Finanziati due soli progetti formativi per disoccupati
PIOMBINO 15 marzo 2017 – La Regione Toscana ha finanziato cinquantatré progetti di formazione professionale nell’intero territorio toscano a seguito dell’ avviso del 20 luglio 2016 per la concessione di finanziamenti di progetti di formazione per l’inserimento lavorativo, in particolare a livello territoriale e a carattere ricorrente.
Solo due sono stati approvati e finanziati nel territorio di Piombino/Portoferraio, costituito dai Comuni di Piombino, San Vincenzo, Sassetta, Suvereto, Campiglia Marittima, Portoferraio, Marciana, Marciana Marina, Campo nell’Elba, Rio Marina, Rio nell’Elba, Capoliveri, Porto Azzurro:
Altri due progetti sono risultati non finanziabili per esaurimento risorse insieme ad altri novantanove:
Un progetto è risultato non finanziabile per mancanza del raggiungimento della soglia minima di punteggio insieme ad altri trentasei:
Per avere un termine di paragone con le altre due zone di crisi industriale complessa si consideri che nella zona Livorno/Val di Cecina, costituita dai Comuni di Collesalvetti, Capraia Isola, Livorno, Cecina, Rosignano Marittimo, Castagneto Carducci, Bibbona, ne sono stati finanziati cinque e nella zona di Massa, costituita dai Comuni di Massa, Carrara, Fosdinovo, Montignoso, ugualmente ne sono stai finanziati cinque.
L’avviso regionale nasceva dalla convinzione che “la forte diversificazione del contesto economico, sociale e produttivo della Regione Toscana implica, in termini di educazione, istruzione, formazione ed occupazione, la formulazione di programmi specificatamente studiati sulle esigenze delle diverse aree territoriali, che messi a sistema costituiscono la risposta per combattere ed arrestare le sacche di disoccupazione e inattività”.
Per questo sempre la Regione Toscana considerava l’avviso di chiamata di progetti come uno strumento attraverso il quale individuare offerte formative calibrate sulle necessità e le richieste occupazionali di specifici territori, in cui il tessuto economico locale ha un peso specifico, creando risposte immediate alle esigenze produttive, innalzando le competenze e rafforzando l’occupabilità.
L’avviso di chiamata per il finanziamento di interventi di formazione territoriale avrebbe tenuto conto delle esigenze provenienti dai territori e dalle reti locali, ed in particolare del mondo produttivo, che avrebbe dovuto avere un ruolo di prim’ordine nell’individuazione delle esigenze formative al fine di incrementare l’occupabilità dei soggetti.
I destinatari degli interventi dovevano essere persone che necessitavano di azioni formative per ridurre il divario tra le competenze richieste dalle imprese e quelle possedute, per l’inserimento lavorativo e cioé
- disoccupati, inoccupati, inattivi iscritti a uno dei Centro per l’impiego,
- residenti o domiciliati in un Comune della Toscana e se cittadini non comunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno che consentisse attività lavorativa;
- con oltre i 18 anni di età.
I progetti potevano essere presentati ed attuati da organismi formativi accreditati dalla Regione.
La risposta della Val di Cornia è stata del tutto insufficiente rispetto alle esigenze che esistevano ed esistono sia in termini di disoccupazione, superiori, da tempo ai livelli regionali, sia in termini di ampiezza delle qualifiche professionali non esistenti.
Tolto l’ottimismo sulle imprese che si insedieranno nel territorio da ora al 2020, non c’è che da condividere la recente osservazione dell’assessore allo sviluppo economico del Comune di Piombino, Stefano Ferrini, così formulata: «Ci sono persone fuoriuscite dal ciclo produttivo siderurgico che offrono il loro lavoro chi grazie ad ammortizzatori sociali, chi grazie solo ai propri sforzi. Ci sono imprese che si insedieranno nel triennio 2017/2020 e che avranno bisogno di lavoratori formati. Ci sono risorse messe a disposizione dalla Regione per formare persone e per favorire l’insediamento di nuove imprese e lo sviluppo di quelle esistenti. Dobbiamo incrociare e far incontrare queste esigenze usando queste risorse. È una sfida non facile, ma è una opportunità assolutamente da cogliere per rilanciare Piombino e la Val di Cornia. Con il concorso di tutti».
Rimane ovviamente da chiarire quali azioni concrete il Comune di Piombino e gli altri della Val di Cornia hanno intenzione di portare avanti, al di là di appelli e convegni, per fare della formazione professionale un asse tra i più importanti della propria strategia.
A cominciare, ad esempio, dall’utilizzazione di una rilevante struttura come quella del BIC di Venturina di proprietà pubblica, nata con funzioni eminentemente formative, ma inutilizzata ormai da anni.
(Foto di Pino Bertelli)
A conferma di quanto abbiamo scritto il BIC di Venturina è stato messo in vendita a pezzi da Sviluppo Toscana, società in house della Regione Toscana, (http://www.sviluppo.toscana.it/avviso_dismissione):
— LOTTO 1: un edificio di due piani fuori terra, denominato “Palazzo servizi”;
— LOTTO 2: un fabbricato di un piano fuori terra, denominato “Incubatore imprese di servizio” suddivisibile ed alienabile in due moduli/LOTTI (LOTTO 2A e LOTTO 2B) separati di pari metratura;
— LOTTO 3: un fabbricato, tipo capannone industriale, denominato “Incubatore imprese artigianali”;
— LOTTO 4: un’area di terreno edificabile, situata all’interno del lotto del complesso;
— aree esterne di pertinenza ai fabbricati, dedicate alla viabilità carrabile e pedonale, a stalli per auto e mezzi commerciali ed a verde (aiuole e siepi).
Nessun problema per i Comuni della Val di Cornia.