Il caldo a Piombino arrivera’ in autunno?
PIOMBINO 7 settembre 2016 — Si profilano, nelle prossime settimane, scadenze molto importanti per il futuro di Piombino:
- il 12 settembre una riunione al MISE in cui si parlerà di ammortizzatori sociali;
- il 26 settembre altra riunione al MISE in cui si dovrebbero chiarire la situazione finanziaria del progetto Cevital-Aferpi e “lo stato dell’ arte” per la realizzazione dei nuovi impianti;
- il 6 novembre, infine, c’è la scadenza per il riassorbimento di 719 lavoratori ancora rimasti in cassa integrazione in Lucchini in A.S. , che passeranno alle dipendenze di Aferpi in contratto di solidarietà ( come vogliono lavoratori e sindacati) o, malauguratamente, in cassa integrazione straordinaria (come ha detto Azzi nelle assemblee di fabbrica). Quest’ultima soluzione accorcerebbe la copertura dell’ ammortizzatore sociale di due anni, oltre che dare una minor copertura economica.
Noi siamo tra quelli che si augurano che il 12 “si portino a casa” i contratti di solidarietà per tutti coloro che lavoravano nello e per lo stabilimento siderurgico, ma sottolineiamo che per lo stabilimento, oltre ai dipendenti Lucchini, lavoravano un migliaio di lavoratori delle ditte d’ appalto.
Per noi “solidarietà” non indica solo una forma di contratto; indica un valore sociale ed umano, una guida per la mobilitazione e un obiettivo per unificare e rafforzare il fronte di lotta. I padroni fanno il loro mestiere quando praticano il “divide et impera”: l’ indotto ( abbandonato a sé stesso) contro i dipendenti dell’ azienda “madre”; i lavoratori già in contratto di solidarietà contro quelli in cassa integrazione. Anche i destini delle diverse realtà produttive in crisi (Arcelor Mittal già La Magona d’Italia, Sol e varie altre imprese; vedi anche il recente allarme dei sindacati per la Trailer) vengono mantenuti ben separati dai partiti e istituzioni dominanti, che si sono impegnati ad evitare ogni forma di mobilitazione comune nell’ industria ma anche con i lavoratori dei servizi e del commercio (su cui la crisi pesantemente si ripercuote). Per il potere costituito l’unità dei lavoratori è una potenziale minaccia di disordine sociale, mentre la perdita di migliaia di posti di lavoro, il taglio dei salari, la chiusura di centinaia di negozi, la fuga in massa dei giovani dalla città evidentemente sono il nuovo ordine da tutelare.
Il 12 settembre, quando si parlerà di contratti di solidarietà, non si potrà, non si dovrà avallare soluzioni che uccidano definitivamente l’ indotto siderurgico, discriminandolo sul piano degli ammortizzatori sociali e magari (come si vocifera) anche decretandone la morte definitiva, se si dovesse sostituire il loro lavoro con quello dei dipendenti appena rientrati in Aferpi, per assicurare a questi ultimi la “solidarietà” togliendo lavoro agli altri.
Ci auguriamo che i sindacati tengano duro su questo fronte e non cadano nella trappola di incentivare la guerra tra poveri. Sarebbe una soluzione assolutamente inaccettabile, che determinerebbe la fine non solo dell’ indotto, ma anche della legittimazione del sindacato quale rappresentanza degli interessi generali dei lavoratori: la fine di ciò che lo differenzia dalle corporazioni reazionarie.
Occorre essere comunque consapevoli che l’ augurabile esito positivo dell’ incontro del 12 (contratto di solidarietà per tutti, indotto compreso), riguarderà solo un aspetto dell’ intera questione del Piano (con la P maiuscola, quello sottoscritto da Cevital-Aferpi” negli accordi) e che rimarranno aperti altri problemi, alla lunga anche più importanti. Sono questioni su cui da tempo chiediamo risposte e soluzioni concrete, che puntualmente, di “tavolo” in “tavolo” vengono disattese e rinviate:
- Cevital-Aferpi è in grado di reperire in tempi decenti i finanziamenti per la realizzazione del Piano sottoscritto negli accordi con le istituzioni e con i sindacati?
- Cevital-Aferpi è in grado di finanziare, dal prossimo novembre, una attività corrente (laminazione) che consenta di tenere in piedi i contratti di solidarietà di 2200 persone ?
- Cosa accadrà nel luglio 2017, quando cesserà ogni obbligo di Aferpi in merito al mantenimento dei livelli di occupazione? Che garanzie hanno chiesto o chiedono a questo proposito i sindacati e le istituzioni?
- Come si arriva a coprire con gli ammortizzatori sociali tutto il tempo necessario al completamento del Piano, visti i grandi ritardi che continuano ad accumularsi?
- Come si pensa di avviare la costruzione degli impianti se ancora la messa in sicurezza delle aree inquinate non è all’ orizzonte?
- Governo, Regione, Comune come interpretano la clausola (a nostro avviso “vessatoria”) che hanno sottoscritto nell’ accordo del 3 giugno 2015, secondo la quale in caso di andamento negativo del mercato dell’ acciaio, l’ accordo stesso va interamente rivisto? Gli impegni inderogabili sono solo quelli dei lavoratori che hanno ceduto il 30% del salario e i diritti di contrattazione?
- Come si pensa di far ripartire l’ economia piombinese senza il potenziamento dei collegamenti viari (una 398 fino al porto, che lasci in pace gli abitanti del Cotone-Poggetto) e ferroviari (da realizzarsi nel rispetto del territorio senza colonizzare l’ area del Quagliodromo)?
Coordinamento Art. 1 – Camping CIG