Il grande fotovoltaico di Montegemoli è una chimera
PIOMBINO 11 luglio 2015 — Alla serie dei progetti non realizzati che sono costati al Comune anche in termini finanziari (Città futura, Città antica, nuovo canile comunale, centro di educazione ambientale, centro integrato della nautica solo per fare qualche esempio) si aggiunge l’impianto fotovoltaico di Montegemoli, l’impianto più grande della Toscana che, così veniva presentato, “si estenderà in oltre 13 ettari di terreno, prevede l’installazione a terra di pannelli in silicio policristallino e produrrà a regime 6,5 MWpp di energia elettrica in grado di soddisfare i bisogni di circa 8mila abitanti.…in termini di impatto ambientale…da solo ridurrà, ogni anno, l’immissione nell’atmosfera di 6.000 tonnellate di anidride carbonica, 21 tonnellate di ossido d’azoto, 12 tonnellate di anidride solforosa e saranno risparmiate quasi 2.000 tep (Tonnellate equivalenti di petrolio). Oltre 20 i milioni di euro di investimento complessivo attraverso un project financing”.
Intanto la sua non realizzazione costerà ai cittadini 42mila euro, così come ha deciso la Giunta comunale di Piombino il 2 luglio di quest’anno (per leggere clicca qui).
Ma seguiamo passo passo l’interessante storia.
È il 25 giugno 2008 e il consiglio comunale di Piombino decide di realizzare un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica su un terreno agricolo di 13 ettari a Montegemoli e di indire una gara per la costruzione e gestione dell’impianto con oneri completamente a carico dell’aggiudicatario che sarà compensato con l’attribuzione del contributo statale sull’energia prodotta per il periodo di tempo necessario all’ammortamento dell’impianto mentre l’energia stessa rimarrà nella disponibilità del Comune.
Il 15 ottobre 2008 il Comune affida al CET l’incarico di consulenza e assistenza tecnica per la realizzazione dell’impianto, stabilendo che le prestazioni di CET saranno pagate dal soggetto che si aggiudicherà la gara, nei modi che saranno stabiliti nel bando. CET è un consorzio di enti pubblici con un capitale sottoscritto pari ad 85.779,40 euro, in rappresentanza di 68 soci ( Comuni, Università, Camere di commercio, Aziende USL e altro). Il Comune di Piombino partecipa con lo 0,956%. Il Consorzio Energia Toscana ha fra i suoi obiettivi l’acquisto dell’energia (energia elettrica e gas naturale) necessaria a soddisfare il bisogno dei consorziati alle migliori condizioni reperibili sul mercato nazionale e/o estero ed il contenimento dei consumi energetici dei soci, oltreché la prestazione di servizi di assistenza e consulenza tecnica ai soci per materie attinenti all’oggetto sociale.
Il 2 dicembre 2008 viene sottoscritta la convenzione di incarico.
Il compenso riconosciuto al CET per la redazione dello studio di fattibilità dell’impianto richiesto è pari a 50mila euro più IVA. Il compenso riconosciuto al CET per l’assistenza tecnica alla redazione del bando di gara e per partecipare con un membro qualificato alla commissione di aggiudicazione dell’appalto comprensivo di ogni spesa e o onere sarà pari a 20mila euro più IVA.. Tali importi saranno inseriti fra gli oneri del concessionario nel bando di gara. Nel caso che la concessione non fosse aggiudicata, le parti concordano che al CET il Comune non riconoscerà nessun compenso né per lo studio di fattibilità né per l’assistenza tecnica. Nel caso che l’operazione non abbia esito per cause da imputarsi al Comune, lo stesso riconoscerà al CET il 50% dei compensi sopra indicati.
Il 22 settembre 2009 viene approvato lo studio di fattibilità redatto a cura di CET, viene indetta la gara e il 22 ottobre 2010 viene assegnata l’aggiudicazione definitiva ad un raggruppamento temporaneo d’impresa costituito da Consorzio Cooperative e Costruzioni come capogruppo, Estra, Consorzio Toscano Cooperative e SOF, unico partecipante alla gara.
La convenzione inserita nell’offerta di gara susseguente all’aggiudicazione potrebbe essere firmata ma il 20 dicembre 2010 il raggruppamento avverte che sarà redatto “un nuovo schema di convenzione e un nuovo pef [piano economico finanziario] a seguito di una negoziazione e concertazione con il Comune circa
–il regime di proprietà delle aree, non più acquisite tramite esproprio ma in diritto di superficie
–la nuova formulazione di tariffe incentivanti
–il concessionario diviene il “soggetto responsabile dell’impianto”
–la redazione di un nuovo cronoprogramma”.
Due giorni dopo, il 22 dicembre 2010, viene trasmessa la convenzione che non viene mai firmata per cui il Raggruppamento non diventerà mai concessionario.
Il Comune citerà successivamente (nel 2015) come fatti intervenuti modifiche legislative nazionali tra il marzo ed il maggio 2011, uno dei quali in particolare del 3 marzo 2011 avrebbe escluso l’impianto dagli incentivi statali e lo sblocco della possibilità urbanistica della realizzazione dell’impianto da parte della Regione avvenuta solo nell’ottobre 2011.
Ciò non impedisce al Comune di affermare nella Relazione previsionale e programmatica per il periodo 2011/2013 approvata dal Consiglio comunale il 29 marzo 2011 di porsi l’obiettivo per la fine del 2011 di concludere la progettazione definitiva (aprile), l’avvio e la conclusione dei lavori della realizzazione del parco fotovoltaico di Montegemoli. La sua gestione ed i relativi introiti permetteranno anche la realizzazione del nuovo canile comunale, parola di assessore.
Il ripensamento avviene nella Relazione previsionale e programmatica per il periodo 2012/2014 approvata il 30 marzo 2012 nella quale si dice tra gli obiettivi del 2012 che, stanti le modifiche normative nel settore della produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici in campo, la realizzazione dell’impianto di Montegemoli non appare più possibile, pertanto si dovrà andare all’annullamento della gara per sopraggiunti impedimenti.
Ma tutto rimane fermo per oltre tre anni quando il Comune il 2 luglio 2015 delibera “di prendere atto…della mancata realizzazione della procedura di “Progettazione, realizzazione e gestione di un impianto fotovoltaico e opere connesse nel Comune di Piombino, mediante finanza di progetto”. Essa “non risultava più conveniente sotto il profilo economico – finanziario ma avrebbe portato a esborsi annui verso il concessionario per mantenere in equilibrio il PEF impensabili per un comune medio come quello di Piombino”.
A questo punto, però, scatta la norma sottoscritta dal Comune con CET, è lo stesso Comune che lo ammette, per la quale “Nel caso che l’operazione non abbia esito per cause da imputarsi al Comune, lo stesso riconoscerà al CET il 50% dei compensi sopra indicati”.
E così il Comune si trova a di rimborsare al Raggruppamento Temporaneo di Imprese “CCC – ESTRA – SOF — CTC” la somma di € 42.000,00 (35.000,00+IVA al 20%) che il raggruppamento aveva versato al CET a titolo di acconto del 50% sulle spese di progettazione e assistenza alla gara, in considerazione che tale spesa fa carico al Comune di Piombino.
Tutto finito, con esborso di denaro.
Rimane un dubbio: «Perché non prima?»