Il contributo programmatico di Ascolta Piombino

· Inserito in Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 15 mag­gio 2015 — In ques­ta fase di elezioni region­ali, la lista civi­ca Ascol­ta Piom­bi­no vuole portare un con­trib­u­to pro­gram­mati­co rispet­to alle esi­gen­ze e crit­ic­ità che guardano al nos­tro ter­ri­to­rio; lo scopo prin­ci­pale è sen­si­bi­liz­zare gli organ­is­mi locali e region­ali sul­la neces­sità di val­oriz­zare il ter­ri­to­rio piom­bi­nese e del­la Val di Cor­nia rispet­to alle poten­zial­ità inespresse in ambito via­bilis­ti­co, tur­is­ti­co, nau­ti­co e cantieris­ti­co. Abbi­amo quin­di redat­to una sin­te­si pro­gram­mat­i­ca, una boz­za di atto di ind­i­riz­zo che invier­e­mo alle forze politiche e le rap­p­re­sen­tanze di cat­e­go­ria del ter­ri­to­rio. Nel doc­u­men­to pro­gram­mati­co indi­viduiamo i pun­ti di poten­ziale svilup­po e ne trac­ciamo i per­cor­si; par­ti­amo da un’indispensabile riv­is­i­tazione del Piano del­la Cos­ta Urbana, dove ci poni­amo come obbi­et­tivi pri­mari un poten­zi­a­men­to dei servizi alla per­sona, a quel­li ricettivi, alla nau­ti­ca di tran­si­to, cer­can­do di val­oriz­zare ogni sito di cui disponi­amo, armo­niz­zan­do l’intervento pri­va­to con quel­lo pub­bli­co. Con­tinuiamo a ritenere fon­da­men­tale il recu­pero delle aree agri­cole frazion­ate come Fab­ric­ciane e Tor­ren­uo­va. Pros­eguiamo nel sostenere con forza le nos­tre vocazioni marit­time cer­can­do di esprimere conc­re­ta­mente le poten­zial­ità del­la cantieris­ti­ca e del­la nau­ti­ca, sug­ge­ri­amo per­cor­si per svilup­pare nuove indis­pens­abili infra­strut­ture. Siamo con­vin­ti che c’è almeno una parte del­la cit­tà che ha capi­to la neces­sità di un vero cam­bi­a­men­to, nel­la men­tal­ità, nel­la cul­tura, nel­la neces­sità di stac­car­si dai vec­chi mod­el­li ide­o­logi­ci, e allo­ra non sola assis­ten­za ma temi come il lavoro, il deco­ro e l’innalzamento del tes­su­to socio eco­nom­i­co. Noi non siamo mai sta­ti quel­li del no a pre­scindere, ma siamo altret­tan­to con­sapevoli che sen­za cam­bi­a­men­to e pro­pos­ta rischi­amo di restare sem­pre più chiusi nel nos­tro geografi­co iso­la­men­to.

LA LISTA CIVICA ASCOLTA PIOMBINO

Con­sapev­ole del­la vastità dei temi all’or­dine del giorno per la ripresa di questo ter­ri­to­rio, attual­mente gia­cen­ti sui vari tavoli degli accor­di di pro­gram­ma, ma anche con­sapev­ole delle altret­tante innu­merevoli occa­sioni a nos­tra dis­po­sizione, che sarebbe oppor­tuno cogliere per la diver­si­fi­cazione del­l’in­tero com­pren­so­rio, nel­la con­tin­ua ricer­ca di con­ver­gen­ze con le altre forze politiche mod­er­ate e pro­gres­siste, pre­sen­ti in Con­siglio Comu­nale, elen­ca, al fine di con­tribuire ad una migliore azione di gov­er­no, una serie di crit­ic­ità da essa ril­e­vate in alcu­ni atti del­l’am­min­is­trazione locale.
Elen­ca inoltre, in coeren­za con il pro­prio pro­gram­ma e alla ricer­ca di pos­si­bili con­ver­gen­ze, una serie di pro­poste che ritiene nec­es­sarie per il rilan­cio del­l’edilizia, del tur­is­mo, e del­la nau­ti­ca.

Crit­ic­ità ril­e­vate negli atti di gov­er­no locale:
1)Nel mer­i­to del­la revi­sione gen­erale del­la piani­fi­cazione urban­is­ti­ca, si ritiene ster­ile avviare un pro­ced­i­men­to per una vari­ante al R.U. a soli tre anni dal­la sua sca­den­za, come intende fare l’Am­min­is­trazione Comu­nale in adegua­men­to alla L.R. 65. Meglio sarebbe lottare affinché la Regione, in con­sid­er­azione del­la nos­tra apparte­nen­za alle aree di crisi com­p­lessa, e all’e­si­gen­za quin­di di apportare vari­anti a stru­men­ti urban­is­ti­ci di più ampio respiro, con­cedesse una dero­ga per pas­sare subito al Piano Oper­a­ti­vo, pre­vis­to dal­la stes­sa legge regionale in luo­go del Rego­la­men­toUr­ban­is­ti­co. Per­ché per­cor­ren­do la stra­da del­la vari­ante ad un piano con sca­den­za così ravvi­c­i­na­ta, si rischia di non avere tem­po per attuare le scelte oper­ate una vol­ta rese esec­u­tive.
Per­ché è bene ricor­dare che non è suf­fi­ciente mod­i­fi­care il Piano Strut­turale per con­cedere autor­iz­zazioni a costru­ire, ma le stesse devono nec­es­sari­a­mente essere ricom­p­rese nel R.U. o, tan­to meglio, sul Piano Oper­a­ti­vo che lo sos­ti­tu­isce. E comunque sia, su uno dei due che abbia una prospet­ti­va di più lun­ga vigen­za.
2)Per quan­to atti­enne la real­iz­zazione di nuove infra­stru­ture viarie, nec­es­sarie ad elim­inare l’iso­la­men­to del­la cit­tà, del suo por­to, e del­la sua indus­tria, dal resto del mon­do, si deve reg­is­trare che, nonos­tante tut­ti i buoni proposi­ti man­i­fes­ta­ti nel pre­sente e nel pas­sato, per con­cretiz­zare il pro­l­unga­men­to del­la SS. 398 fino al por­to, poco è sta­to fat­to e poco si è ottenu­to per la sua real­iz­zazione. Anche il trac­cia­to defin­i­ti­vo, chiara­mente avvan­tag­gia­to dalle nuove scelte indus­tri­ali, deve anco­ra essere riscrit­to, come deve essere chiar­i­to con quale stru­men­to e quan­do ren­der­lo coer­ente con le des­ti­nazioni urban­is­tiche.
Se nel pas­sato abbi­amo sostenu­to l’im­por­tan­za strate­gi­ca di ques­ta infra­strut­tura, per­ché nec­es­saria a una cit­tà parzial­mente iso­la­ta, con le sue attiv­ità indus­tri­ali, arti­gianali e por­tu­ali, adesso che si affac­ciano nuovi investi­tori, che ci incor­ag­giano ad immag­inare la nos­tra cit­tà come un copos­al­do di una rin­no­va­ta “Stra­da del­la Seta”, la man­can­za di un col­lega­men­to con la via­bil­ità nazionale e inter­nazionale si pre­an­nun­cia dram­mat­i­ca.
Per­tan­to noi rite­ni­amo che per la ricer­ca delle nec­es­sarie risorse eco­nomiche, sia indis­pens­abile intrapren­dere per­cor­si che vadano oltre le economie locali tipo SAT ecc., e che sia il caso di man­i­festare fin da subito, ancor pri­ma dei tavoli pre­or­di­nati, un approc­cio speci­fi­co tec­ni­co- politi­co solo per pro­muo­vere la fase infra­strut­turale. Solo cinque chilometri di una via­bil­ità a quat­tro cor­sie che potrebbe impedire, se non real­iz­za­ta in tem­pi utili, non solo il futuro del por­to e del­l’in­dus­tria, ma anche tut­to lo svilup­po del­la nau­ti­ca e del suo indot­to, per­lomeno nelle local­iz­zazioni uffi­ciali.
Noi abbi­amo il dovere di credere nei piani e nei proposi­ti dei nuovi investi­tori, per­cui l’idea che un grande flus­so di prodot­ti agro-ali­men­ta­ri prove­ni­en­ti dal nord-africa, appog­gi sul por­to di Piom­bi­no e da lì, deb­ba e pos­sa , pros­eguire ver­so tut­ta l’Eu­ropa, ci deve spronare a ren­dere il tut­to pos­si­bile e real­iz­z­abile. Se così non fos­se, come dice­va­mo, rap­p­re­sen­terebbe una trage­dia in ter­mi­ni sociali e politi­ci. Per­tan­to cre­di­amo di non dover perdere più tem­po a spronare il gov­er­no per­ché torni ad essere un sogget­to “indus­tri­ale”, dob­bi­amo, al con­trario, spronarlo a man­tenere le sue vere pre­rog­a­tive, e cioè il tito­lare di tut­ti gli inter­ven­ti infra­strut­turali strate­gi­ci del­la nazione. Quin­di il sogget­to prin­ci­pale che deve garan­tire, pri­ma di ogni altra cosa, questo impor­tante rac­cor­do di soli cinque chilometri, in quan­to strate­gi­co per l’e­cono­mia di un intero com­pren­so­rio e forse di un intero set­tore regionale.
3)Apprendiamo che presto sarà adot­ta­to il piano per l’A­PEA di Col­ma­ta, e che sarà suc­ces­si­va­mente attua­to per stral­ci e pro­mosso pres­so l’im­pren­di­to­ria pri­va­ta. Pro­cedere con un piano par­ti­co­lareg­gia­to rifer­i­to alle sole aree di Col­ma­ta, quan­do quelle del­la ex Fin­tec­na, prati­ca­mente con­tigue e con la stes­sa des­ti­nazione restano escluse, sia un grosso errore. Queste ultime, acquis­tate con cir­ca 7 mil­ioni di risorse pub­bliche( fra Regione – Comune e poi Autorità Por­tuale), rischi­ano così facen­do di essere tagli­ate fuori dal mer­ca­to, e di perdere la fun­zion­al­ità con le altre pur essendo le più vicine alle aree por­tu­ali.
Sarebbe sta­to più logi­co redi­gere un piano organ­i­co di entrambe le aree, che nel­l’ev­i­den­za delle speci­fiche pecu­liar­ità le ren­desse fun­zion­ali alla vas­ta area di rein­dus­tri­al­iz­zazione e, quin­di, anche più per­ti­nen­ti con i futuri ban­di del­la Regione Toscana, che ver­ran­no pre­dis­posti per l’asseg­nazione dei 52 mil­ioni rel­a­tivi al PRRI ( Piano di Ricon­ver­sione e Riqual­i­fi­cazione Indus­tri­ale).
4)Riteniamo che una nota crit­i­ca deb­ba essere spe­sa pro­prio sul Piano di Ricon­ver­sione e Riqual­i­fi­cazione Indus­tri­ale, in par­ti­co­lare sul tipo di approc­cio eserci­ta­to per la sua redazione. Pri­ma di tut­to non sarem­mo dovu­ti arrivare a pro­muo­vere un ter­ri­to­rio come il nos­tro che di aree disponi­bili ne ha tante, ma al momen­to tutte prive di qual­si­asi piani­fi­cazione attua­ti­va. Sec­on­do, per­ché una situ­azione come la nos­tra dove un’in­dot­to esiste ma non sap­pi­amo come sosten­er­lo, rende anacro­nis­ti­co ogni ten­ta­ti­vo di clon­azione. Il gius­to approc­cio risiede nel­l’on­està cul­tur­ale, e quin­di lavo­rare nel­la con­sapev­olez­za del­la realtà. Il tipo di riqual­i­fi­cazione indus­tri­ale canon­i­ca risiede nelle volon­tà del­la Cevi­tal che, oltre la “Fab­bri­ca”, pro­pone tut­ta una serie di logis­tiche, sulle quali si deve puntare e sper­are affinché siano vera­mente attuate. Tut­to il resto, quel­lo che real­is­ti­ca­mente è pos­si­bile intrapren­dere sul ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia, oltre la rot­ta­mazione navale e i già con­creti pro­gram­mi por­tu­ali, risiede: pri­ma di tut­to, come già prece­den­te­mente affer­ma­to, nelle con­cretezze del­la 398 sen­za la quale non si va da nes­suna parte; suc­ces­si­va­mente nel­la vera cantieris­ti­ca e in tut­to l’in­dot­to del­la nau­ti­ca, nel­la quale bisogna credere vera­mente e non con­tin­uare a pro­por­la nei tre­cen­to metri per tre­cen­to, come attual­mente risul­ta nelle pre­vi­sioni del­la Chiusa. Dopo di ché dob­bi­amo insis­tere sul­l’a­gri­coltura, quel­la pro­pe­deu­ti­ca alla real­iz­zazione di indus­trie con­serviere, indus­trie utili non solo per l’a­gri­coltura, ma nec­es­sarie anche per inter­rompere quel­la fil­iera che al momen­to prel­e­va tut­to il pesca­to dalle nos­tre ban­chine e lo trasporta in Fran­cia e in Spagna. Queste risorse il nos­tro ter­ri­to­rio le ha sem­pre avute e le ha sem­pre scar­tate, per­ché tron­fio del­la sua mono­cul­tura.
5)Anche l’ap­proc­cio per la ricon­ver­sione delle aree del­la cen­trale ter­moelet­tri­ca di Torre del Sale, come recen­te­mente comu­ni­ca­to dal­l’Am­min­is­trazione, risul­ta alquan­to retori­co e anche utopi­co. L’an­nun­cio del­l’in­ter­ruzione da parte del­l’ENEL del­la pro­duzione di ener­gia e l’ab­ban­dono delle rel­a­tive strut­ture entro l’an­no, deve com­portare una più ampia rif­les­sione sul­la neces­sità di uti­liz­zare anche aree che vadano oltre il perimetro stes­so del­la cen­trale. Avere a dis­po­sizione aree già antropiz­zate con strut­ture di tipo indus­tri­ale, com­pre­so un por­to come quel­lo di servizio alla ex cen­trale, deve far riflet­tere sul­la pos­si­bil­ità e sul­l’op­por­tu­nità di con­verg­ere, in quel­l’am­bito del­la foce del Fiume Cor­nia, attiv­ità più in sin­to­nia con la tipolo­gia delle strut­ture abban­do­nate. Per­tan­to in con­sid­er­azione delle carat­ter­is­tiche del sito in argo­men­to, e del­la pre­sen­za di un por­to già a regime, tut­to ciò può rap­p­re­sentare una grande oppor­tu­nità per con­cen­trarvi il futuro del­la cantieris­ti­ca, anche se questo com­por­tasse vari­anti strut­turali fino allo stes­so Mas­ter­plan.
Per pas­sare alla redazione delle vari­anti di cui al pun­to numero uno, il Con­siglio Comu­nale adot­terà un’at­to di ind­i­riz­zo per la Giun­ta, che sicu­ra­mente, e gius­ta­mente, met­terà al pri­mo pos­to la pre­sa d’at­to del nuo­vo piano indus­tri­ale, ma cosa dirà e cosa farà per sostenere l’edilizia e il tur­is­mo non ci è dato di saper­lo.
Per­tan­to, fer­mo restando quan­to già affer­ma­to al pun­to prece­dente, per ciò che attiene l’in­dot­to del­la nau­ti­ca in foce di Cor­nia, per gli altri pun­ti come il tur­is­mo, l’edilizia e la nau­ti­ca, l’ap­proc­cio più sicuro si ritiene pos­sa essere rap­p­re­sen­ta­to da:

Per sostenere l’edilizia
a) Tut­ti conos­ci­amo cosa sia l’in­dot­to del­la fab­bri­ca, e quan­to sia penal­iz­za­to dal­la crisi , per­ché ne sen­ti­amo par­lare molto e per­ché sebra essere l’u­ni­ca con­seguen­za diret­ta del fal­li­men­to del ciclo inte­grale, ma alla mag­gio­ran­za sfugge quan­to sia impor­tante e quan­to sia vas­to anche quel­lo del­l’edilizia. Ebbene, il set­tore del­l’edilizia e il suo indot­to sono in crisi molto di più di quel­lo indus­tri­ale, pri­ma per­ché in questo set­tore dif­fi­cil­mente si appro­da agli ammor­tiz­za­tori sociali, sec­on­do per­ché vista la situ­azione non si real­iz­zano più opere civili, e l’edilizia res­i­den­ziale ha toc­ca­to i min­i­mi stori­ci. Se in gen­erale la crisi del­l’edilizia è ovunque, nel caso di Piom­bi­no è anco­ra più sen­ti­ta, in quan­to penal­iz­za­ta da quel­la indus­tri­ale, che ha mes­so in dis­cus­sione lo stes­so pat­ri­mo­nio edilizio esistente, il quale sta risul­tan­do sovradi­men­sion­a­to rispet­to ai res­i­den­ti, a pre­scindere dal­la perdi­ta del potere di acquis­to.
Per­tan­to per il ter­ri­to­rio del Comune di Piom­bi­no, e in parte per quel­lo del­l’in­tera Val di Cor­nia, per sostenere l’edilizia ci dovre­mo ori­entare su opere che non siano nec­es­sari­a­mente res­i­den­ze o, quan­to meno, res­i­den­ze urbane. Noi abbi­amo l’op­por­tu­nità di trasfor­mare una pia­ga come quel­la delle lot­tiz­zazioni abu­sive in una grande risor­sa: questo ter­ri­to­rio negli ulti­mi quar­an­t’an­ni ha subito lot­tiz­zazioni abu­sive di ogni genere, alcune sono state com­bat­tute e vinte, ma la mag­gio­ran­za l’ab­bi­amo dovu­ta subire per via dei con­doni edilizi, sono nate così le vaste aree def­i­nite dagli atti comu­nali ”Zone Agri­cole Degra­date”, rap­p­re­sen­tate prin­ci­pal­mente, per la loro vastità, da quelle delle Fab­bric­ciane e Tor­ren­o­va.
Non è cer­ta­mente questo il doc­u­men­to con il quale appro­fondire gli aspet­ti tec­ni­ci, e tutte le moti­vazioni che avreb­bero dovu­to già da tem­po indurre l’Am­min­is­trazione ad inter­venire per mit­i­gare il degra­do ambi­en­tale e pae­sag­gis­ti­co pre­sen­ti in dette aree, ma una cosa è cer­ta, le attuali con­dizioni igien­i­co-san­i­tarie da sole impor­reb­bero già inter­ven­ti rad­i­cali di regi­mazione e trasfor­mazione. Come dice­va­mo abbi­amo l’op­por­tu­nità di trasfor­mare una pia­ga in una grande risor­sa, e forse potremo essere anche gli uni­ci in Toscana, se intel­li­gen­ti, che nel rispet­to dei piani pae­sag­gis­ti­ci, miglio­ra­no il ter­ri­to­rio extrau­r­bano real­iz­zan­do infra­strut­ture e nuo­va edilizia, anche se a bas­so impat­to ambi­en­tale.
Per fare questo, e sos­ti­tuire i brut­ti man­u­fat­ti frut­to dei con­doni edilizi, e recu­per­are una grossa fet­ta di ter­ri­to­rio sot­to il pro­fi­lo ambi­en­tale e pae­sag­gis­ti­co, è nec­es­sario che queste aree siano sot­to­poste ad una piani­fi­cazione attua­ti­va di inizia­ti­va pri­va­ta oppure pub­bli­ca, con la quale definire pri­ma tutte le opere di urban­iz­zazione nec­es­sarie sot­to il pro­fi­lo infra­strut­turale ma, prin­ci­pal­mente, nec­es­sarie per sop­perire all’at­tuale man­can­za di un adegua­to smal­ti­men­to dei liqua­mi, che rap­p­re­sen­ta la vera pia­ga di questi luoghi. E suc­ces­si­va­mente definire il gra­do di inter­ven­to ammis­si­bile sui man­u­fat­ti con­do­nati, anch’es­si defini­bili la pia­ga del pae­sag­gio. Tut­to ciò, come sud­det­to, oltre a rap­p­re­sentare un’op­por­tu­nità per il pae­sag­gio, potrebbe rap­p­re­sentare anche una grande risor­sa per il set­tore del­l’edilizia.

Per sostenere il tur­is­mo:
a) Riadottare il Piano Par­ti­co­lareg­gia­to del Par­co del­la Ster­pa­ia, espan­den­do la pre­sen­za tur­is­ti­ca ver­so servizi oltre la bal­neazione, per attiv­ità ludiche e di per­not­ta­men­to con stru­ture coer­en­ti con il par­co e le pecu­liar­ità del­lo stes­so;
b)Apportare una vari­ante al Piano Par­ti­co­lareg­gia­to del­la Cos­ta Urbana e al rel­a­ti­vo Piano di Recu­pero di Mari­na, per adeguar­lo alle nuove esi­gen­ze di bal­neazione e, prin­ci­pal­mente, per definire un uni­co ambito di servizio alla per­sona, alla bal­neazione e alla nau­ti­ca minore e car­rella­bile, all’in­ter­no di un perimetro che com­pren­da le aree del­l’ex Cen­tro Veli­co, l’in­tero com­p­lesso edilizio di Palaz­zo Appi­ani, il vec­chio por­tic­ci­o­lo mediceo, e tut­ta l’area del piaz­za­le di alag­gio, com­pre­so l’ed­i­fi­cio ex Lega Navale. Il tut­to reso attual­mente impro­dut­ti­vo dal­l’as­so­ci­azion­is­mo di turno. Men­tre con ques­ta soluzione potrebbe diventare un ambito com­p­lesso di servizio, e nel­lo stes­so tem­po un sis­tema pro­dut­ti­vo uni­co sul­la cos­ta toscana a due pas­si dal­l’Iso­la d’El­ba, dove in ter­mi­ni di servizi sarebbe pos­si­bile trovare il per­not­ta­men­to, la bal­neazione attrez­za­ta, servizi alla per­sona e, prin­ci­pal­mente, il noleg­gio di imbar­cazioni e di strut­ture di servizio per l’ormeg­gio e la nau­ti­ca car­rella­bile. Questo sis­tema oltre alla pro­pria carat­ter­iz­zazione e fun­zion­al­ità, potrebe diventare il volano per l’e­cono­mia del cen­tro stori­co e l’oc­ca­sione per infondere in ques­ta parte urbana, mag­giore sicurez­za di quan­to, al con­trario, pos­sa fare l’ab­ban­dono, o qua­si, del­l’ed­i­fi­ca­to urbano;
c) In analo­gia a quan­to sopra, sarebbe oppor­tuno inter­venire anche sul Piano Par­ti­co­lareg­gia­to del Par­co Arche­o­logi­co e Nat­u­ral­is­ti­co di Barat­ti, per apportare una vari­ante nel­la zona di “Canes­sa” e del con­tiguo cam­po boe. Anche qui, come a Mari­na, andrebbe sot­trat­to buona parte del cam­po boe all’u­so fai da te, e inser­i­to all’in­ter­no di un perimetro che cos­ti­tu­is­ca un’am­bito dove, con facil­ità, si pos­sano erog­a­re servizi alla persona(vedi posti letto),ristorazione,balneazione attrez­za­ta e servizi alla nau­ti­ca minore, con noleg­gio di posti bar­ca e imbar­cazioni.
Questo ambito, come quel­lo di Mari­na, carat­ter­iz­za­to dal­la dom­i­nan­za di aree e immo­bili di pro­pri­età pub­bli­ca, potrebbe diventare ogget­to di ban­di di evi­den­za pub­bli­ca,( in questo caso con la medi­azione del­la Soc. Parchi), e trasfor­mar­si in una risor­sa eco­nom­i­ca per il Comune o la Parchi stes­sa, oltre che un sis­tema intel­li­gente per garan­tire fruibil­ità delle coste e attrazione tur­is­ti­ca. Nat­u­ral­mente, tan­to Mari­na quan­to Barat­ti, dovreb­bero dialog­a­re tra loro e cos­ti­tuire due poli di parten­za e di arri­vo per le imbar­cazioni a noleg­gio, taxi boat, ecc.

A sosteg­no del­la nau­ti­ca:
Come sostenu­to prece­den­te­mente, per l’in­dot­to del­la nau­ti­ca è bene sfruttare l’op­por­tu­nità che ci viene con­ces­sa dal­la dis­mis­sione del­la cen­trale ter­moelet­tri­ca di Torre del Sale, per­ché le attuali pre­vi­sioni pre­sen­ti nelle aree del­la Chiusa di Ponte­doro, non sono all’oc­cor­ren­za espandibili, e per­tan­to non pos­sono garan­tire cer­ta­mente il futuro del­la cantieris­ti­ca.
Ma anche le stesse pre­vi­sioni del­l’ap­pro­do tur­is­ti­co, sem­pre nel­l’am­bito del­la Chiusa di Ponte­doro, in pre­sen­za dei legit­ti­mi appeti­ti indus­tri­ali, ( lam­i­na­toi, forni elet­tri­ci, ecc), e di quel­li altret­tan­to legit­ti­mi per la rot­ta­mazione navale, e per l’ap­pro­do di transat­lanti­ci, potran­no essere messe in dis­cus­sione. Per­tan­to c’è da ritenere che, fer­mo restando il futuro incer­to del por­to tur­is­ti­co sot­to Pog­gio Bat­te­ria, l’u­ni­ca soluzione prat­i­ca­bile sia rap­p­re­sen­ta­ta dal­l’am­pli­a­men­to lato est del­l’ap­pro­do di Salivoli.
Fra gli inter­ven­ti a sosteg­no del­la nau­ti­ca, e facen­ti sem­pre parte del­la Cos­ta Urbana e del rilan­cio del sis­tema pro­dut­ti­vo urbano, basato sulle forze impren­di­to­ri­ali, dove l’in­ter­ven­to pub­bi­co deve lim­i­tar­si al con­sol­i­da­men­to delle fale­sie, è nec­es­sario inquadrare l’am­pli­a­men­to del­l’ap­pro­do di Salivoli.
Dare un sen­so all’attuale appro­do di Salivoli che oggi non ha, sig­nifi­ca non solo risol­vere tutte le prob­lem­atic­ità pre­sen­ti, dagli scarichi del fos­so a quel­lo delle alghe, che han­no trasfor­ma­to quel­lo che res­ta del­la spi­ag­gia in una realtà bal­n­eare impro­poni­bile.
L’am­pli­a­men­to ide­ale che noi pro­poni­amo anche nel nos­tro pro­gram­ma, che si svilup­pa ver­so le pre­carie fale­sie sot­to Lun­go­mare Mar­coni, oltre a dare soluzione alla fra­nosità del­la cos­ta, potrà risol­vere anche le sud­dette prob­lem­atiche attra­ver­so i vari usi delle nuove ban­chine: come la real­iz­zazione di una pisci­na d’acqua sala­ta con las­tri­ci solari e strut­ture ludiche, che pos­sono riten­er­si alter­na­ti­va allo sta­bil­i­men­to bal­n­eare e alla bal­neazione in gen­erale, oppure la delo­cal­iz­zazione del­l’at­tuale ris­torante anch’es­so sulle nuove ban­chine, può risultare miglio­ra­ti­va. Anche l’even­tuale des­ti­nazione res­i­den­ziale delle attuali cab­ine bal­n­eari, pre­sen­ti negli edi­fi­ci prospici­en­ti il mare, può risultare un’accettabile soluzione.
Se i cit­ta­di­ni del­la Val di Cor­nia avran­no la forza di guardare al mare e alle sue poten­zial­ità inespresse, soste­nen­do come sud­det­to la Foce del Cor­nia e, prin­ci­pal­mente il prog­et­to per l’am­pli­a­men­to del­l’ap­pro­do di Salivoli, per clas­si­fi­car­lo defin­i­ti­va­mente “Por­to Tur­is­ti­co” pas­san­do dagli attuali 500 posti bar­ca fino ai pos­si­bili 1.500, avrà colto l’op­por­tu­nità per con­sol­i­dare le fale­sie che stan­no franan­do, per rilan­cia­re l’e­cono­mia del­la cit­tà e in par­ti­co­lare il ramo immo­bil­iare, per rilan­cia­re l’im­pre­sa edile ma, prin­ci­pal­mente, avrà colto l’oc­ca­sione per fare del nos­tro promon­to­rio uno dei più impor­tan­ti poli del­la nau­ti­ca pos­to al cen­tro del­l’arcipela­go toscano.

LISTA CIVICA ASCOLTA PIOMBINO

Commenta il post