QUANDO NON ERA "IMPENSABILE" l'esclusione del centrodestra

I due precedenti che per il Pd non fanno testo

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PIOMBINO 11 otto­bre 2015 - “Le sen­ten­ze si rispet­tano”, “Abbi­amo fidu­cia nel­la mag­i­s­tratu­ra”. Quante volte abbi­amo ascolta­to queste enun­ci­azioni: in tv, sui gior­nali, in Inter­net, su Tele­v­ideo, su Face­book e Twit­ter. Sem­pre. Mai che qual­cuno abbia avu­to l’onestà di aggiun­gere: “Quan­do ci fa como­do”. Eppure i fat­ti dimostra­no che quest’ultimo inciso non è pro­prio fuori luo­go in un’Italia che, evi­tan­do sem­pre più spes­so di adeguar­si alle regole, si ingeg­na per pie­gar­le, sen­za remore, al pro­prio uso e con­sumo.
Pres­soché tut­ti ormai san­no che cosa è accadu­to a Piom­bi­no nel­la cos­ti­tuzione dei con­sigli di quartieri pre­visti dalle norme e con­seguente­mente dotati di qualche potere, se non altro a liv­el­lo di obbli­go di con­sul­tazione.
Un anno fa, al momen­to del voto, il Pd pre­sen­tò le pro­prie can­di­da­ture oltre i ter­mi­ni pre­visti e per­tan­to si pose fuori del­la com­pe­tizione elet­torale. In con­siglio comu­nale la giun­ta e la mag­gio­ran­za cer­carono allo­ra di rime­di­are con una mozione inte­sa a sanare l’inqualificabile errore del par­ti­to. Di fat­to venne con­fig­u­ra­ta una situ­azione per cui anche la lista Pd ebbe la pos­si­bil­ità di parte­ci­pare al voto. Di fronte ad un ricor­so del Movi­men­to 5 stelle il Tar ha però dovu­to, in segui­to, pren­dere atto dell’anomalia e, accoglien­do le richi­este grilline, ha sen­ten­zi­a­to la nul­lità delle elezioni dei can­di­dati pidiessi­ni. Tan­to che gli uffi­ci comu­nali han­no dovu­to rical­co­lare la dis­tribuzione dei seg­gi tra le altre liste pre­sen­ti nel­la com­pe­tizione elet­torale.
Nei giorni scor­si è toc­ca­to all’assessore Pao­la Pel­le­gri­ni pre­sentare, per la rat­i­fi­ca del con­siglio comu­nale, il nuo­vo elen­co dei com­po­nen­ti elet­ti nelle assem­blee dei quartieri. Un argo­men­to dal preved­i­bile esi­to scon­ta­to. Tan­to più che, con­tro il pro­nun­ci­a­men­to del Tar, non c’era sta­ta ombra di ricor­so, pur pos­si­bile, al Con­siglio di sta­to. Invece l’imprevedibile è accadu­to con il grup­po del Pd che ha vota­to con­tro la pre­sa d’atto del­la sen­ten­za del Tar e con il sin­da­co che addirit­tura si è astenu­to di fronte ad una delib­era pro­pos­ta, di neces­sità, da un suo asses­sore.
Cosa accadrà a questo pun­to non è facil­mente preved­i­bile men­tre è cer­to che alla fine dei sal­mi i con­sigli di quartiere dovran­no in qualche modo essere cos­ti­tu­iti se non altro per le neces­sità del Comune di assol­vere all’obbligo di con­sul­tar­li per atti di rilie­vo nelle materie più diverse.
Esistono local­mente prece­den­ti che pos­sono facil­itare il giudizio su ciò che è accadu­to a Piom­bi­no?
La rispos­ta è affer­ma­ti­va e sono almeno due i casi, per­al­tro politi­ca­mente sim­ili ma assai più ril­e­van­ti, che ci corre l’obbligo di esporre.

Il “rega­lo” del Comune di Cas­tiglione del­la Pesca­ia
Cor­re­va l’anno 2011 e il Comune di Cas­tiglione del­la Pesca­ia si prepar­a­va a rin­no­vare sin­da­co e con­siglio comu­nale dopo i cinque anni del pri­mo cit­tadi­no del Pdl Mon­i­ca Faen­zi che, nel 2006, ave­va strap­pa­to al cen­trosin­is­tra uno dei Comu­ni gros­se­tani stori­ca­mente gov­er­nati dal Pci e dai suoi ere­di. Alla sca­den­za del ter­mine per pre­sentare i can­di­dati risultò che i doc­u­men­ti del cen­trode­stra non era­no però a pos­to e la com­mis­sione elet­torale, per questo, decise di esclud­ere la lista dal­la com­pe­tizione. In quel­la occa­sione il cen­trode­stra, con il can­dida­to a sin­da­co San­dra Mainet­ti e la capolista Mon­i­ca Faen­zi, si pre­sen­ta­va favorito per una ricon­fer­ma. Nel 2006 la Faen­zi ave­va ottenu­to 2.774 voti (52,72%) su 5.330 votan­ti (82%).
I suc­ces­sivi ricor­si al Tar ed al Con­siglio di sta­to ven­nero respin­ti e quin­di la lista di cen­trode­stra non fu pre­sente ai nas­tri di parten­za. Ebbe così vita asso­lu­ta­mente facile il can­dida­to sin­da­co di cen­trosin­is­tra Gian­car­lo Far­ne­tani che ottenne addirit­tura il 94,76 per cen­to dei voti (2.841) con i votan­ti che però sce­sero, in cinque anni, di 31 pun­ti per­centu­ali (3.311 pari al 51,21%). Di fat­to qua­si tut­to l’elettorato di cen­trode­stra non parte­cipò al voto. Far­ne­tani e tut­to il Pd accettarono tran­quil­la­mente e salu­tarono con giu­bi­lo il verdet­to; il sin­da­co è anco­ra in car­i­ca e il grup­po di cen­trode­stra non è neanche pre­sente in con­siglio comu­nale. Va solo sot­to­lin­eato che non ci furono, da parte dei soc­comben­ti, reazioni di sor­ta se non i ricor­si pre­visti dal­la legge e che, in questo caso, non si trat­ta­va di garan­tire una rap­p­re­sen­tan­za nei con­sigli di quartieri ma di perdere, sen­za pos­si­bil­ità di com­petere, uno dei più impor­tan­ti Comu­ni del­la provin­cia di Gros­se­to, per­al­tro guida­to fino ad allo­ra da un sin­da­co che era anche par­la­mentare.
Il pri­mo cit­tadi­no di Piom­bi­no ha sot­to­lin­eato come sia “impens­abile” che, nel­la com­po­sizione dei con­sigli di quartiere di Piom­bi­no, il Pd non abbia rap­p­re­sen­tanze. Chissà se sarebbe dis­pos­to a pro­nun­cia­r­si in questi ter­mi­ni anche nei con­fron­ti del cen­trode­stra riguar­do alle elezioni del 2011 a Cas­tiglione del­la Pesca­ia.

Quan­do il cen­trode­stra, esclu­so a Suvere­to, ringraz­iò il sin­da­co
Cor­re­va l’anno 1999 e a Suvere­to ci si prepar­a­va a rin­no­vare sin­da­co e con­siglio comu­nale. Anche in questo caso il cen­trode­stra, allo­ra Polo per le lib­ertà, pre­sen­tò nei ter­mi­ni una lista che non rispon­de­va ai cri­teri pre­visti dal­la legge: nel­la fat­tispecie non venne rispet­ta­to il numero min­i­mo di can­di­dati che era di dod­i­ci (ne ven­nero invece pre­sen­tati undi­ci) e per questo la lista venne esclusa dal­la com­pe­tizione elet­torale
In quel­la cir­costan­za il sin­da­co Rossano Paz­za­gli si fece in quat­tro per garan­tire la parte­ci­pazione del grup­po che nei cinque anni prece­den­ti ave­va con­trasta­to la mag­gio­ran­za dai banchi dell’opposizione. Il rap­p­re­sen­tante di Forza Italia Mar­co Paperi­ni addirit­tura ringraz­iò pub­bli­ca­mente Paz­za­gli per l’impegno a super­are un prob­le­ma che non fu pos­si­bile risol­vere.
Ovvi­a­mente il risul­ta­to di quelle elezioni fu scon­ta­to: Rossano Paz­za­gli corse da solo otte­nen­do 1.658 voti su 2.092 votan­ti, pari all’81,88 per cen­to.

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