I Comuni sui rifiuti proprio non ci azzeccano
PIOMBINO 26 ottobre 2015 — C’è stato bisogno di una nota alla stampa del Presidente dell’ Asiu dopo l’assemblea degli azionisti (di fatto dei sindaci dei Comuni di Campiglia, Piombino, Suvereto, Sassetta e San Vincenzo dato che quello di Castagneto non c’era) per sapere cosa si stava muovendo nel settore dei rifiuti in Val di Cornia. Non una deliberazione, non un atto di indirizzo dei Consigli comunali e nemmeno delle Giunte, non un atto che stabilisse ciò che i rappresentanti locali nell’ Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani ATO Toscana Sud avrebbero dovuto o dovrebbero sostenere. Decisamente imbarazzante la cosa tanto più che l’ Asiu, sostituita da Sei nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ha chiuso gli ultimi due bilanci con un deficit di 1,5 milioni di euro e dunque i Comuni avrebbero molte cose da dire, anzi dovrebbero dirle, al di là delle solite stucchevoli e retoriche dichiarazioni su economia circolare, riciclaggio e compagnia cantante.
In realtà anche se si tratta soltanto di una nota alla stampa alcune dichiarazioni lì inserite sono la dimostrazione del fatto che molto di ciò che hanno detto e praticato i Comuni almeno negli ultimi dieci anni è crollato.
Anzi sono la testimonianza del fallimento politico degli ammiistratori locali in questo campo.
L’origine del debito
Ora è ufficiale. L’Asiu ha un debito circa 30 milioni di euro di cui 9 che dovevano essere messi da parte per la chiusura della discarica di Ischia di Crociano ormai prossima all’ esaurimento.
Siccome questo è il debito la teoria secondo la quale le difficoltà in cui Asiu versava erano solo congiunturali e legate al costo dell’impianto di produzione del conglomix proprio non regge. Si tratta di un debito storico e strutturale legato a scelte sbagliate, fatte da Asiu ed avallate dai Comuni, che hanno a che fare, ad esempio, con l’aver contato sugli introiti provenienti dai rifiuti speciali ed aver confuso per anni la vocazione di Asiu come azienda di servizi pubblici operante, protetta e senza concorrenza, nel campo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani e Asiu come azienda che per altro verso stava nel mercato dei rifiuti speciali. Connubio improprio e foriero di guai che ha impedito di far emergere ed affrontare i problemi dell’efficienza dell’ azienda produttrice di servizi pubblici e del rapporto costi benefici. Basti pensare che dalla messa in discarica dei rifiuti speciali nel corso degli anni cifre non piccole, che vanno dal minimo del 2013 pari a 954.522 euro al massimo del 2008 pari a 8.139.839 euro, sono venute all’ Asiu in aggiunta ai proventi da tariffe e nonostante ciò Asiu ha accumulato 30 milioni di euro di debito. Cifre che l’attuale Asiu, non Sei, cercherà di aumentare anche per pagare i debiti pregressi.
Del resto che i problemi erano strutturali lo dimostra anche il ripetuto, anch’esso strutturale, ricorso ad operazioni di ravvedimento operoso fiscale (Iva, Ecotassa, Contributi etc) anche se determinava un maggior carico di oneri finanziari e sanzioni amministrative.
Quando questo metodo diventa una consuetudine quale altra deduzione si può fare se non che l’azienda ha problemi strutturali da risolvere?
Ed invece sia gli amministratori dell’Asiu sia gli amministratori dei Comuni hanno sempre sostenuto il contrario, basta ricordare quanto detto dall’allora sindaco Anselmi che nella seduta del Consiglio comunale del 12 dicembre 2011 definiva l’ Asiu una azienda «…che funziona bene, che ha l’unico problema di dover ricevere …di avere dei crediti incagliati nei confronti dell’azienda più importante di questo territorio, cosa che speriamo nelle prossime settimane, anzi nei prossimi giorni, sia parzialmente superata con il deposito del Piano Finanziario Lucchini e la messa in circolo di importanti risorse che andranno anche ai fornitori e quindi ai creditori diffusi dell’azienda…».
Bonifiche e società in house
Dunque Sei, gestore unico per tutti i territori dell’ AtoToscana Sud, assorbirà circa novanta ex dipendenti Asiu, ad Asiu rimarrà un dirigente, una decina di impiegati ed una trentina di operai che verranno utilizzati nella struttura di RIMateria (la ex Tap) e nelle altre attività che resteranno nelle competenze della Spa piombinese. Dunque Asiu o RIMateria che sia, non è ben chiaro cosa succederà, uscirà dal ruolo di azienda che gestisce un servizio pubblico locale e sarà un’ azienda che opera nel mercato, in particolare quello dei rifiuti speciali da smaltire e/o da riciclare. Non sarà certamente un’azienda strumentale dei Comuni e dunque se prima era già arduo sostenere che ad essa potevano essere affidati direttamente dai Comuni dei servizi e delle opere pubbliche e dei ruoli di project management oggi proprio non è più possibile. È esattamente il contrario di ciò che hanno sempre sostenuto sia gli amministratori dell’Asiu sia gli amministratori dei Comuni. A dimostrazione qualche citazione:
- il 28 marzo 2012 viene identificata Asiu come soggetto pubblico incaricato della realizzazione della bonifica dei suoli dell’area comunale denominata Città futura e ad essa assegnata direttamente la realizzazione di un’opera del valore di 13.500.000 euro;
- il 18 luglio 2014 nella relazione al bilancio Asiu relativo all’esercizio 2013, approvato dai Sindaci, parlando di alcune linee guida già consegnate ai sindaci, si afferma che tali linee guida individuano chiaramente nelle attività strumentali alle bonifiche locali e, in parte , nella gestione diretta delle stesse da parte di Asiu il principale strumento di possibile valorizzazione economica della Azienda;
- il Piano industriale 2014–2018, versione del 31 marzo 2015, colloca tra gli interventi che si ritengono fondamentali la gestione delle bonifiche e si aggiunge che il possibile sviluppo del settore bonifiche è comunque legato alle decisioni che intenderanno prendere i soci ed in particolare il Comune di Piombino sul cui territorio insiste il SIN in relazione al ruolo che Asiu potrà recitare in qualità di azienda pubblica strumentale agli obiettivi del territorio.
Ancora una volta un obiettivo completamente mancato. Del resto era stato lo stesso Ministero dell’ ambiente a far decadere questa volontà dato che non aveva certo affidato ad Asiu la realizzazione delle bonifiche nell’ area demaniale del SIN di Piombino quanto piuttosto a Invitalia, società in house del Ministero. E per quel che riguarda la bonifica della discarica di Poggio ai venti è stato lo stesso Comune di Piombino a fare marcia indietro.
Asiu non va in Sei
Nonostante tutte le illogicità possibili è stato più volte sostenuto che, una volta entrata, la Val di Cornia, nell’ Ato Toscana Sud ed entrato nella gestione dei rifiuti solidi urbani Sei Toscana, Asiu sarebbe entrata in Sei. Lo stesso amministratore unico di Asiu Fulvio Murzi il 24 aprile 2014 ebbe a dichiarare: «…Quando l’iter sarà definitivamente concluso, manterrò fede all’impegno preso con i Comuni della Val di Cornia di andare a spiegare in maniera dettagliata gli aspetti che riguardano l’ingresso nell’aggregazione di aziende che hanno dato vita a Progetto6 e che hanno vinto la gara per gestore unico nel territorio dell’ Ato Sud…».
Ed ancora più ufficialmente inviando al Comune di Piombino il bilancio previsionale Asiu 2013 ed il bilancio consuntivo Tap 2012 il 24 giugno 2013 sempre da parte dell’ Asiu si affermava: «…gli stessi consigli comunali dovranno conseguentemente autorizzare Asiu a partecipare alla società di gestione unitaria del servizio a livello di ambito sulla base del piano industriale che dovrà essere a tal fine predisposto…».
Come avrebbe potuto entrare in un soggetto vincitore di un appalto pubblico che prevedeva proprio la scelta del gestore unico un altro soggetto non presente al momento della presentazione dell’offerta risultata vincitrice solo Dio lo sa ma questa era la tesi.
Anch’essa completamente superata e contraddetta dalla realtà della gestione del servizio fatta di un affitto temporaneo da parte di Sei e poi di una cessione di ramo d’azienda.
Il rapporto con i Consigli comunali
Dimenticati infine tutti gli impegni di coinvolgimento dei Consigli comunali. Sempre nello stesso documento citato sopra si prendeva un impegno preciso: «…Il percorso istituzionale locale vedrà nelle prossime settimane gli Enti Locali… chiamati in sede consiliare a recepire la nuova perimetrazione approvando gli atti costitutivi dell’Ente di Ambito Toscana Sud, partecipando agli organi decisionali dello stesso trasferendogli in tal senso l’esercizio delle proprie funzioni amministrative attinenti la organizzazione e regolazione economico-gestionale del servizio di igiene urbana…».
Del resto la cosa era stata già anticipata nella relazione al bilancio 2012: «…Il nuovo modello di organizzazione dei servizi (consequente alla nuova perimetrazione di Ambito, correlato alle evoluzioni impiantistiche precedentemente richiamate) sarà sviluppato in un dettagliato Piano industriale da presentare alla Assemblea dei Soci ed ai relativi Consigli Comunali nel corso dei passaggi istituzionali che si celebreranno presumibilmente entro il primo semestre dell’esercizio in corso…».
Non solo tutto questo non è avvenuto ma ci si trova in realtà alla presa in gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani da parte di Sei senza che da parte dei Comuni ed in particolare dei Consigli comunali, questo è il loro ruolo, sia stato approvato un atto di indirizzo, delle direttive, qualcosa su cui avessero potuto discutere e deliberare. Niente di niente. A meno che non si pensi che delle riunioni plenarie o di commissione con la partecipazione del presidente dell’Asiu possano sostituire quelle decisioni politiche ed amministrative che costituiscono l’unico linguaggio delle istituzioni, in questo caso locali.
L’impegno sulle tariffe
Nella nota alla stampa non si parla di tariffe. Allora anche in questo caso è bene ricordare gli impegni presi dagli amministratori di Asiu e del Comune di Piombino.
Il 12 dicembre 2012, nel corso della seduta del Consiglio comunale che discuteva dell’ inserimento di Piombino tra i Comuni dell’ ATO Toscana Sud, l’assessore Chiarei tendeva a rassicurare: «... il gestore unico ha come obiettivo quello di mantenere le tariffe laddove esse siano già virtuose e di innescare un percorso per far sì che, laddove queste tariffe sono alte o non rispondono a logiche di efficienza e contenimento dei costi, di portarle a una dimensione reale…Quindi un nostro ingresso in questo assetto ci tranquillizza, perché ci consente di mantenere su questo territorio le tariffe che conosciamo adesso e di avere come riferimento temporale la quasi certezza che a regime nell’ A.T.O. Sud si dovranno attuare dei percorsi verso tariffe più virtuose e non il viceversa, come temiamo possa accadere nell’ ATO Costa…».
E nella stessa seduta con la stessa sicurezza il presidente di Asiu affermava: «…c’è la possibilità di aggiungere la nostra realtà come quarto ambito territoriale in cui mantenere il nostro livello tariffario e dimostrare nei fatti che gli altri possono scendere al nostro livello – scendere nel senso abbassare le tariffe…».
Dichiarazioni audaci.
Per la verità anche all’ amministratore unico di Asiu qualche dubbio deve essere venuto se il 15 dicembre 2014 in una risposta ad una interrogazione sui rifiuti della Val di Cornia presentata dal gruppo consiliare di Assemblea Sanvincenzina era costretto ad affermare: «…i servizi affidati a Sei Toscana saranno quelli legati direttamente ed ausiliari al perimetro dei servizi di igiene ambientale regolati attraverso le tariffe; per quanto concerne la tariffa del gestore unico Sei Toscana non è al momento stata oggetto di discussione …».
Ipotizzare invece che le tariffe aumenteranno è del tutto legittimo, lo affermano anche notizie attinte all’interno di Asiu, dato che non sembra che quelle attuali coprano il 100% del costo del servizio.
La nota alla stampa dell’attuale presidente di Asiu non si esprime ma del resto non rientra nei suoi compiti.
Vedremo.