I problemi dopo quell’accordo, anzi quel verbale

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 30 set­tem­bre 2016 — Oggi, 30 set­tem­bre, chi­u­di­amo il nos­tro pre­sidio di “Camp­ing CIG”, dura­to una set­ti­mana, che ha vis­to coin­volti lavo­ra­tori, cit­ta­di­ni, esper­ti, asso­ci­azioni e forze politiche di oppo­sizione locali, comi­tati di lot­ta di varie realtà toscane, lavo­ra­tori del­la siderur­gia di Taran­to e di Terni e che ha rac­colto l’adesione di par­la­men­tari, con­siglieri region­ali, asses­sori, sin­daci, sin­da­cal­isti. Sui risul­tati di ques­ta espe­rien­za torner­e­mo in segui­to. Il “Camp­ing CIG” si è con­clu­so con una novità pos­i­ti­va.
Nel­la gior­na­ta del 29 set­tem­bre è sta­to rag­giun­to l’ac­cor­do tra Afer­pi e sin­da­cati sul rien­tro in con­trat­to di sol­i­da­ri­età dal 1° novem­bre 2016 dei 719 lavo­ra­tori anco­ra in forza alla ex-Luc­chi­ni e Luc­chi­ni Servizi attual­mente in CIG.
Valu­ti­amo pos­i­ti­va­mente che si usi lo stru­men­to dei Con­trat­ti di Sol­i­da­ri­età (CdS), per­ché questi offrono con­dizioni eco­nomiche leg­ger­mente più van­tag­giose del­la CIG e soprat­tut­to per­ché par­i­f­i­cano le con­dizioni di tut­ti i lavo­ra­tori prove­ni­en­ti dal­la Luc­chi­ni, per­me­t­ten­do di ricostru­ire un fronte uni­co.
Al momen­to non sono anco­ra sta­ti dif­fusi i ter­mi­ni dell’accordo, per cui non è pos­si­bile un giudizio sul mer­i­to del­lo stes­so. Inoltre, da infor­mazioni gior­nal­is­tiche l’azienda (con­trari­a­mente ai sin­da­cati) sostiene che si trat­terebbe di un “ver­bale di inte­sa” e non di un vero e pro­prio accor­do, per il quale ci sareb­bero da definire anco­ra alcu­ni par­ti­co­lari. Ci dob­bi­amo aspettare ulte­ri­ori “sor­p­rese” dell’ultimo min­u­to?
Con­tem­po­ranea­mente, riman­gono aperte molte ques­tioni:
L’utilizzo dei CdS è lega­to, per legge, ad una pre­sen­za quo­tid­i­ana del 40% del­la forza-lavoro; Afer­pi fino ad oggi è rius­ci­ta a garan­tire tale con­dizione solo uti­liz­zan­do fino al lim­ite mas­si­mo  gli stru­men­ti con­sen­ti­ti dal­la legge, ad esem­pio il cal­co­lo delle pre­sen­ze su un peri­o­do anziché sul­la pre­sen­za gior­naliera; se le con­dizioni non cam­bier­an­no, se cioè la soci­età non potrà dis­porre dei cap­i­tali nec­es­sari, come farà a garan­tir­lo domani con un organ­i­co forte­mente accresci­u­to?
Questo accor­do, come tut­ti i prece­den­ti, ha un sen­so solo se Afer­pi si dimostr­erà in gra­do di man­tenere gli impeg­ni sug­li inves­ti­men­ti; il rin­vio all’ultimo min­u­to dell’incontro del 26 set­tem­bre, il ner­vo­sis­mo che trapela dal MiSE, l’assenza di una nuo­va data per l’incontro, sono tut­ti seg­nali che non depon­gono a favore di una soluzione.
Se da un lato è cor­ret­to pre­sentare il risul­ta­to rag­giun­to come pos­i­ti­vo, da un lato sin­da­cati ed isti­tuzioni dovreb­bero ricor­dare che anco­ra migli­a­ia di lavo­ra­tori restano esclusi da questo accor­do. Ci rife­ri­amo ai lavo­ra­tori dell’indotto, per i quali anco­ra non si intrave­dono soluzioni per il recu­pero dei posti di lavoro, ma neanche difese del red­di­to attra­ver­so ammor­tiz­za­tori sociali, che per molti di loro sono in sca­den­za.
Come al soli­to si usano mezze ver­ità per creare un cli­ma da “nar­razione felice”, per con­vin­cere tut­ti che il futuro è roseo come nelle telen­ov­ela, dove, dopo un poco di sac­ri­fi­ci, tut­to si risolve in bellez­za “…e vis­sero tut­ti feli­ci e occu­pati…”
Oggi dob­bi­amo chiedere a sin­da­cati e isti­tuzioni di fare pres­sioni affinché il gov­er­no fis­si una data ulti­ma­ti­va ad Afer­pi per pre­sentare un piano finanziario cred­i­bile e garan­ti­to, oppure se ne traggano le con­seguen­ze

Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG

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