Il Consiglio comunale è un guscio vuoto
PIOMBINO 28 febbraio 2014 — Proviamo a pensare per un momento al ruolo di un Consigliere comunale, qual è la sua funzione principale se non quella di rappresentare i cittadini in aula consiliare, e tentare di condizionare, discutere, decidere, insomma, la corretta dialettica che poi si traduce in decisione? Cosa ha deciso il Consiglio comunale di Piombino sulla crisi economica della città, e quali misure ha pensato di mettere in campo per far fronte o almeno mitigare questo dramma sociale? Nulla ha discusso, niente ha deciso. Tutto questo certamente non per la volontà delle forze di opposizione, che più volte hanno sollecitato incontri, commissioni, tavoli di crisi, ma niente, questa maggioranza non ha mai avuto intenzione di parlare, sa già tutto, ha tutto sotto controllo, preferisce solo comunicare lo stato delle cose, e anche su questo magari meglio non discutere. E’ mortificante, ve lo assicuro, e un po’ anche fa rabbia, ma tant’è, che anche noi ormai ci abbiamo fatto l’abitudine, anche quando all’unanimità si decide di convocare una commissione e quest’indicazione viene disattesa, allora non c’è proprio niente da fare. Non è che il Consiglio o i consiglieri abbiano in sé la scienza infusa, ma si tratta di una questione di metodo, e di interpretazione padronale della cosa pubblica, aspetto che ha caratterizzato molto la politica locale del Partito Democratico. In un mondo normale di solito contano le cose fatte, anche se spesso si confondono con quelle annunciate. Chi sceglie senza dialogo non può addossare le colpe dei propri fallimenti ad altri, non può continuare ad evocare i complotti contro Piombino se le cose non funzionano e ancora meno condividere i fallimenti con chi non ha mai coinvolto nelle scelte; chi non ascolta si assuma le responsabilità del caso, tutte, fino in fondo.
Riccardo Gelichi, Portavoce della Lista Civica Ascolta Piombino