Il Comune sia il perno della reindustrializzazione
PIOMBINO 6 agosto 2019 — Preannunciata il 9 luglio, si è svolta oggi a Roma la riunione del gruppo di coordinamento e controllo dell’area di crisi di Piombino, quello previsto dall’accordo dei programma del maggio 2015 relativo al Progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi industriale complessa di Piombino. Evidentemente il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, la riteneva così importante che ha dedicato ad essa ben due comunicati stampa, uno prima della riunione ed uno dopo la riunione. Non deve essere stato molto soddisfatto perché le rivendicazioni espresse all’inizio (Jindal presenti il piano perché a Piombino si possa riprendere la produzione dell’acciaio, il governo garantisca sul costo dell’energia) si possono rileggere pari pari nel comunicato emesso dopo il termine della riunione. In più ha aggiunto anche la rivendicazione sull’impianto tempra delle rotaie, pudicamente nominato come “una nuova linea di lavorazione dell’acciaio” dimenticando di ricordare che la firma di Jindal, per l’accordo di programma per la variante urbanistica tesa a consentire la costruzione di questo impianto, Rossi l’aveva garantita addirittura a maggio poco prima delle elezioni. Aveva detto infatti il 23 maggio: “Gli indiani di JSW, a causa della differenza di fuso orario (in India è notte) la metteranno domani in forma digitale”. Ma era un pronostico che non poteva fare.
Comunque il presidente non ha mancato di rinviare a un nuovo appuntamento: “A settembre, alla ripresa delle attività dovremo avere una risposta sia da parte dell’azienda per quanto riguarda l’impegno a presentare entro gennaio il Piano industriale con il nuovo impianto siderurgico elettrico, sia da parte del Governo a risolvere subito il tema dell’energia”.
Aspettando settembre forse una rilettura dell’accordo di programma firmato il 23 luglio 2018 tesa a vedere bene che cosa ha garantito Jindal e cosa no gli sarebbe utile. Si renderebbe anche conto, ad esempio, che non sono certo i finanziamenti regionali che continua a promettere quelli che possono far decidere Jindal a realizzare tre o anche un forno elettrico a Piombino, quanto piuttosto le sue proprie strategie in un mercato almeno europeo se non mondiale. Che è poi quello che Jindal ha sempre detto e scritto e ribadito ufficialmente anche recentemente (cfr l’articolo di Stile libero Idee dalla Val di Cornia Quanto produce e quanto perde JSW Steel Italy, ndr). Potrebbe anche rileggersi tutti gli accordi di programma ed i protocolli d’intesa firmati per la reindustrializzazione di Piombino per verificare quanto poco essa sia andata avanti, non solo per quel che riguarda la grande azienda siderurgica ma anche tutto il territorio e quanto poco siano serviti gli incentivi e i finanziamenti, spesso gli stessi solo ripetuti, messi a disposizione e spesso non tutilizzati. E quanto poco hanno prodotto in termini di iniziative imprenditoriali e occupazione anche i finanziamenti pubblici spesi.
Sembra essere proprio questo il problema che ha ispirato il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari (alla riunione era presente anche l’assessore al lavoro Sabrina Nigro, nella foto a sinistra), quando, nella riunione e nel comunicato stampa comunale, ha posto il problema di un ruolo più pregnante dell’istituzione locale, rivendicando un ruolo di coordinamento e di gestione finora mai esercitato. Reindustrializzazione, questo il significato, vuol dire azioni coordinate ed integrate che la vicinanza al territorio garantisce meglio o può garantire meglio di quanto lo possa fare una gestione che essendo lontana accentua le sue possibile derive burocratiche e settoriali.
È un problema che è stato presente anche nel passato ma mai risolto compiutamente.
“Non si tratta di una pretesa illegittima e sproporzionata né dal punto di vista istituzionale, dato che il problema è nel territorio di Piombino ed è giusto che il Comune sia il primo attore, né dal punto di vista finanziario” ha detto il sindaco di Piombino che almeno ha avuto il coraggio di sollevare il problema nella consapevolezza delle responsabilità che ciò vuol dire.
Comunicato stampa della Regione Toscana ore 11:28
“Noi ci aspettiamo che il progetto vada avanti con un ritmo più deciso di quanto abbiamo visto finora, sia da parte dell’azienda, sia con un impegno maggiore del governo. Noi siamo pronti come Regione Toscana ad erogare i finanziamenti che abbiamo promesso: 30 milioni per gli aspetti ambientali e 30 milioni per la ricerca e l’innovazione tecnologica. Chiediamo al governo di sistemare la situazione delle ferrovie, e naturalmente chiediamo a Jindal di presentare i progetti perché questi impegni possano concretizzarsi”.
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi prima della riunione del gruppo di coordinamento e di controllo per l’attuazione del programma di rilancio dell’area di Piombino.
“Noi siamo pronti a fare fino in fondo il nostro dovere”, ha aggiunto Rossi. “E’ necessario che anche il Governo garantisca impegno su quanto previsto dall’accordo di programma, in particolare sul tema del costo dell’energia. Ed è il momento che Jindal si presenti con i progetti”.
Comunicato stampa della Regione Toscana ore 13:26
Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha partecipato oggi a Roma, presso il ministero dello sviluppo economico, alla riunione del gruppo di coordinamento e di controllo per l’attuazione del programma di rilancio dell’area di Piombino. “Dall’incontro sono emerse quattro questioni fondamentali”, ha dichiarato al termine. “La prima: entro gennaio Jindal deve presentare il piano industriale affinché a Piombino si torni a produrre acciaio, all’interno del quale deve essere prevista la costruzione dei nuovi forni elettrici. Per garantire la riuscita del piano, ed è la seconda questione, il Governo deve assicurare un costo dell’energia agevolato, così come avviene, analogamente, in altre zone del paese”. Rossi ha continuato dando conto delle due ultime questioni “Jindal deve presentare i progetti in modo da consentire alla Regione di poter usufruire dei fondi europei per l’ambiente e l’azienda deve contestualmente presentare anche altri progetti per la ricerca, la formazione, l’innovazione tecnologica, per un totale complessivo di circa 60 milioni”.
“La Regione è pronta”, ha detto Rossi. “Chiediamo al Governo di essere altrettanto pronto sul tema del costo dell’energia, che è condizione essenziale perchè Jindal faccia gli investimenti. Ci sono già costi di produzione dell’energia agevolati nel nostro paese, si tratta di confermarli anche per Piombino per dar vita ad un’acciaieria elettrica, con un impatto ambientale assolutamente ridotto”.
“Naturalmente chiediamo che subito si presenti anche il progetto per la costruzione di una nuova linea di lavorazione dell’acciaio. Su quest’ultimo aspetto — ha ricordato il presidente — sia il Comune di Piombino che la Regione si sono impegnate a rilasciare a tempi di record la variante per lo stabilimento”.
“Stiamo entrando in una fase cruciale. Bisogna che le istituzioni lavorino tutte insieme e facciano fino in fondo il loro dovere, e che anche i sindacati ed i lavoratori continuino ad essere vigili ed impegnati come sono sempre stati. A settembre, alla ripresa delle attività — ha concluso Rossi — dovremo avere una risposta sia da parte dell’azienda per quanto riguarda l’impegno a presentare entro gennaio il Piano industriale con il nuovo impianto siderurgico elettrico, sia, da parte del Governo a risolvere subito il tema dell’energia”.
Come non bastasse il 7 agosto 2019 alle ore 15:29 la Regione Toscana ha pubblicato anche il seguente video:
Comunicato stampa del Comune di Piombino
“Il Comune di Piombino deve diventare il coordinatore dell’attuazione dell’intero progetto, con soldi pubblici da gestire direttamente”.
Con queste parole il sindaco Francesco Ferrari oggi al MiSE ha esposto la strategia per il rilancio dell’economia piombinese.
“Nelle prossime settimane — ha continuato il sindaco — porterò in Consiglio comunale l’adozione della variante urbanistica relativa all’investimento della tempra.
Sono convinto che il futuro di Piombino debba passare da una visione generale che riguardi il rilancio delle fabbrica ma anche, al tempo stesso, i temi delle bonifiche e degli investimenti infrastrutturali”.
Il Ministero si è impegnato a stanziare ulteriori 25 milioni, in aggiunta ai 18 milioni già previsti, per l’area di crisi complessa di Piombino. Una circostanza importante nell’ottica dei rapporti con JSW, con cui il Ministero ha iniziato a discutere anche del prezzo dell’energia.
“Di fronte ai molti impegni del pubblico — ha proseguito Ferrari — il privato dovrà far conoscere i concreti progetti industriali senza cercare alibi. Il Comune di Piombino deve essere protagonista di questo scenario: non si tratta di una pretesa illegittima e sproporzionata né dal punto di vista istituzionale, dato che il problema è nel territorio di Piombino ed è giusto che il Comune sia il primo attore, né dal punto di vista finanziario. Ciò consentirebbe anche, e non è cosa di poco conto, una gestione di ogni problema a contatto diretto con la popolazione che quotidianamente lo vive e ha diritto, attraverso l’istituzione che la rappresenta direttamente, alla partecipazione e al controllo”.
Successivamente alla riunione romana il sindaco di Piombino ed il presidente della Regione Toscana hanno informato del suo andamento le organizzazioni sindacali nella sede di Piombino dell’Autorità Portuale. All’esterno era presente un presidio del Camping CIG che ha diffuso il seguente volantino:
Comunicato Camping CIG
Oggi si è svolto al MiSE a Roma un altro incontro sulla questione del futuro delle acciaierie di Piombino. Ci auguriamo che l’informazione non si arresti agli addetti ai lavori. Questi incontri sono cruciali per capire se JSW Steel Italy Piombino e Governo stanno muovendo qualche passo concreto verso lo sviluppo di un corposo piano di investimenti o se giocano allo “scarica barile” , come noi temiamo. Se vogliamo dare sostanza alle parole sovranità e democrazia (cioè alla nostra Costituzione) è necessario che gli esiti degli incontri siano divulgati tra lavoratori e cittadini e siano oggetto di dibattito pubblico. Su questo tema noi abbiamo recentemente distribuito una “lettera aperta”, ove abbiamo espresso il nostro punto di vista sulla situazione e abbiamo sollecitato un dibattito sulla necessità di un “piano B”, prendendo atto della mancanza di concreti segnali di avanzamento verso i grandi investimenti sbandierati e verso le bonifiche. Sollecitiamo i sindacati ad organizzare assemblee in fabbrica e invitiamo il sindaco a promuovere una assemblea pubblica cittadina. Lavoratori e cittadini devono essere dettagliatamente informati sull’andamento degli incontri romani. Ciò consentirebbe una libera e partecipata discussione sulle misure e iniziative da intraprendere per uscire dalla stagnante e pericolosa situazione in cui l’ ultimo accordo di programma ci ha infilati. La città ha bisogno urgente di programmare i suoi assetti economico-produttivi e urbanistici futuri. Si parla del futuro di tutti e tutti devono poter partecipare alle scelte.