Il paesaggio ed il partito che non c’è

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PISA 3 aprile 2015 — A propos­i­to e a spropos­i­to, molto si è det­to sul piano pae­sag­gis­ti­co del­la Toscana; una crit­i­ca che ricorre è che i prob­le­mi esplosi pri­ma dell’approvazione sareb­bero con­nes­si alla scarsa con­di­vi­sione con gli enti ter­ri­to­ri­ali, con i loro rap­p­re­sen­tan­ti e con la popo­lazione. I pro­fes­sori – si dice — han­no par­tori­to un piano dif­fi­cile e inap­plic­a­bile, e non han­no tenu­to con­to delle situ­azioni reali.
Da rap­p­re­sen­tante del Dipar­ti­men­to CFS di Pisa nel CIST (la strut­tura interuni­ver­si­taria che ha elab­o­ra­to il piano), pos­so tes­ti­mo­ni­are che Anna Mar­son, oltre ai con­fron­ti con i docen­ti delle 5 Uni­ver­sità toscane, ha effet­tua­to moltissi­mi incon­tri, con enti, asso­ci­azioni, pro­dut­tori, cit­ta­di­ni.
C’è, tut­tavia, una ques­tione vera: tra l’elaborazione pro­gram­ma­to­ria del­la Regione e la “gente” il trait d’union non è sta­to suf­fi­ciente; Io stes­sa conosco le linee del piano solo per­ché ho parte­ci­pa­to a incon­tri sci­en­tifi­ci, ma non per­ché qual­cuno, a com­in­cia­re dal mio par­ti­to, abbia con­vo­ca­to riu­nioni allargate su un tema così deci­si­vo.
E’ un nodo forte: i famosi cor­pi inter­me­di, tra cui i par­ti­ti che fino a pochi anni fa anco­ra ser­vivano da cas­sa di riso­nan­za, con­sul­tava­mo, face­vano dis­cutere e poi fungevano da momen­to di sin­te­si median­do tra i vari con­flit­ti, stan­no scom­paren­do sen­za che altro di orga­niz­za­to li sos­ti­tu­is­ca. La strate­gia di liq­uidazione è perse­gui­ta da alcu­ni leader, Ren­zi in prim­is, che favoriscono le con­sul­tazioni salot­tiero-plebisc­i­tarie, ed è suf­fra­ga­ta dal­la inef­fi­cien­za del­la polit­i­ca.
Sul piano pae­sag­gis­ti­co, dunque, non sono man­cate le con­sul­tazioni isti­tuzional­mente dovute, ma si è reg­is­tra­ta una totale inerzia dei par­ti­ti, e in pri­mo luo­go del Pd regionale. Poco inter­es­sato alle tem­atiche ambi­en­tali e trop­po lega­to a inter­es­si por­ta­tori di voti, il Pd non ha infor­ma­to, non ha con­tat­ta­to e non ha dis­cus­so con il suo popo­lo, ma ha prefer­i­to lim­i­tar­si a riu­nioni nei palazzi, evi­tan­do qualunque cosa potesse assomigliare ad una larga con­sul­tazione popo­lare sul futuro del­la grande bellez­za, la mag­giore risor­sa toscana. Lo stes­so gov­er­na­tore Rossi (cui si deve l’ultima pos­i­ti­va medi­azione) ha pre­sen­ta­to da molte par­ti il suo libro, ma non mi pare abbia pro­mosso altret­tante inizia­tive sul PIT
Insom­ma, il Pd, come altri, esiste assai poco come par­ti­to, essendo un mis­to di iscrit­ti che con­tano poco e di elet­tori che con­tano solo in ter­mi­ni di voti e non di elab­o­razione e pro­poste. Sarebbe politi­ca­mente più utile se nel Pd regionale su questo si riflettesse, invece di gareg­gia­re al pre­mio per il miglior insul­to alla Mar­son.

Cris­tiana Tor­ti, Docente di Sto­ria dell’ambiente e del ter­ri­to­rio, Uni­ver­sità di Pisa

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