LE PREVISIONI DEL MASTERPLAN DI AFERPI PER L'INDUSTRIA E LA CITTà

Griffe d’alta moda e triturazione di semi oleosi

PIOMBINO 6 mar­zo 2016 — Sul pal­cosceni­co delle pre­vi­sioni urban­is­tiche di Piom­bi­no è sal­i­to un altro attore: Afer­pi. Ha por­ta­to con sé il Mas­ter­plan e le pro­poste ter­ri­to­ri­ali con­seguen­ti al suo piano indus­tri­ale (addirit­tura la Relazione tec­ni­ca affer­ma che “rap­p­re­sen­ta plani­met­ri­ca­mente la fase genet­i­ca del piano indus­tri­ale”). Per la ver­ità già l’in­sieme delle pre­vi­sioni urban­is­tiche di Piom­bi­no era­no, così come Stile libero ha doc­u­men­ta­to, più che un pal­cosceni­co un car­a­vanser­raglio dove si mescola­vano, e si mescolano, inse­di­a­men­ti l’uno in con­trad­dizione con l’al­tro, ma quel­li pro­posti da Afer­pi non sem­pli­f­i­cano affat­to lo sce­nario, anzi lo com­pli­cano. Ci rife­ri­amo in par­ti­co­lare alla des­ti­nazione di quelle che ven­gono chia­mate le zone fil­tro, quelle com­p­rese, cioè tra il pre­vis­i­to inse­di­a­men­to agroin­dus­tri­ale e la cit­tà.
Vedi­amo di cosa si trat­ta.
La final­ità del mas­ter­plan è ambiziosa: «…Nel­l’am­bito del prog­et­to indus­tri­ale le scelte impiantis­tiche e infra­strut­turali si legano alla ricer­ca di una vir­tu­osa piani­fi­cazione che ten­da a ottimiz­zare il rap­por­to tra impre­sa e ter­ri­to­rio. Un intrec­cio inestri­ca­bile che può trovare soluzione non nel­lo sciogli­men­to e sep­a­razione dei vari aspet­ti, ma nel ten­ta­ti­vo di inte­grare ani­me dif­fer­en­ti di un ter­ri­to­rio forte­mente carat­ter­iz­za­to da con­trasti e armonie in appar­ente dis­ac­cor­do...».
Per rag­giun­gere questo fine ven­gono ricon­fer­mate sia le pre­vi­sioni siderur­giche, sia quelle agroin­dus­r­tri­ali sia quelle logis­tiche e por­tu­ali sec­on­do quan­to è sta­to pre­vis­to nel piano indus­tri­ale (si fa per dire ndr), arric­chi­to da pre­vi­sioni di asset­ti infra­strut­turali.
Il nuo­vo polo siderur­gi­co prevede la costruzione di una nuo­va acciaieria ottimiz­za­ta fino a due forni elet­tri­ci, met­al­lur­gia in siviera e colate con­tin­ue e un nuo­vo treno rotaie sposta­to a nord, nelle aree dove sor­gono i cosid­det­ti “nuovi impianti”.
Accan­to al siderur­gi­co, nelle zone dell’area a cal­do, dopo lo smon­tag­gio e lo sman­tel­la­men­to degli impianti, la creazione di un com­p­lesso di trit­u­razione di semi oleosi (3 mil­ioni di ton­nel­late) e di un com­p­lesso di raf­fi­nazione e trat­ta­men­to di oli veg­e­tali.
Non molto di nuo­vo, per la ver­ità, e las­ci­amo da parte per il momen­to la dub­bia fat­tibil­ità.
Ciò che c’è di nuo­vo, invece, sono le pro­poste per quelle che ven­gono chia­mate le “Fasce fil­tro urbane”, le zone, cioè, tra cit­tà e indus­tria
agroal­i­menta­re.
Las­ci­amo la paro­la al mas­ter­plan:
«…In tali aree ci sarà il ripristi­no dei per­cor­si tra il cen­tro stori­co e il quartiere Cotone, attra­ver­san­do le aree direzion­ali del sito, aree pen­sate per inte­grare preva­len­te­mente nuovi ambiti com­mer­ciali, arti­giana­to e pic­co­la indus­tria e ampi spazi a verde, che ten­derà a rin­sal­dare un legame tra tes­su­ti urbani inter­rot­to con le opere di indus­tri­al­iz­zazione e sban­ca­men­to del sec­o­lo scor­so.
Il prog­et­to, anco­ra in fase di affi­na­men­to, prevede l’in­ser­i­men­to di alcu­ni man­u­fat­ti arti­gianali o di pic­co­la indus­tria all’in­ter­no di un con­testo verde preva­len­te­mente a par­co urbano, carat­ter­iz­za­to dal­la pre­sen­za di cen­tri com­mer­ciali e servizi pri­vati alla cit­tà. Con l’am­biziosa volon­tà di richia­mare affer­mate realtà com­mer­ciali che imprezio­sis­cono le più bla­sonate realtà urbane, griffe che fun­gereb­bero da tes­ta di ponte per lo svilup­po di un ter­ri­to­rio ric­co di poten­zial­ità e ele­men­ti carat­ter­is­ti­ci, fusi in un unicum sin­go­lare e irripetibile…All’area a vocazione com­mer­ciale rap­p­re­sen­ta­ta nel Mas­ter­plan, è pre­vis­to di affi­an­care, in sin­er­gia fun­zionale, un area com­mer­ciale e di servizio nel­l’am­bito del­la cosidet­ta Cit­tà Futu­ra. Un polo polifun­zionale, sporti­vo e com­mer­ciale comunque a

L'ingresso dell'attuale stadio Magona

L’in­gres­so del­l’at­tuale sta­dio Mag­o­na

vocazione verde, che per­me­t­terebbe di lib­er­are aree urbane attual­mente occu­pate dal­la pisci­na comu­nale, dal­lo sta­dio Mag­o­na e da altre attrez­za­ture sportive, ridis­eg­nan­do cosi un tes­su­to urbano attual­mente sat­uro.…».
Dunque anche com­mer­cio con griffe di alto liv­el­lo (ulti­ma­mente molto evo­cate a Piom­bi­no) e tut­ti gli impianti sportivi dal­la sta­dio alla pisci­na comu­nale delo­cal­iz­za­ti da dove sono ora e col­lo­cati accan­to alla zona agroin­dus­tri­ale. Come si fac­cia a dire che questo è un dis­eg­no che fa i con­ti con le com­pat­i­bil­ità ter­ri­to­ri­ali ed ambi­en­tali e che non ci sia nes­suna dif­fi­coltà a met­tere insieme alta moda con trit­u­razione di semi oleosi e raf­fi­nazione e trat­ta­men­to di oli veg­e­tali, beh deve essere spie­ga­to molto ma molto bene.
In effet­ti una per­fet­ta con­ti­nu­ità polit­i­ca e cul­tur­ale, invece, c’è: è quel­la con la metodolo­gia e le pre­vi­sioni del rego­la­men­to urban­is­ti­co che prevede­va, e prevede tut­to­ra, tante e tali ricon­ver­sioni e ven­dite di edi­fi­ci pub­bli­ci e cam­bi­a­men­ti infra­strut­turali che gli han­no dato fin dal­l’adozione le carat­ter­is­tiche di uno stru­men­to urban­is­ti­co inat­tua­bile e ad oggi inat­tua­to.
Ed anche con quelle pre­vi­soni per Cit­tà futu­ra (Par­co Sci­en­tifi­co-tec­no­logi­co, Par­co del Fer­ro e dell’Acciaio, Par­co del Fer­ro e dell’Acciaio — Recu­pero edi­fi­cio Siviere, Par­co del­la Musi­ca e del­la Dan­za, Cen­tro civi­co di quartiere e Mer­ca­to rionale) la cui prog­et­tazione è costa­ta più di un mil­ione di euro sal­vo poi non farne niente e non uti­liz­zare nem­meno il con­trib­u­to regionale già stanzi­a­to.
Tut­to irre­al­iz­za­to e irre­al­iz­z­abile.
Nat­u­ral­mente il Comune di Piom­bi­no, o meglio il Nucleo di val­u­tazione per la VIA e la VAS, mette tra i pun­ti di forza del mas­ter­plan pro­prio queste pre­vi­sioni e giu­di­ca «…l’inse­di­a­men­to di fun­zioni arti­gianali, com­mer­ciali e di servizio “leg­gere” e quin­di la sot­trazione agli usi indus­tri­ali, deter­mi­nan­do le con­dizioni per una pos­si­bile inte­grazione fun­zionale con il com­par­to di Cit­tà futu­ra, in lin­ea quin­di con gli obi­et­tivi del­la piani­fi­cazione comu­nale…».
Che tut­to sia impos­si­bile e che dal pun­to di vista del­la cor­ret­tez­za e delle com­pat­i­bil­ità urban­is­tiche (impianti sportivi accan­to a trit­u­razione di semi oleosi e raf­fi­nazione e trat­ta­men­to di oli veg­e­tali, ripeti­amo) è un dub­bio che non viene a nes­suno.
Così come a nes­suno ven­gono in mente la quan­tità e la qual­ità delle boni­fiche nec­es­sarie e nes­suno ricor­da che la bonifi­ca di Cit­tà futu­ra ancorché finanzi­a­ta da tem­po è anco­ra nel mon­do dei sog­ni.
Che vuoi che sia, la con­ti­nu­ità del­l’in­no­vazione, direbbe il sin­da­co Giu­liani, è garan­ti­ta.
Sarebbe inter­es­sante sapere cosa ne pen­sa il nuo­vo asses­sore all’ur­ban­is­ti­ca, Car­la Maestri­ni.

Una risposta a “Griffe d’alta moda e triturazione di semi oleosi”

  1. Leonardo Mezzacapo says:

    L’ar­ti­co­lo è di grande inter­esse e fotografa la situ­azione com­p­lessi­va, come real­mente è dal­l’avven­to di Cevi­tal, con tutte le sue incertezze e prob­lem­atiche, rimar­can­do i for­ti dub­bi che aleg­giano nel­la tes­ta dei cit­ta­di­ni più atten­ti ed infor­mati. Per­sonal­mente cre­do che una vol­ta che, nel bene o nel male, si dipan­er­an­no le neb­bie che ora impedis­cono di vedere cosa farà real­mente Cevi­tal, tut­to dovrà essere riv­is­to, con seri­età e con i pie­di sal­da­mente anco­rati al ter­reno. Fan­tas­ti­care non serve!!

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