Il falco pescatore Billy morto folgorato in Sardegna
PIOMBINO 29 agosto 2019 — È di pochi giorni fa la notizia della partenza di Billy dall’oasi di Orti-Bottagone per dirigersi in Corsica, terra che ospita sul suo versante occidentale vari falchi pescatori. Da lì ha volato lungo la costa fino al sud della Sardegna, per l’esattezza all’isola di Sant’Antioco. Stamani la notizia da parte dei responsabili del progetto di reintroduzione del falco pescatore, che il GPS lo dava fermo da troppo tempo sotto un palo della luce di fronte ad una spiaggia, con una strada a fianco…Ebbene il personale del WWF della vicina Oasi di Monte Arcosu, è accorso a recuperarlo e non hanno potuto che accertarne la morte per folgorazione. Triste storia, se si pensa che oggi avrebbe compiuto tre mesi, che è l’unica nidiata in Italia di tre falchi pescatori che quest’anno è riuscita ad involarsi e che ogni anno sono molti gli uccelli di grandi dimensioni che restano folgorati per essersi posati sui pali della luce, quei pali a cui andrebbero isolati i fili per evitare queste morti o messi dei dissuasori affinchè non vengano usati da posatoi. Nel 2013 successe anche nell’oasi di Orti-Bottagone sempre ad un falco pescatore e alcuni anni dopo ad una giovane cicogna presso l’oasi di Bolgheri. Enel distribuzione, in entrambi i casi, è intervenuta mettendo delle guaine ai fili in prossimità del palo, in modo che i grandi uccelli non restino folgorati se toccano contemporaneamente con le ali i fili opposti al palo.
Il tragitto percorso da Billy sul continente, visibile grazie ad un sito internet che riporta i segnali del GPS, è la conferma della rotta migratoria di molti uccelli, soprattutto quelli che dall’oasi vanno verso la Sardegna e viceversa: dagli Orti attraversano il Quagliodromo, passano dalla Chiusa, dove spesso fanno tappa, per dirigersi verso Punta Falcone dove girano verso l’Elba o continuano lungo il Promontorio di Piombino.
Anche il passaggio dal Quagliodromo implica un pericolo, cioè le pale eoliche. Sono infatti di un mese fa gli avvistamenti di un giovane falco di palude, nato all’interno del Bottagone, che girava ripetutamente intorno alla pala eolica più prossima al fiume Cornia, sfiorando più volte il pericolo di essere colpito, mentre il maschio di falco pescatore, rientrando in palude con il pesce tra gli artigli dopo averlo pescato nel mare di fronte al Quagliodromo, aveva preso una corrente ascensionale per fare meno fatica, ma ha rischiato di sbattere in una delle due pale più prossime al Cornia. Il WWF locale ha chiesto più volte alla società che gestisce le pale eoliche di poter accedere all’area sotto alle pale per poter eventualmente recuperare animali feriti o morti, come da accordi presi alla riunione di presentazione del progetto, ma ad oggi non abbiamo alcuna risposta. Ci auguriamo che gli altri due falchi, Blu e Bizet, al momento ancora presenti in oasi, siano più fortunati del loro fratello e che riescano a scamparla dai vari pericoli creati dall’uomo.
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