Gli sfalci distruttivi della vegetazione ripariale

· Inserito in Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 6 luglio 2018 — Le Asso­ci­azioni ambi­en­tal­iste del­la Toscana, Lipu insieme a Fai, Italia Nos­tra Toscana, Legam­bi­ente, Wwf e Altura, lan­ciano l’allarme con­tro i tagli di alberi e veg­e­tazione arbus­ti­va e erbacea negli ambi­en­ti flu­vi­ali e nelle zone umide in diverse zone del­la Regione, che sono avvenu­ti anche nelle scorse set­ti­mane, nel pieno del­la sta­gione ripro­dut­ti­va degli ani­mali. La manuten­zione ordi­nar­ia dei cor­si d’acqua viene svol­ta dai Con­sorzi di bonifi­ca e attua­ta con “azioni pro­gram­mate di sfal­cio del­la veg­e­tazione e rimozione di ogni pos­si­bile osta­co­lo al cor­ret­to deflus­so delle acque”. Al con­trario, la veg­e­tazione riparia non può essere con­sid­er­a­ta un osta­co­lo, in quan­to svolge numerose fun­zioni per il man­ten­i­men­to dell’integrità dell’ecosistema flu­viale, ivi com­pre­so il ral­len­ta­men­to dei deflus­si impor­tante per la riduzione del­la peri­colosità idrauli­ca, come si evince dal­la let­ter­atu­ra tec­ni­co­sci­en­tifi­ca.
Anche il Piano di Baci­no, in relazione alla riduzione del ris­chio idrauli­co, pre­scrive che il con­trol­lo del­la veg­e­tazione dovrebbe essere effet­tua­to dietro dimostra­ta neces­sità, con tagli selet­tivi e rispet­tosi dell’ambiente e lim­i­tata­mente a quel­la veg­e­tazione che risul­ti a ris­chio erad­i­cazione durante le piene. I lavori ese­gui­ti negli ulti­mi anni, con con­seguente dis­truzione del­la veg­e­tazione ripar­i­ale, han­no por­ta­to come risul­ta­to alla trasfor­mazione dell’Arno e dei cor­si d’acqua minori in canali total­mente privi di alberi, arbusti, can­neti. Si trat­ta di una dis­truzione dell’habitat, e quin­di di un dan­no al pae­sag­gio ed alla bio­di­ver­sità, che dur­erà nel tem­po. A questo si aggiunge il dis­tur­bo alla fau­na, e quan­do gli sfal­ci sono effet­tuati nei mesi pri­maver­ili, ven­gono sac­ri­fi­cate intere gen­er­azioni di uccel­li, e non solo (far­falle ed altri inset­ti, pic­coli mam­miferi, ret­tili). A ris­chio sono i nidi con uova e nidi­a­cei di specie quali Ger­mano reale, Tuffet­to, Gallinel­la d’acqua, Usig­no­lo di fiume, Can­naio­la, Cannarec­cione, e in alcu­ni luoghi è sta­to com­pro­mes­so anche l’habitat per l’Airone rosso, il Fal­co di palude, la Ghi­anda­ia mari­na ed altre specie pro­tette.
Ricor­diamo che la fau­na sel­vat­i­ca è pat­ri­mo­nio indisponi­bile del­lo Sta­to ed è tute­la­ta dal­la legge 157/92. Anche la legge regionale Toscana 30/2015, all’articolo 79, fa divi­eto di dete­ri­o­rare e dis­trug­gere i siti di ripro­duzione o di riposo degli uccel­li. Nel pas­sato, la delib­era di Con­siglio Regionale n. 155/1997, art. 4.1 sul­la manuten­zione del­la veg­e­tazione, pre­scrive­va che “i tagli di veg­e­tazione in alveo devono essere effet­tuati preferi­bil­mente nel peri­o­do tar­doau­tun­nale e inver­nale, esclu­den­do tas­sati­va­mente il peri­o­do mar­zo-giug­no in cui è mas­si­mo il dan­no all’avifauna nid­i­f­i­cante”. A par­tire dal 2016, invece, la Giun­ta Regionale ha approva­to ogni anno con delib­era speci­fi­ca le modal­ità oper­a­tive dei Con­sorzi, rin­negan­do la prece­dente delib­era di Con­siglio e dan­do via lib­era ai lavori anche nel peri­o­do antecedente al 30 giug­no (ad esclu­sione dei trat­ti rica­den­ti all’interno dei siti Natu­ra 2000 e Aree pro­tette) lim­i­tan­dosi a pre­scri­vere che “devono essere adot­tati accorg­i­men­ti utili per pre­venire dan­ni all’ambiente e in par­ti­co­lare alla fau­na nid­i­f­i­cante”. Tale pre­cisazione non può però trovare un riscon­tro con­cre­to, in quan­to le specie che vivono lun­go le rive dei fiu­mi costru­is­cono nidi molto pic­coli e dif­fi­cili da indi­vid­uare. L’unico accorg­i­men­to real­mente effi­cace sarebbe la pre­sen­za di orni­tol­o­go durante i lavori, da eseguire comunque con tagli selet­tivi e non con macchi­nari pesan­ti ton­nel­late e muni­ti di barre fal­cianti che smin­uz­zano tut­to quan­to incon­tra­no. In ogni caso, questo genere di inter­ven­ti in peri­o­do pri­maver­ile, per il loro altissi­mo impat­to, andrebbe lim­i­ta­to alle sole situ­azioni di som­ma urgen­za. Se appare com­pren­si­bile la mes­sa in sicurez­za idrauli­ca e la fruibil­ità delle sponde nei trat­ti cit­ta­di­ni, le Asso­ci­azioni ambi­en­tal­iste non con­di­vi­dono l’avere pos­to in dis­parte la tutela dei cor­si d’acqua in oltre l’80% del ter­ri­to­rio regionale (quel­lo ester­no ad aree pro­tette e siti Natu­ra 2000), nonos­tante questi rap­p­re­senti­no cor­ri­doi eco­logi­ci, ric­chi di bio­di­ver­sità. Si sol­lecitano per­tan­to gli enti pre­posti (Regione, Genio Civile, Con­sorzi) a perseguire l’obiettivo pri­mario di con­cil­iare sicurez­za e ges­tione dei cor­si d’acqua e delle zone umide, in ottem­per­an­za alle Diret­tive europee Allu­vioni, Acque, Uccel­li, Habi­tat, per il rispet­to del pat­ri­mo­nio nat­u­rale. L’et­i­ca e il rispet­to del­la vita e del­la natu­ra nel­la sua interez­za, nonché del­la sen­si­bil­ità di gran parte dei cit­ta­di­ni, richiedono l’at­ten­zione di chi opera in questo cam­po, tan­to più che ciò avviene con i sol­di pub­bli­ci.

LIPU
ALTURA
FAI TOSCANA
ITALIA NOSTRA TOSCANA
LEGAMBIENTE TOSCANA
WWF TOSCANA

Commenta il post