Feste e giochi di prestigio ma tutto come prima

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PIOMBINO 23 luglio 2014 — Una cit­tà in ginoc­chio, eppure sem­bra che non sia cam­bi­a­to nul­la, tut­to rimas­to come nel pas­sato.
Oltre 50 giorni di feste di par­ti­to, neanche a Reg­gio Emil­ia osano tan­to, pena una som­mossa popo­lare da parte degli eser­centi.
Con­tin­u­ano le sceneg­giate con illu­sioni che non han­no né gambe né coda, ma ora­mai non vi è nes­suna inibizione e nes­sun rispet­to per le per­sone.
All’Elba si rin­forzano i servizi ospedalieri e tor­na la sede dis­tac­ca­ta del Tri­bunale, a Piom­bi­no ci stan­no por­tan­do via anche le lacrime, ma tut­to tace.
Purtrop­po qui man­ca il sen­so di comu­nità, è inutile che qual­cuno sbraiti, alla fine rischia di pas­sare per gufo o mena­gram­mo, ques­ta è la men­tal­ità dif­fusa.
La vicen­da del­la cen­trale a car­bone ne è l’esempio: un nuo­vo prog­et­to faraon­i­co con un ipoteti­co investi­tore che nes­suno conosce.
Dopo le vicende di Khaled e del­la Con­cor­dia, che ci han­no resi ridi­coli in tut­to il mon­do, i giochi di pres­ti­gio non sono fini­ti.
L’offerta vin­colante di Jin­dal è ben poca cosa al momen­to, ma si cer­ca di illud­ere che con la cen­trale a car­bone arriver­an­no COREX e forno elet­tri­co, come se tut­to fos­se già scrit­to.
Non dimen­tichi­amo gli attac­chi al com­mis­sario Nar­di con accuse pesan­tis­sime, per­ché con ragione non si fida­va degli ara­bi, e cer­ca­va di evitare che le poche risorse del­lo sta­bil­i­men­to Luc­chi­ni evap­o­rassero inutil­mente per un impianto des­ti­na­to a morire.
Nel frat­tem­po l’indotto è al col­las­so, qual­cuno non riscuote, e molti altri devono accon­tentar­si di un salario ridot­to garan­ti­to dagli ammor­tiz­za­tori sociali.
Non dimen­tichi­amo il crol­lo dei con­su­mi che stan­no colpen­do tut­to il terziario con pesan­tis­sime riper­cus­sioni eco­nomiche e finanziarie, vis­to che quan­do si chi­ude un’attività vi è sem­pre un pesante indeb­ita­men­to.
Ora bas­ta con le illu­sioni e con fan­tomati­ci investi­tori, è il momen­to del­la con­cretez­za, ma soprat­tut­to non potran­no esser­ci più deroghe al ricat­to del lavoro.
Il futuro si costru­isce con i pic­coli pas­si, ma con l’ambizione di essere comu­nità, affi­dan­do alle men­ti migliori ed ai più com­pe­ten­ti una piani­fi­cazione che a lun­go ter­mine ci dia sper­an­za di soprav­viven­za.

Lui­gi Cop­po­la, Seg­rete­ria Provin­ciale UDC

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