Il canile e l’urbanistica improvvisata
PIOMBINO 21 ottobre 2016 — Al di là dell’esito del contenzioso e della volontà espressa del Comune di Piombino di proporre reclamo, è la totale assenza di una corretta programmazione urbanistica a lasciarci sconcertati.
Sì perché quel canile, che lì non doveva evidentemente neppure sorgere, è stato ristrutturato appena sedici mesi fa, quando il Comune, pur utilizzando per metà un lascito di una cittadina e per l’altra metà un contributo regionale, spese ben 118mila euro.
Ed allora, in considerazione anche del fatto che al posto dei vicini macelli è da tempo prevista la nascita di un resort, forse era meglio che quei soldi venissero spesi per iniziare la costruzione di un nuovo canile in una zona più adatta, lontana dalle abitazioni.
Del resto, il piano particolareggiato del 2014 prevede proprio lo spostamento del canile all’esterno dell’ambito urbano ed il Sindaco stesso, recentemente, ha manifestato l’intenzione di costruire un nuovo canile in località Asca. Se questo è l’obiettivo, perché sono stati spesi tutti quei soldi poco più di un anno fa?
Ma non è tutto. È stato il Comune di Piombino, non altri, a concedere la possibilità di costruire civili abitazioni a poche decine di metri dal canile; quantomeno avrebbe potuto e dovuto pretendere dal titolare della concessione edilizia la relazione previsionale di clima acustico prevista dalla legge.
Se questo fosse stato fatto, le opere di insonorizzazione che oggi l’amministrazione è stata condannata a compiere – ed il cui costo è stimato in 230mila euro – sarebbero state fatte al tempo, a cura e spese del costruttore anziché della cittadinanza.
*Francesco Ferrari è Presidente di Fratelli d’Italia-AN della Val di Cornia