Sfogliando il taccuino del vostro cronista
I ventuno ministri di Enrico Letta
È nato il primo governo Letta. Ventuno i ministri di cui sette donne, con un’età media di 53 anni. Letta ha scelto sette ministri del suo partito, il Pd, e cinque del Pdl. Il ministro più giovane (37 anni) è Nunzia De Girolamo del Pdl, titolare delle Politiche agricole, mentre il più anziano è Fabrizio Saccomanni, 71 anni, già direttore generale di Bankitalia; guiderà l’economia e le finanze. Nel gabinetto Letta anche un ministro di colore, il primo dalla nascita della Repubblica; è Cecile Kyenge del Pd, di origine congolese. Non la sola, per così dire, “straniera”. Alla Kyenge fa infatti compagnia l’ormai italianissima Josefa Idem, campionessa olimpica, nata in Germania.
La nascita del nuovo esecutivo è stata salutata con questa dichiarazione dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “È l’unico governo possibile, ringrazio Enrico Letta e auspico che questo governo lavori insieme senza pregiudiziali e con il massimo impegno per rispondere al Paese, in spirito di assoluta coesione”.
Ecco la formazione completa del gabinetto Letta:
Presidente del consiglio – Enrico Letta
Sottosegretario alla Presidenza del consiglio — Filippo Patroni Griffi
Interni e vicepremier- Angelino Alfano
Difesa — Mario Mauro
Esteri — Emma Bonino
Giustizia - Anna Maria Cancellieri
Economia - Fabrizio Saccomanni
Riforme istituzionali — Gaetano Quagliariello
Sviluppo — Flavio Zanonato
Trasporti-Infrastrutture - Maurizio Lupi
Politiche agricole - Nunzia Di Girolamo
Istruzione, università e ricerca- Maria Chiara Carrozza
Salute — Beatrice Lorenzin
Lavoro e politiche sociali — Enrico Giovannini
Ambiente — Andrea Orlando
Beni culturali e turismo- Massimo Bray
Coesione territoriale — Carlo Trigilia
Affari europei — Enzo Moavero Milanesi
Affari regionali — Graziano Delrio
Pari opportunità, sport, politiche giovanili — Josefa Idem
Rapporti con il parlamento - Dario Franceschini
Integrazione - Cecile Kyenge
Pubblica amministrazione- Giampiero D’Alia
Meglio abolirle le province
La sindaca di Campiglia Rossana Soffritti interpellata dalla commissione speciale istituita dal Consiglio Comunale di Piombino per istruire il possibile ingresso nella provincia di Grosseto ha preso le distanze da quest’ipotesi. «..Entrando nel merito dell’iniziativa formale di avvio della procedura per il passaggio dalla Provincia di Livorno a quella di Grosseto, ha detto la sindaca, ritengo non sia la priorità in un momento storico che si prospetta denso di profonde revisioni degli assetti istituzionali. Ornai trasversalmente si ritiene che il sistema delle province vada superato con un forte accorpamento delle stesse o, più verosimilmente, con una loro soppressione…».
Sempre secondo la sindaca poiché ci sarà bisogno di definire ambiti territoriali intermedi che condividano strategie in materia di infrastrutture, portualità, sanità, agricoltura, turismo sarebbe meglio inizire subito un percorso serio, istituzionalmente organizzato con forme idonee, che leghino Piombino e la Val di Cornia con l’Alta Maremma.
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L’ isola d’Elba dice no al Comune unico
Il referendum per il Comune unico all’isola d’Elba si è chiuso con un risultato schiacciante a favore del no alla legge di iniziativa popolare. I dati, in attesa di essere ufficializzati, parlano di un totale di 11866 votanti, per un affluenza di circa il 42%. Il sì è stato votato da 4705 cittadini (circa il 39,6%), per il no si sono espressi 7161 cittadini (60,3%). Il progetto di fusione di otto comuni in uno, insomma, è fallito. Portoferraio è il solo Comune dove ha prevalso il sì, ma negli altri sette comuni il no ha vinto in modo schiacciante. C’è da chiedersi come si potesse pensare, dopo anni ed anni di fallimenti di soluzioni e di gestioni sovracomunali e di eterno dissenso pressoché su tutto, che fosse realizzabile ipso facto un obiettivo magari giusto e necessario ma certamente difficile. Probabilmente ciò che è successo indica che decisioni di questo tipo non possono che essere il coronamento di un lavoro, magari lungo ma paziente, che avvicina alla meta con l’esempio di realizzazioni che concretamente mostrano e fanno vivere la bontà del decidere e del gestire insieme. Cosa confermata del resto dal fatto che invece nei comuni di Fabbriche di Vallico e Vergemoli, Incisa e Figline, Castelfranco di Sopra e Pian di Sco’ sempre in analoghi referendum si è vista la vittoria del sì.
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