Il no alla fusione è il minimo

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PIOMBINO 18 set­tem­bre 2013 — Con una deci­sione improvvisa­ta e con­traria ai pro­gram­mi elet­torali le mag­gio­ranze di Campiglia e Suvere­to han­no trasci­na­to i cit­ta­di­ni al ref­er­en­dum del 6 e 7 otto­bre sul­la fusione dei due Comu­ni.  Nel Comune di Campiglia la pro­pos­ta è sta­ta accol­ta con sor­pre­sa e con una dif­fusa indif­feren­za, men­tre a Suvere­to ha sus­ci­ta­to legit­time pre­oc­cu­pazioni per il ris­chio di perdi­ta di rap­p­re­sen­tan­za e di iden­tità ter­ri­to­ri­ale.  Tut­to ciò aggra­va­to dal fat­to che le popo­lazioni non sono state min­i­ma­mente coin­volte pri­ma di avan­zare la pro­pos­ta e che gli argo­men­ti usati dai fau­tori del­la fusione vertono solo sui con­tribu­ti finanziari, stra­or­di­nari e tem­po­ranei, che Regione e Sta­to dovreb­bero erog­a­re ai due Comu­ni per 10 anni. Abbi­amo già dimostra­to che l’insieme dei con­tribu­ti promes­si ammon­ta a cir­ca la metà del bilan­cio di un solo anno e che la fusione avrà comunque un cos­to per il riordi­no ammin­is­tra­ti­vo, com­pre­si ana­grafe, stradari, doc­u­men­ti di cit­ta­di­ni e imp­rese. Man­ca invece il prog­et­to strate­gi­co, quel­lo che i cit­ta­di­ni dovreb­bero per­cepire come una oppor­tu­nità di cresci­ta econo­mia e sociale.
La realtà è che i prob­le­mi di questi ter­ri­tori han­no una dimen­sione ben più ampia e che le mag­gio­ranze han­no clam­orosa­mente fal­li­to nell’ obi­et­ti­vo di far lavo­rare insieme i Comu­ni del­la Val di Cor­nia pro­prio nel momen­to in cui la grav­ità del­la crisi avrebbe richiesto coe­sione sociale e con­di­vi­sione di strate­gie per l’industria, l’agricoltura, il tur­is­mo, i servizi e le infra­strut­ture.
Sin dall’inizio abbi­amo giu­di­ca­to la pro­pos­ta come un arretra­men­to cul­tur­ale e politi­co e poten­zial­mente ris­chiosa per­ché da un lato non avrebbe prodot­to avvic­i­na­men­ti tra le comu­nità di Campiglia e Suvere­to e dall’altro avrebbe legit­ti­ma­to altri Comu­ni ad intrapren­dere strade alter­na­tive, come dimostra la pro­pos­ta di Piom­bi­no di trasferir­si da solo nel­la Provin­cia di Gros­se­to o quel­la del Comune di San Vin­cen­zo di unir­si a Castag­ne­to e Bib­bona.
Ora bisogna fer­mare con il NO al ref­er­en­dum una scelta improvvisa e sbagli­a­ta e ripren­dere nel­la prossi­ma leg­is­latu­ra un serio rap­por­to con tutte le ammin­is­trazioni del­la Val di Cor­nia e dei Comu­ni lim­itrofi per val­utare come affrontare la nec­es­saria rifor­ma delle nos­tre ammin­is­trazioni.  L’obiettivo è quel­lo di miglio­rare i servizi, ridurre costi e tem­pi per i cit­ta­di­ni e dotare questi ter­ri­tori di pro­gram­mi e prog­et­ti coor­di­nati all’altezza del­la crisi in cui siamo pre­cip­i­tati.
Di questo par­lere­mo nell’assemblea pub­bli­ca di ven­erdì 20 set­tem­bre, alle ore 21, nel­la sede del Comune dei Cit­ta­di­ni nel cen­tro stori­co di Campiglia, in via Magen­ta 1. Tut­ti sono invi­tati a parte­ci­pare.

Comune dei Cit­ta­di­ni

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