interno di scelte di partito già deteminate che alla ricerca di voti aggiuntivi per il partito. È il caso contario a quello che si è verificato per liste come Movimento 5 Stelle, Lega Nord, e Fratelli d’Italia.
Il sistema della doppia preferenza in Val di Cornia è stato molto utilizzato (https://www.stileliberonews.org/i‑risultati-delle-elezioni-regionali-in-val-di-cornia/) sopratutto dal Partito democratico e Sì Toscana, tant’ è che proprio per effetto di un accordo preventivo abbiamo il caso per cui una candidata Pd pressochè sconosciuta ha accumulato un notevole numero di preferenze. Ma situazioni simili, magari rovesciate, si sono verificate in altre zone. Dai risultati i finali dei consiglieri eletti (due maschi) non sembra che il meccanismo, creato per salvaguardare la parità di genere abbia funzionato, per cui rimane il dubbio che questo meccanismo crei più problemi di quanti ne risolva.