Il modello Piombino e i sindacati stizziti

· Inserito in Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 18 novem­bre 2015 — Ormai sono pas­sati tan­ti mesi da quan­do ci han­no propina­to una fila di promesse di cui non si sta veden­do la real­iz­zazione. Ci han­no trat­ta­to da “gufi” per­ché chiede­va­mo chiarez­za e dimostrava­mo pre­oc­cu­pazione per le risposte che non arriva­vano. Quan­do par­liamo con gente che abi­ta lon­tano ci sen­ti­amo dire: “Ma ora a Piom­bi­no avete risolto i prob­le­mi” oppure “Ora Piom­bi­no riparte”. Sapete per­ché? Per­ché Ren­zi e i suoi li han­no con­vin­ti che qui sia sta­to fat­to un bel lavoro. Il “mod­el­lo Piom­bi­no”: quel­lo con cui si dis­trugge una fab­bri­ca impor­tante per tut­ta la zona e per l’economia nazionale, sven­den­dola per il prez­zo di una vil­la a qual­cuno che viene dall’Algeria — con­tro la volon­tà del pro­prio gov­er­no — per smontare la nos­tra fab­bri­ca e ricostru­irsela in Brasile; così faran­no là, sen­za sicurez­za, sen­za mis­ure anti­nquina­men­to, sen­za dirit­ti sin­da­cali e con stipen­di da fame l’acciaio che face­va­mo noi. Il “mod­el­lo Piom­bi­no”: quel­lo con cui si con­seg­nano i lavo­ra­tori al padrone legati mani e pie­di, facen­dogli fir­mare anche la rin­un­cia a dirit­ti que­si­ti. Il “mod­el­lo Piom­bi­no”: quel­lo con cui si rin­un­cia alla pro­gram­mazione indus­tri­ale e si con­seg­na al mer­ca­to una pro­duzione strate­gi­ca, che in altri pae­si europei come Aus­tria, Fran­cia, Bel­gio etc. con­tin­u­ano a fare.
Sono anni che Rifon­dazione chiede l’intervento del­lo Sta­to in un set­tore che non può essere abban­do­na­to alle biz­zarrie inu­mane del libero mer­ca­to e sono anni che ci trat­tano da vision­ari, loro che han­no capi­to tut­to.
E ora, solo per­ché Rifon­dazione Comu­nista ha deciso di fare un pre­sidio davan­ti al Con­siglio di Fab­bri­ca per incor­ag­gia­re i rap­p­re­sen­tan­ti sin­da­cali a indurire la pro­pria con­dot­ta e per far­gli vedere che c’è qual­cuno dis­pos­to a sostenere un atteggia­men­to più battagliero, reagis­cono stizzi­ti. Leg­giamo post pic­cati di diri­gen­ti del­la Fiom che definis­cono “ridi­co­lo e di bas­so pro­fi­lo” la nos­tra inizia­ti­va. Chissà forse riter­reb­bero invece illu­mi­nate le inizia­tive che sposano il pun­to di vista del padrone.
Di sicuro res­ti­amo coster­nati quan­do i sin­da­cal­isti escono dal Con­siglio di Fab­bri­ca e non si fer­mano a par­lare con i lavo­ra­tori, come è suc­ces­so oggi. Sem­plice­mente ci sen­ti­amo in dovere di sti­mo­lare quei sin­da­cal­isti che ci sem­bra­no trop­po inde­cisi. E il fat­to che abbiano ader­i­to alla nos­tra man­i­fes­tazione anche SEL, M5S, PCL, Stao d’Emergenza e Mino­ran­za Sin­da­cale, dimostra che forse non siamo gli uni­ci a pen­sare che ci sia bisog­no di una inver­sione di ten­den­za nel com­por­ta­men­to del­la diri­gen­za del sin­da­ca­to locale.
La sto­ria di questi ulti­mi anni ci dice che Rifon­dazione Comu­nista ha sem­pre chiesto l’intervento del­lo Sta­to, se non come diret­to pro­pri­etario e pro­tag­o­nista del­la pro­duzione, come ci piac­erebbe, almeno come attore di una pro­gram­mazione nec­es­saria, nel­la con­vinzione che i prob­le­mi di quel set­tore si risolvono con un’unica strate­gia per Piom­bi­no, Terni, Taran­to, Bres­cia etc. Il sin­da­ca­to locale non ci ha mai aiu­tati in ques­ta battaglia, però, in com­pen­so i suoi diri­gen­ti si irri­tano notevol­mente ogni vol­ta che cer­chi­amo di fare qual­cosa che non piace al padrone. La prossi­ma vol­ta orga­nizzer­e­mo un’iniziativa a favore del liberis­mo sfre­na­to, forse allo­ra ci applaudi­ran­no.

Rifon­dazione Comu­nista, Cir­co­lo di Piom­bi­no

Commenta il post