Il Club Mediterranée riapre e si trasforma

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CAMPIGLIA 12 aprile 2014 — Il Club Mediter­ranée di Dono­rati­co dopo una chiusura di 10 anni, riaprirà con il nome di Paradù van­i­f­i­can­do le scelte urban­is­tiche del Comune di Castag­ne­to Car­duc­ci che ave­va pre­vis­to la trasfor­mazione del­l’or­mai stori­co vil­lag­gio per 1.308 tur­isti, este­so su un vastis­si­ma area pae­sag­gis­ti­ca­mente tute­la­ta, in una strut­tura per 750 ospi­ti con una con­seguente minore antropiz­zazione.
Quan­do cam­biano i Piani Rego­la­tori, la legge riconosce ai pro­pri­etari il dirit­to di man­tenere in essere quan­to di loro pro­pri­età, anche se non più ammes­so, facen­do al mas­si­mo opere di ristrut­turazione, in atte­sa di real­iz­zare o meno quan­to sta­bil­i­to dal Piano rego­la­tore.
In base a questo cri­te­rio la Medono­rati­co s.r.l. nuo­va pro­pri­etaria del­l’ex Club Med. avrebbe potu­to man­tenere quan­to legit­ti­ma­mente esistente: le strut­ture comu­ni in muratu­ra e 654 piaz­zole con sopra 276 capanne poli­ne­siane ammesse dal­la Soprint­en­den­za nel lon­tano 1966, fat­te con paglia sostenu­ta da uno scheletro in leg­no e prive di luce, acqua, bag­ni e cucine pri­vate.
La pro­pri­età Medono­rati­co s.r.l. ha invece sostenu­to che le reti a servizio di tutte le piaz­zole era­no già pre­sen­ti e in base a ques­ta affer­mazione ha pro­pos­to di sos­ti­tuire le capanne con altre unità dotate di luce, bag­no e cuci­na. Il prob­le­ma è che non c’è alcu­na pro­va del­l’e­sisten­za di un sis­tema di reti così cap­il­lare fin dal momen­to del­la real­iz­zazione del prog­et­to autor­iz­za­to nel 1965/66 e che anzi il fat­to che una tipolo­gia del genere sia sta­ta e sia anco­ra estranea ai Club Mediter­ranée fat­ti nel mon­do in più di cinquan­ta anni, dovrebbe spin­gere il Comune a ricerche molto appro­fon­dite per giun­gere alla sicurez­za asso­lu­ta di non trovar­si davan­ti ad opere abu­sive in aree sot­to­poste a vin­coli pae­sag­gis­ti­ci ed idro­ge­o­logi­ci.
Non solo, la pro­pri­età, richia­man­dosi alla legge regionale 42/2000 ha sostenu­to che instal­lare case mobili e tem­po­ra­nee in un campeg­gio si può fare sen­za alcun per­me­s­so e quin­di al pos­to di capanne di cir­ca mq. 11 fat­te di un mate­ri­ale non edile come la paglia, pro­pone di real­iz­zare vere e pro­prie casette in leg­no di super­fi­cie molto più che doppia e con coiben­tazione, impianto di aria fred­da e cal­da, bag­no com­ple­to e spazio cuci­na. Ques­ta pro­pos­ta non tiene con­to del fat­to che la pre­vi­sione di campeg­gio non esiste più nel Piano Rego­la­tore e che quin­di non si può ampli­are mod­i­fi­care il bene richia­man­dosi a norme vigen­ti per campeg­gi.
Di fat­to non si avrà quin­di il man­ten­i­men­to di solo quel­lo che era legit­ti­mo, ma al pos­to di 276 capanne di super­fi­cie di qua­si mq. 3.000 si arriverà a coprire qua­si mq. 7.000 per arrivare a coprirne qua­si 17.000 nelle inten­zioni del­la pro­pri­età che ha dichiara­to di vol­ere instal­lare case per 1.308 cli­en­ti.
La Soprint­en­den­za ha già dato il nul­la osta per instal­lare 173 di queste casette e per coprire già qua­si mq. 4.500 , quan­do nel 1966 ave­va ritenu­to che la tutela del pae­sag­gio del­l’area non per­me­ttesse di instal­lare più di 276 capan­nuc­ce di paglia per met­ter­ci due let­ti e un arma­dio.
Il Comi­ta­to per Campiglia ha già invi­a­to alla Soprint­en­den­za di Pisa e Livorno, alla Direzione regionale del Min­is­tero dei Beni Cul­tuali e a Italia Nos­tra una richi­es­ta di atten­zione per quel­la che rischia di diventare una enorme strut­tura tur­is­ti­ca dif­forme da quan­to pre­vis­to dal Rego­la­men­to Urban­is­ti­co e dalle norme di tran­sizione.
Inoltre il Comi­ta­to si dichiara pre­oc­cu­pa­to per il fat­to che il Comune sem­bra avere accetta­to acriti­ca­mente le affer­mazioni e le pro­poste inter­pre­ta­tive del­la pro­pri­età sen­za appro­fondire con oppor­tu­ni pareri legali la legit­tim­ità di quan­to sostenu­to dal­la Medono­rati­co e sen­za pre­tendere da ques­ta le prove certe sul­la legit­tim­ità di quan­to dichiara­to esistere.
Cer­to è che quan­to sta sor­gen­do a Dono­rati­co non è ciò che la pro­pri­età ha trova­to e che pote­va man­tenere facen­do al mas­si­mo opere di ristrut­turazione, ma è un qual­cosa d’al­tro che rap­p­re­sen­ta UNA SCONFITTA VERA E PROPRIA PER L’AMBIENTE E PER I CITTADINI.

Alber­to Pri­mi, Comi­ta­to per Campiglia

 

 

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