Il parco eolico non darà l’energia che serve a Jindal
PIOMBINO 11 gennaio 2019 – Da più parti e da alcuni giorni viene riferito che l’energia elettrica ricavata dal nuovo parco eolico Foce del Cornia servirà per la produzione di acciaio da forno elettrico la cui installazione è nelle intenzioni del gruppo indiano Jindal, recente proprietario dello stabilimento ex Lucchini. Lo ha così ribadito ai microfoni del TGR toscano l’assessore al bilancio, Ilvio Camberini: “È una cosa estremamente importante. Avere energia a basso costo potrebbe essere un punto fondamentale per il rilancio di Piombino”.
Non è facile valutare puntualmente quale sia l’energia elettrica necessaria alla produzione di acciaio da forno elettrico, quella, cioè, di cui potrebbe aver bisogno un forno elettrico installato a Piombino. Si possono comunque fare due conti senza la pretesa di giungere a risultati esatti al millesimo ma con il solo intento di cercare di capire.
Se, per esempio, prendiamo a riferimento uno studio del Gruppo Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile relativo ai certificati bianchi) del 2013, a pagina 21 troviamo una tabella sul consumo energetico per ogni tonnellata di acciaio liquido prodotto da forno elettrico. Più esattamente ci viene fornita una forbice con un minimo di 404 ed un massimo di 748 Kwh/t (cioè 1000 watt consumati in un’ora per produrre una tonnellata di acciaio liquido). Quindi, se si prende in considerazione il valore massimo indicato da Enea, con una semplice equivalenza, si ottiene un fabbisogno di energia elettrica necessaria al nostro forno di 0,748 Mwht (un megavattora è uguale a un milioni di wattora) per ogni tonnellata di prodotto.
Quante tonnellate rilascerà in un anno il futuro forno di Jindal? Dalle indicazioni che si possono trarre dai diversi documenti prodotti dallo stesso gruppo indiano, si ricavano previsioni di 1–1,2 milioni di tonnellate all’anno. Per semplicità riferimoci a un milione di tonnellate che moltiplicato per 0,748 ci indicano un consumo energetico del nostro forno pari a 748.000 Mwh in un anno.
A riprova, invece del riferimento ad Enea, possiamo anche considerare un forno di ultima generazione come, per esempio quello installato a Cremona nello stabilimento di Arvedi per il quale viene dichiarato un consumo di 350 Kwh per produrre una tonnellata di acciaio liquido.
In questo caso si calcolerebbe in 350.000 Mwh all’anno l’energia necessaria a produrre lo stesso milione di tonnellate di acciaio con un forno elettrico tipo quello di Arvedi.
Come abbiamo riferito nel nostro articolo apparso su Stile libero Idee dalla Val di Cornia il 20 dicembre 2018 (https://www.stileliberonews.org/le-torri-e-le-grandi-pale-nel-cielo-del-quagliodromo/) il parco eolico Foce del Cornia ha una potenza complessiva di 19,8 Mw e, dai dati indicati nella delibera della giunta regionale del 7 dicembre 2011, è previsto che funzioni per 2.150 ore l’anno. Ne consegue, con una banale moltiplicazione, che le sei torri produrranno in un anno 42.570 Mwh di energia elettrica.
Nella sostanza il nuovo parco eolico sarebbe in grado di soddisfare il 5,6 per cento del fabbisogno energetico del forno elettrico con le indicazioni di Enea e invece il 12,1 per cento nella più favorevole ipotesi del forno del tipo installato da Arvedi. Comunque, per quanto empirici possano risultare i nostri calcoli, i dati non sembrano avvalorare le affermazioni per cui il parco eolico fornirà “energia pulita e a basso costo” per il fabbisogno del forno di Jindal.
Ma c’è di più.
Dove di fatto finisce l’energia prodotta dalle sei torri del Quagliodromo? La risposta ce la fornisce la stessa società proponente (prima Fera spa e poi la subentrante la Società elettrica ligure toscana srl). Infatti al momento della richiesta di autorizzazione per realizzare il proprio progetto, Fera, il 13 ottobre 2010, indicò i lavori necessari per trasferire la propria produzione energetica. Opere recepite dalla Regione toscana nella citata delibera del 27 dicembre 2011 e riportate da Stile libero Idee dalla Val di Cornia sempre nell’articolo del 20 dicembre 2018. Per completezza di informazione ne diamo di nuovo conto: “È prevista la realizzazione di un cavidotto interrato a 20–30 KVolts per una lunghezza di circa sette chilometri e mezzo per il trasporto della corrente prodotta fino alla cabina elettrica di trasformazione denominata “Populonia”, situa-ta in località Montegemoli. Quindi la corrente sarà inserita sulla linea alta tensione della rete di trasmissione nazionale “Cafaggio – Piombino Cotone” a 132 Kv, come previsto nella soluzione tecnica minima generale fornita dalla società Terna”.
Oltre l’insufficente energia prodotta dai numeri si deduce che le pale eoliche funzionerebbero per circa 2,8 mesi l’anno cioè quando c’è il vento. Quindi il forno elettrico marcerebbe aspettando il vento buono e starebbe fermo per 9,2 mesi l’anno.