I diportisti navigano nel nulla
La strada per costruire a Piombino strutture di servizio per la nautica da diporto è stata lunga ed inconcludente e tutt’ora lo è. La situazione delle varie ipotesi affrontate è così riassumibile: il porto turistico a Torre del Sale è un’idea abbandonata perché il Comune di Piombino afferma essere incompatibile ambientalmente. Nella Chiusa, seguendo le procedure della legge Burlando, due società hanno presentato il loro rispettivo progetto per un approdo turistico e ora attendono la conferenza dei servizi per conoscere il progetto preferito ed iniziare le procedure autorizzative. Del porto turistico di Poggio Batteria il soggetto prescelto ha presentato la proposta di Piano Regolatore Portuale che deve ancora percorrere tutto il necessario percorso urbanistico-amministrativo comunale. Nella zona delle Terre Rosse un’osservazione al regolamento urbanistico relativa ad un approdo attende di essere esaminata. L’ampliamento dell’approdo di Salivoli ritualmente va sopra e sotto il livello del mare.
Non si creda che tutto sia nato poco tempo fa. Nel 2001 lo studio Pranzini e Aminti, commissionato dal Comune per conoscere le potenzialità di sviluppo delle infrastrutture nautiche a Piombino, ritenne che fossero l’area della Chiusa del Cornia Vecchio e quella della foce del Cornia a Tor del Sale i due siti migliori.
Dagli studi si passò nel 2004 all’avvio di un procedimento per la formazione di una variante al piano regolatore generale concernente la nautica, anticipatrice del piano strutturale. Nel 2005 fu deliberato l’avvio di un nuovo procedimento per la variante della nautica nella quale spuntò la scelta di un porto turistico a Poggio Batteria, vale a dire un porto turistico di gran lusso, per imbarcazioni di notevoli dimensioni, a poche centinaia di metri dagli impianti siderurgici.
Come si vede tempi lunghi e mancanza di una strategia come dimostra il fatto che sempre di porti ed approdi si parla ma — ed è la cosa più importante anche dal punto di vista economico — mai di adeguati spazi per la cantieristica, per non dire dei necessari collegamenti infrastrutturali e dei rischi ambientali. Oggi nessuno nega quanto grande sia la potenzialità turistica ed economica legata a una rete di infrastrutture, servizi di trasporto e specificità produttive connesse alla cantieristica e al turismo nautico.
Anche il Comune di Piombino non perde occasione per dichiararsi convinto delle grandi potenzialità dell’economia del mare. I fatti, però, fanno emergere un’ evidente confusione strategica e una sostanziale incapacità a programmare e attuare interventi fattibili, in tempi non storici. La conclusione è la paralisi.
(foto di Pino Bertelli)