Il futuro della comunità per i tossicodipendenti
La notizia del Tirreno di oggi, se confermata, è di quelle che dovrebbero almeno far riflettere: «Chiudono entro fine gennaio le tre comunità di recupero per tossicodipendenti attive sul territorio provinciale». Si tratta dei tre centri delle Pianacce a Piombino, i Salci a Rosignano e Pian di Rena a Montenero (Livorno).
Naturalmente la fonte non è né l’ Asl né il Comune, è un’organizzazione sindacale. Al solito si mette in campo una direttiva regionale che non si sa bene quale sia e la stessa Asl ammette che non ne ha né informato la Società della salute né tantomeno discusso. A parte la difficoltà di parlare con la Società della salute della val di Cornia, come è noto mai funzionalmente esistita, questo è un problema, non cambierebbe se fosse solo un’ipotesi, di cui i Comuni devono discutere. Quando si parla dei Comuni non si intendono i singoli Sindaci nella loro autosufficienza ma tutti i Consigli Comunali dato che si tratta di un pezzo importante delle politiche sociosanitarie.
E se l’iniziativa non la prende l’Asl la prendano i Comuni stessi, cosa che per la verità rientra nei loro doveri.
Cominciamo a parlare pubblicamente ad esempio della realtà della tossicodipendenza in val di Cornia: anche soltanto dall’esame dei numeri della frequenza al Servizio tossicodipendenze (Ser.T.) emerge che il fenomeno droga in Val di Cornia è purtroppo in aumento, da anni, e continuo.
Ma su questo torneremo ancora.