Il PD comincia a dubitare delle vecchie promesse
PIOMBINO 14 dicembre 2016 — Ho letto attentamente il documento originale del PD sulla variante urbanistica inerente i nuovi impianti industriali e sinceramente, a mio modesto avviso e limitatamente alla mia relativa conoscenza delle questioni analizzate, vi sono passaggi che sono di discutibile comprensione. L’impressione di primo acchito è che sembri essere messo di nuovo tutto in discussione, come se le “certezze”, talvolta anche fin troppo enfatizzate, si stiano all’improvviso mutando in dubbi. Insomma, un modo di mettere le mani avanti, tentando di interpretare concretamente la realtà della situazione in cui verte tutta la vicenda siderurgica ed agroalimentare. Forse incomincia a scricchiolare l’affidabilità del protagonista principale ed allora si tenta di cercare una strada per uscirne “politicamente” indenni, qualora si verificasse qualche imprevisto. In effetti la sponsorizzazione del percorso, se pur considerabile per alcuni come unica possibile soluzione, è andata oltre le semplici competenze politiche ed amministrative, con accenti e toni talvolta esageratamente ed impropriamente strumentalizzati. Si riesuma “Città Futura” e si prevedono interventi di riqualificazione di interi quartieri periferici, come se la “vecchia” area urbana godesse di ottima salute, auspicando investimenti che certamente non sarà semplicissimo reperire per l’esiguità delle casse comunali e per la difficoltà dei privati ad ottenere finanziamenti per mantenere perlomeno gli impegni presi, nonchè a far fronte alla spesa corrente per gli approvvigionamenti. Un passo indietro a quanto pare, concreto ed illuminante, peraltro auspicato da una parte autorevole della cittadinanza, non disponibile ad inchinarsi a scatola chiusa ad un unico assoluto soggetto imprenditoriale, ma che di fatto apre una crepa nella credibilità delle promesse da più parti avanzate, che hanno coinvolto molteplici e svariati ambiti istituzionali.