A Grieco e Bellanova che si occupano dell’indotto
PIOMBINO 10 gennaio 2018 — Egregio viceministro Teresa Bellanova, da quasi trenta anni siamo le lavoratrici degli appalti di mensa e pulizie della ex Lucchini, oggi Aferpi. Forse si ricorderà quando è venuta a Piombino e ci ha incontrate. Noi ricordiamo bene le sue parole e la sua disponibilità ad ascoltarci
. Tra l’altro dopo poco il nostro incontro le stesse richieste furono portate, dalle nostre segreterie sindacali, al tavolo dell’indotto che lei come viceministro ha organizzato a Roma. Come temevamo già nel nostro incontro, abbiamo sì ottenuto ammortizzatori in virtù della committente ma solo in un primo momento della stessa durata dei colleghi metalmeccanici. Infatti dopo due mesi dal decreto che autorizzava la cassa integrazione straordinaria il ministero è intervenuto nuovamente con un annullamento di quanto concesso. Le lasciamo immaginare la reazione quando abbiamo appreso la notizia. Come conseguenza di questo annullamento è stata applicata la normativa che con il biennio vede la fine della cassa integrazione e quindi con il mese di dicembre abbiamo terminato l’ammortizzatore che ci permetteva di conservare quel poco di lavoro rimasto! Non solo, ma è stata pure aperta la procedura di licenziamento. Fino ad oggi non ci siamo e non ci vogliamo arrendere. Abbiamo chiesto un supporto alla Regione che nella figura dell’assessora Grieco ha dato la sua disponibilità ad approfondire la questione. Ci siamo permesse di scrivere a lei perché sappiamo che come lavoratrice e donna sa bene quanto sia difficile, ad una età non più giovanissima come la nostra, ricollocarsi nel mondo del lavoro, per di più in un’ area di crisi complessa come la nostra. Egregio ministro perché se siamo in un’area di crisi non ci sono normative appropriate ? Perché non possiamo compensare quella parte di orario mancante, a causa della contrazione della committente, con l’ammortizzatore? Noi chiediamo solo di avere pari opportunità dei colleghi metalmeccanici. Per completezza le rubiamo altri due minuti del suo tempo solo per dirle che il ministero suggerirebbe l’utilizzo della cassa integrazione per le aree di crisi complessa per le aziende che non hanno altri ammortizzatori. Però il nostro ammortizzatore è legato alla committente e se i servizi sono contratti perché la committente lavora meno è chiaro che siamo in tutto e per tutto legati dalla stesso destino e come abbiamo diritto all’ammortizzatore in virtù della committente anche la sua durata deve poter essere la stessa. Tra l’altro ci risulta che nel 2015 il ministero con un interpello avesse già riconosciuto, alle aziende dei servizi, questa proroga, perché allora tornare proprio ora indietro? Ci scusiamo per la lunghezza di questa lettera ma noi ci teniamo al nostro lavoro e lo difenderemo fino a quando ci sarà la speranza di una possibile ripresa. Confidiamo nel suo aiuto e la invitiamo a tornare a trovarci nel nostro amato territorio .
Le RSA e le lavoratrici indotto Aferpi