“Ha vinto l’insofferenza e chi l’ha cavalcata”
Eccoci qua, si sono concluse le elezioni e non sappiamo ancora quale sarà il prossimo governo: tipico dell’ Italia. La legge elettorale che non è stata cambiata ha prodotto una situazione di stallo che rende impossibile prevedere il futuro politico del paese.
Giacomo, studente del corso di Laurea Specialistica in Relazioni Internazionali della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Pisa
Dai dati elettorali emerge il successo del M5S, come valuti questo dato?
Questo dato è decisamente significativo. Benché molti elettori del movimento guidato da Beppe Grillo siano stati indotti a votarlo dall’insofferenza nei confronti della classe politica uscente, credo che il portavoce genovese abbia giocato un ruolo determinante nell’ascesa della sua formazione. Il popolo elettorale italiano conferma così la sua propensione a lasciarsi ammaliare da chi riesce bene a comunicare e — nel caso specifico di Grillo — scaldare gli animi. Per rendere bene l’idea, inviterei i lettori di Stile Libero ad immaginare un Antonio Ingroia come leader del M5S e a chiedersi se il movimento avrebbe ottenuto la stessa percentuale di voti ottenuti con Beppe Grillo portavoce. Questo per dire che il comico genovese ha costruito il suo consenso non tanto sui contenuti del programma o su una presunta ventata di novità — concretizzatasi nell’elezione di cittadini in Parlamento – ma, soprattutto, sulla sua manifesta abilità nel cavalcare l’onda dell’anti-politica (peraltro più che legittima), che investe la nostra società civile. Gli scandali dell’ultim’ora – che coinvolgono i rappresentanti politici dell’oramai Seconda Repubblica – non fanno che accrescere il suo bacino elettorale incantato dal demagogico “Tutti a casa!” e dall’orizzonte di ciò che parrebbe essere un nuovo modo democratico di fare politica relativamente al quale nutro diverse perplessità.
Molti giovani che votavano per la prima volta hanno votato per il M5S a cosa è dovuto, secondo te, questo fenomeno?
Credo che questo fenomeno sia indice della crisi delle ideologie. In passato i giovani tendevano ad esordire nel mondo della politica manifestando l’orientamento “assimilato” in famiglia e all’interno delle varie agenzie formative frequentate, ricollocandosi, perlopiù, sull’asse Destra-Sinistra. Il M5S, ad oggi, esce completamente dalla tradizione politica italiana – nonostante le critiche relative ad un’apparente carenza di democrazia interna al movimento e all’apertura a movimenti politici estremisti – ed il seguito che ha conseguito tra i giovani rivela una rottura con i vecchi schemi della politica italiana.
Dalla campagna elettorale sono emersi temi di attuale contingenza come tasse, lavoro, rimborso IMU, poco invece di altri argomenti proiettati versi un progetto di Paese ad esempio la scuola. A cosa è dovuto questo fatto, credi che manchi una “visione” negli attuali contendenti politici o credi che sia frutto della situazione attuale?
La campagna elettorale per le recenti elezioni politiche muoveva dal pretesto di voler restituire ai cittadini ciò che è stato tolto loro nel corso della precedente legislatura. I 13 mesi di Governo tecnico — caratterizzati dall’ “Austerity” imposta dalla crisi finanziaria e dagli anni di sprechi di denaro pubblico che l’hanno preceduta – sono stati individuati — dagli stessi esponenti della maggioranza che un tempo (neanche troppo lontano) appoggiava Monti — come il capro espiatorio del grande sacrificio richiesto ai cittadini italiani. Vien da sé che i “nuovi” attori politici si ponevano come i risolutori di ogni problema economico, strumentalizzando, a tal fine, un malcontento ampiamente diffuso, sino a sfiorare il paradosso (vedi proposta di rimborso IMU). L’elettore medio italiano è una preda facile da adescare dato che il suo interesse verso politica e la sua informazione, lasciano decisamente a desiderare.
Durante il governo Monti i partiti in parlamento avrebbero dovuto fare solo 3 importanti provvedimenti: legge anticorruzione, riduzione dei costi dei parlamentari, cambiare la legge elettorale. Neanche una delle tre è stata fatta, risultato: boom del M5S e ingovernabilità. Con quale modello elettorale vorresti votare alle prossime elezioni?
Data la frammentazione del nostro tessuto sociale credo che il sistema elettorale maggioritario-proporzionale sia quello più appropriato a patto che venga modificata la ripartizione di seggi al Senato. Non credo sia giusto che quest’ultima avvenga su base regionale. Lo scambio elettorale politico-mafioso deve essere contrastato dato che — a mio modesto parere — rappresenta un’importante fonte di voti per una formazione politica in particolare. Lo dimostrano i dati emersi dalle urne nelle Regioni in cui sono radicate le organizzazioni criminali di stampo mafioso. Aspetto che deve necessariamente essere preso in considerazione dalla legge anti corruzione che spero venga presto approvata.
Non è remota la possibilità che si debba tornare alle urne presto. Voteresti di nuovo per il partito che hai scelto il 24 febbraio o prenderesti in considerazione l’ipotesi di cambiare? E come pensi che, di fronte a questa possibilità, si comporteranno gli italiani?
Voterei per lo stesso partito che ho votato nelle ultime elezioni. I risvolti successivi alle votazioni hanno avvalorato la scelta che è stata precedentemente da me effettuata in maniera poco convinta. Quello che prevederei in caso di nuove elezioni coincide con ciò che riportano i recenti sondaggi. Direi che ci potrebbe essere un leggero incremento del PD ed una significativa crescita del M5S, dato che, tornare alle urne si tradurrebbe in un ulteriore fallimento della politica che andrebbe ad accrescere il malcontento sociale e, conseguentemente, il bacino elettorale del movimento guidato da Beppe Grillo il quale potrebbe così divenire la prima forza in Parlamento.
PD e PDL perdono circa dieci milioni di elettori, pensi che riusciranno i partiti tradizionali a riformarsi e a risintonizzarsi con i cittadini?
Credo che molto dipenderà dal ruolo che rivestirà il M5S nel nuovo scenario politico. Qualora tale movimento si riveli un flop, PD e PDL potrebbero nuovamente guadagnare terreno. Diversamente, se riuscirà ad imporre la sua linea politica — perpetuando la ferma avversione verso un’ipotesi di conferimento della fiducia alla compagine di Bersani e riuscendo, in tal modo, ad affermarsi come formazione politica dominante, conseguentemente anche ad un’eventuale nuova tornata elettorale – sarà difficile per PD e PDL ritornare a spartirsi la più grande fetta dell’elettorato italiano.
Francesca, studentessa d’Ingegneria Gestionale all’Università di Pisa
Da i dati elettorali emerge il successo del M5S, come valuti questo dato?
Credo che sia frutto di un bisogno di cambiamento della classe politica che ha governato il paese negli ultimi anni: per alcuni è stato un voto convinto credendo nei temi sollevati dal M5S, per altri solo un un voto di ripiego o di protesta.
Molti giovani che votavano per la prima volta hanno votato per il M5S a cosa è dovuto, secondo te, questo fenomeno?
Mentre in passato tra i giovani che s’interessavano alla politica esisteva una forte contrapposizione tra coloro che si dichiaravano di “sinistra” o chi di “destra” , quindi esisteva una marcata identificazione con i partiti di riferimento, adesso questo scenario è completamente cambiato; le varie fonti di “educazione” politica sono lentamente scomparse (famiglia, associazioni studentesche ecc) e questo ha portato le nuove generazioni, che sono le più colpite dal punto di vista della crisi occupazionale, a scegliere l’unico movimento che riuscisse ad esprimere il loro disagio e la loro rabbia verso i partiti nei quali non si riconoscono.
Dalla campagna elettorale sono emersi temi di attuale contingenza come tasse, lavoro, rimborso IMU, poco invece di altri argomenti proiettati versi un progetto di Paese ad esempio la scuola. A cosa è dovuto questo fatto, credi che manchi una “visione” negli attuali contendenti politici o credi che sia frutto della situazione attuale?
Credo che i candidati che hanno avuto maggior successo in questa campagna elettorale siano quelli che abbiano saputo da una parte speculare sui bisogni contingenti delle gente dall’altra toccare quei nervi scoperti della rabbia. Credo che nei contendenti ci fosse una visione a lungo termine del paese, ma penso abbiano scelto temi più attuali, infatti quei partiti come quello di Monti che hanno scelto un profilo meno strillante e proiettato verso il futuro sono stati penalizzati.
Durante il governo Monti i partiti in parlamento avrebbero dovuto fare solo 3 importanti provvedimenti: legge anticorruzione, riduzione dei costi dei parlamentari, cambiare la legge elettorale. Neanche una delle tre è stata fatta, risultato: boom del M5S e ingovernabilità. Con quale modello elettorale vorresti votare alle prossime elezioni?
Non sono esperta di leggi elettorali, ma vedo che in altri paesi europei dei leaders di partito si candidano come premier e chi vince le elezioni governa il paese, questo vorrei. Non vorrei invece che si tornasse a maggioranze formate post elezioni.
Non è remota la possibilità che si debba tornare alle urne presto. Voteresti di nuovo per il partito che hai scelto il 24 febbraio o prenderesti in considerazione l’ipotesi di cambiare? E come pensi che, di fronte a questa possibilità, si comporteranno gli italiani
Credo che non rivoterei lo stesso partito, il mio voto è stato convinto ma, alla luce dei risultati, ininfluente. Molti Italiani cambieranno il loro voto: tutti quelli che non hanno avuto il coraggio di votare M5S adesso sull’onda del successo potrebbero cambiare.
PD e PDL perdono circa dieci milioni di elettori, pensi che riusciranno i partiti tradizionali a riformarsi e a risintonizzarsi con i cittadini?
No, i partiti non riusciranno a riformarsi, almeno a breve termine. Il Pd lo ha dimostrato nelle ultime primarie, dove l’unico candidato che rappresentava davvero il cambiamento è stato ostacolato dalle regole imposte e dai sui iscritti. Il PDL, partito personalistico, dovrà trovare velocemente un nuovo leader carismatico o avviare un processo interno di democratizzazione che richiederà del tempo.
(foto di Pino Bertelli)