Il Governo tenga conto delle differenze territoriali
SUVERETO 29 aprile 2020 — Il sindaco di Suvereto, Jessica Pasquini, ha scritto una lettera aperta al Governo, alla Regione Toscana, all’ANCI nella quale anche a partire dall’esperienza del Comune di Suvereto nel quale non si è manifestato nessun caso positivo al Covid-19 manifesta l’impellente necessità di misure per la riapertura che tengano conto “delle evidenti differenze territoriali nella diffusione e nella gestione del contagio, nelle regioni e nei territori, anche riconoscendo alle amministrazioni locali, ai sindaci in primis, ragionevoli margini di autonomia fondati sul senso di responsabilità degli amministratori locali e dei cittadini, come hanno già dimostrato di avere in questi due mesi”.
Di seguito la lettera integrale.
Ministro per gli Affari regionali e Autonomie Francesco Boccia
Presidente Anci Antonio DeCaro
Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
Presidente Anci Toscana Matteo Biffoni
Signor Ministro, cari Presidenti,
nel momento difficile in cui stiamo vivendo da settimane, il ruolo di noi sindaci è stato ed è particolarmente delicato, direttamente a contatto con i cittadini ed il tessuto sociale e produttivo delle comunità locali. Una vicinanza che implica una funzione non solo gestionale, ma anche – oserei dire – pedagogica, necessaria cioè al pieno rispetto delle norme e alla condivisione da parte dei cittadini delle misure governative, come quella del ‘restare a casa’, e nello stesso tempo cercando di rassicurare tutti, trasmettendo il senso di una situazione preoccupate ma governata. Un atteggiamento che si è guadagnato sul campo anche il Governo nazionale e che non deve rischiare di essere indebolito da una eventuale indeterminatezza della seconda fase.
Nel mio preciso caso, del Comune di Suvereto — poco più di 3.000 abitanti in provincia di Livorno, nella Maremma Toscana — posso con orgoglio dire che la quasi totalità della popolazione ha adempiuto ai suoi doveri e alla data in cui vi scrivo non si è manifestato nessun caso positivo al Covid-19 nei confini comunali, con numeri contenuti anche in tutta la provincia di Livorno.
Ora abbiamo bisogno di regole certe e chiare, possibilmente differenziate, come sono diversificate le condizioni ambientali e sociali di questo grande nostro Paese. Consapevole della delicata fase che stiamo attraversando e della necessità di non compromettere il lavoro fatto, è allo stesso tempo doveroso interpretare le necessità della popolazione e delle attività produttive e socio-culturali di ripartire al più presto e con regole ferme sulla convivenza con il virus.
Abbiamo bisogno di protocolli di sicurezza sanitari, lavorativi e comportamentali precisi e chiari, in grado di accompagnare la riapertura delle attività produttive e sociali, in modo che possa ripartire anche la nostra diffusa ma già fragile economia (che soprattutto nei piccoli comuni e nelle aree rurali non è solo economia, ma anche socialità, incontro, vivere civile…).
Le misure sulla riapertura dovranno tenere conto delle evidenti differenze territoriali nella diffusione e nella gestione del contagio, nelle regioni e nei territori, anche riconoscendo alle amministrazioni locali, ai sindaci in primis, ragionevoli margini di autonomia fondati sul senso di responsabilità degli amministratori locali e dei cittadini, come hanno già dimostrato di avere in questi due mesi.
Dobbiamo valorizzare e dare uno sbocco a questo senso di responsabilità civile maturato nei cittadini: non deprimerlo con la prospettiva di un incerto percorso, ma riaprendo da subito, seppure gradualmente e con le dovute precauzioni, le attività commerciali, produttive e socio-culturali a partire dalle zone meno colpite, con controllo e monitoraggio della situazione, pronti ad intervenire se malauguratamente se ne presentasse la necessità, ma non impauriti da una non più rinviabile ripresa delle nostre vite. Altrimenti si rischia davvero di vanificare lo sforzo fin qui profuso, anche in termini di fiducia e di credibilità nelle istituzioni. Tornare a vivere dopo la prova di responsabilità e i sacrifici personali: questa è la voce che si leva dalle nostre comunità.
Interpretando questo diffuso sentimento sociale, intendo dunque sollecitare il Ministro per le autonomie di farsi portavoce in sede governativa della impellente necessità di misure territorialmente differenziate, mentre ai presidenti DeCaro, Rossi e Biffoni chiedo di sostenere la mia proposta che, sono certa, riguardi anche moltissimi comuni, specialmente piccoli comuni come il mio, che per varie ragioni possono rappresentare oggi anche un ambito privilegiato e un concreto tentativo di sperimentazione della ripartenza.
Certa che saprete recepire questo mio appello, vi porgo i più cordiali saluti.
Suvereto, 29/04/2020
Jessica Pasquini
Sindaco Comune di Suvereto