DAL LETTO DI MALATTIA UNA LETTERA AL PRESIDENTE MATTARELLA

Il grido degli “invisibili” per una vita dignitosa

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PIOMBINO 20 feb­braio 2019 - La voce viene dagli “invis­i­bili”, dal silen­zio che non conosce riflet­tori, dal­la quo­tid­i­an­ità vis­su­ta nel­la sof­feren­za e nel­la soli­tu­dine. È la voce del­la dig­nità che comunque recla­ma il dirit­to ad una “vita dig­ni­tosa” di fronte al mes­sag­gio di una “morte dig­ni­tosa” che sem­pre più emerge quan­do la pietà finisce per con­tem­plare la fuga da un esisten­za ritenu­ta non più deg­na di essere vis­su­ta.
Abbi­amo rice­vu­to una  let­tera spedi­ta al pres­i­dente del­la Repub­bli­ca dal cit­tadi­no piom­bi­nese Alber­to Guer­ri­eri, toc­ca­to pro­fon­da­mente da un’es­pe­rien­za di sof­feren­ze quo­tid­i­ane e mem­bro del­l’as­so­ci­azione www.dirittovitadignitosa.it.
Lo spun­to per una rif­les­sione, che coin­volge tut­ti, nasce dal­la grazia con­ces­sa da Ser­gio Mattarel­la a cit­ta­di­ni anziani che han­no ritenu­to di dover porre fine alle sof­feren­ze sen­za scam­po delle pro­prie mogli. Nel­la fat­tispecie un provved­i­men­to di grazia con­ces­so, quin­di, per un sen­ti­men­to di umana pietà, di com­pas­sione, di com­pren­sione di fronte ad un gesto dis­per­a­to, com­pi­u­to nel dolore e nel­la soli­tu­dine. Ma, sec­on­do altre inter­pre­tazioni, anche un’azione che rischia di essere per­cepi­ta come una gius­ti­fi­cazione, in par­ti­co­lari ed eccezion­ali cir­costanze, a pot­er inter­rompere la vita di una per­sona sof­fer­ente.
La doman­da è: “Si può andare oltre la scelta di una <grazia per pietà>? Si può intrapren­dere, come del resto sta facen­do l’Or­ga­niz­zazione mon­di­ale del­la san­ità, una battaglia conc­re­ta final­iz­za­ta alla pre­ven­zione delle cir­costanze che deter­mi­nano questi cri­m­i­ni?” Una battaglia, nel­la sostan­za, non per una “morte dig­ni­tosa” ma per una “vita dig­ni­tosa”.
Ecco la let­tera spedi­ta al pres­i­dente del­la Repub­bli­ca dal cit­tadi­no piom­bi­nese Alber­to Guer­ri­eri del­l’as­so­ci­azione www. dirittovitadignitosa.it.

Egre­gio pres­i­dente,

pre­mes­so rispet­to per l’insindacabile giudizio rifer­i­to alla Grazia da Lei ritenu­ta oppor­tu­na e nec­es­saria, a nome e per con­to dell’Associazione Vita Dig­ni­tosa, ci sia con­sen­ti­to di esprimere una rif­les­sione crit­i­ca che pur con­sideran­do il con­testo nel quale sono sta­ti ese­gui­ti gli omi­ci­di delle rispet­tive mogli, pur con­sideran­do le par­ti­co­lari ed eccezion­ali cir­costanze, la sof­feren­za, la dis­per­azione, la soli­tu­dine, l’età avan­za­ta, insom­ma l’insieme delle cir­costanze atten­u­an­ti che nel giudizio del­la Corte han­no deter­mi­na­to una con­dan­na più lieve rispet­to ai cri­m­i­ni com­piu­ti, ne con­segue che dal nos­tro pun­to di osser­vazione, la Grazia con­ces­sa per un sen­ti­men­to di umana pietà, un sen­ti­men­to di com­pas­sione e cer­ta­mente di per­dono, è una Grazia che in uno sta­to di sof­feren­za, di dis­per­azione, di soli­tu­dine, di con­fu­sione men­tale per l’età avan­za­ta di deter­mi­nate per­sone, rischia di essere per­cepi­ta come un assen­so che sop­primere una Per­sona sof­fer­ente pos­sa trovare gius­ti­fi­cazione in par­ti­co­lari ed eccezion­ali cir­costanze.
La prego di essere com­pren­si­vo per­ché chi Le esprime con imbaraz­zo ques­ta rif­les­sione è un padre che da quat­tordi­ci anni, giorno dopo giorno, assiste nel­la più pro­fon­da dis­per­azione, un figlio nel­la sin­drome “locked-in” trau­mat­i­ca.
Di fronte ai casi “locked-in” trau­mati­ci e/o degen­er­a­tivi, come nel caso dell’Alzheimer, di fronte a questi Ulti­mi, a queste Per­sone sen­za voce, a questi casi Estre­mi, nel­la percezione del­la soli­tu­dine denun­ci­a­ta da Papa Francesco con la definizione di per­sone invis­i­bili  per­ché la Soci­età ha gira­to lo sguar­do altrove, siamo ten­tati di pen­sare che l’altro pen­si che la cosa migliore sia la fuga da una vita non più deg­na di essere vis­su­ta. E così si pen­sa di agire per pietà. In realtà, quan­do siamo las­ciati soli, incon­sci­a­mente si agisce per noi stes­si, per met­tere fine ad una nos­tra insosteni­bile sof­feren­za. Non a caso l’Organizzazione Mon­di­ale del­la San­ità pone al pri­mo pun­to la Pre­ven­zione di queste situ­azioni deter­mi­nate da un lun­go per­cor­so di sof­feren­za ed in quan­to tali, ritenute malat­tia preved­i­bile e cur­abile.
Ecco il pun­to. Andare oltre la scelta di una Grazia per Pietà, intrapren­dere una battaglia conc­re­ta final­iz­za­ta alla pre­ven­zione delle cir­costanze che deter­mi­nano questi cri­m­i­ni. Temi­amo che sia sta­ta sot­to­va­l­u­ta­ta l’emergenza sociale che negli ulti­mi cinque anni ha reg­is­tra­to un incre­men­to non solo degli omi­ci­di delle per­sone dis­abili, ma l’inquietante aumen­to di chi sem­pre più, priv­i­le­gia il Dirit­to ad una Morte Dig­ni­tosa ( il Sui­cidio assis­ti­to) anziché il Dirit­to ad una Vita Dig­ni­tosa. L’Associazione di Luca Coscioni e l’Associazione Dirit­to Vita Dig­ni­tosa sono le due fac­ce di una stes­sa trage­dia. La scelta di ritenere ques­ta vita non più deg­na di essere vis­su­ta e l’altra, altret­tan­to dram­mat­i­ca, di con­tin­uare a vivere in cir­costanze estreme.
Per noi, entram­bi i Dirit­ti rispet­tano la volon­tà di cias­cuno e tute­lano la Dig­nità di tut­ti.  

Una risposta a “Il grido degli “invisibili” per una vita dignitosa”

  1. L’ar­ti­co­lo che fa capo alla grazia con­ces­sa dal Capo del­lo Sta­to pone prob­lem, a mio avvi­so più gran­di del­la sem­plice doman­da (sin­te­tiz­zo) “può gius­ti­fi­care altri atti di sop­pres­sione di un mala­to di Alzheimer” .
    Intan­to provate a doman­darvi per­chè ha fat­to quel gesto; a mio avvi­so sono prin­ci­pal­mente due i prob­le­mi: intan­to la FAMIGLIA che a tut­t’og­gi non aiu­ta più i gen­i­tori nel dif­fi­cile com­pi­to del­l’as­sis­ten­za al mala­to sia sot­to l’aspet­to eco­nom­i­co sia sot­to l’aspet­to fisi­co, oggi­giorno i “vec­chi ROMPONO” e quin­di ven­gono las­ciati soli a fare fronte a questo prob­le­ma. Il sec­on­do caso sono le strut­ture ricettive per questi prob­le­mi, esse sono poche e va già bene se riesci a trovare un pos­to oltre­tut­to molto caro eco­nomi­ca­mente e molti non trovano la pos­si­bil­ità di pot­er affrontare quel­la spe­sa. Per­tan­to il prob­le­ma è e rimar­rà come oggi per molto tem­po anco­ra e purtrop­po la dis­per­azione potrà portare a quei gesti incon­sul­ti anche se det­tati dal non vol­er vedere il compagno/a del­la vita in quelle dan­nate con­dizioni

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