Il motore della ripresa sarà il porto…a scatola chiusa
PIOMBINO 25 ottobre 2015 — Il Tirreno in cronaca locale di domenica 25 ottobre riporta a tutta pagina la notizia della riunione del Partito democratico a San Vincenzo, al cinema Verdi, presenti il segretario Valerio Fabiani, il segretario di circolo Roventini, i giovani democratici con i loro più alti rappresentanti locali, più il consigliere regionale Gianni Anselmi e l’ex consigliere MatteoTortolini.
In prima pagina lo si strilla con ” Ripresa, il motore è il porto “. Mi tuffo quindi nell’articolo ansioso di sapere che popò di novità ci siano. Scorrendo le righe apprendo che
— “l’innovazione (di cosa? quale?) sarà decisiva “, e va bene, ma ora si arriva al quid, ad esempio i contenuti, e infatti
— “sui contenuti — chiarisce Fabiani — ma anche nei metodi, c’è il segno di un partito moderno che spinge in una nuova direzione (quale?) anche il metodo con cui elabora per proprie decisioni.”. Ah. Ok. Ma veniamo al dunque, il porto dicevamo. Infatti, il nostro porto è nel Mediterraneo ( ma va?), e quindi
— “il Mediterraneo è la più grande delle opportunità per l’Italia ( ci si allarga), per la Toscana (beh, del resto…) e per Piombino (il quale, si sa, non affaccia sulla baia di Cheasepeake, sennò il discorso cambiava), e il nostro territorio col nuovo grande porto “.
Benissimo. Il passaggio sulla strada di accesso al nuovo grande porto, la 398, come gli anni trascorsi da quando avrebbe dovuto essere costruita, nell’articolo non viene riportato, ma non dipende dall’incolpevole giornalista. È un dettaglio, e poi ormai ci siamo, a giorni iniziano i cantieri. Ma lo sviluppo? vediamo:
— “il tempo è quello della crisi ( ahi ), tempo che ci impone repentini cambiamenti e in cui l’unità e la discussione sono pedine necessarie di un percorso di cose da fare ” . Ecco, ora ci dice quali.
— ” sapevamo, prosegue Fabiani, che scongiurata la catastrofe (quale ?. C’è stata una scongiurata catastrofe?), ci sarebbe stata la traversata del deserto (ohi), che deve essere più breve possibile (ah, ora va meglio), ma che è reale e produce sofferenza per lavoratori e imprese ( e chi se n’era accorto?)”.
Adesso, mi dico, si verrà al dunque. Infatti
— “definiamo quindi questo processo visionario perché attraverso di esso ci immaginiamo come saremo tra vent’anni, ma contemporaneamente concreto, perché non in tempi biblici ma entro il 2020 (che è lì dietro l’angolo) vogliamo cambiare tutto, sia in Val di Cornia come all’Elba”.
Hai detto steccolo, come dicono a Parigi!
Rileggo quanto letto finora e mi riesce ostico trovare il nucleo del titolo, ovvero i dettagli di come il porto sia il vero motore dello sviluppo ma forse sono io che riponevo troppa aspettativa nel tema, anzi, certo è così. Nel frattempo, si prosegue,
-” i sindacati non nascondono la loro preoccupazione per quanto riguarda Aferpi”. Ecco, questa è davvero una notizia, finora era stato tutto ben nascosto, specie le preoccupazioni. ” Noi ( credo i sindacati ) continuiamo ad avere fiducia in un progetto coerente con l’innovazione cui tendiamo, ma novembre sarà il mese decisivo (di quale anno? Il 2020?, Ah no, del 2015 ) entro il quale si dovranno concretizzare gli impegni che l’azienda ha preso con le istituzioni”. Si può essere meno d’accordo? No. Comunque i sindacati sono fuori tema. Il motore della ripresa è il porto, non Aferpi.
L’ articolo chiude con una serie di tavoli tematici tenutisi in coda all’incontro, con l’operaio che chiuse l’altoforno (tristezza), con l’imprenditore milanese che ha scelto di investire a San Vincenzo — ” un territorio di straordinarie potenzialità “, nientemeno, e i due vicesegretari della Federazione, Lolini e Maestrini, che sottolineano la bontà e necessità del confronto tra cittadini e istituzioni, deo gratias.
Interventi di Tortolini e Anselmi non pervenuti.
Insomma, tra visioni, immaginazioni, tavoli tematici e traversate del deserto, il motore della ripresa sarà il porto, e zitti.
Luca Guidi