Il PD dica cosa vuole fare delle coste
SUVERETO 11 marzo 2015 — Confesso che sono tra quelli che hanno sentito un brivido freddo leggendo che con le osservazioni al piano del paesaggio presentate dall’amico Tortolini si eliminava il vincolo di inedificabilità sulle coste per attività turistica. Sorpresa e incredulità insieme che derivano dalla storia politica e istituzionale che ha visto la sinistra al governo del nostro territorio e che nel primo piano regolatore coordinato tra i Comuni, venne stabilita la completa liberalizzazione della costa da insediamenti che di fatto impedivano una fruizione aperta e libera del nostro litorale. Di fatto con quei piani, venne stabilito dal confine nord con Castagneto Carducci, fino a quello sud con Follonica, tutte le coste della Val di Cornia dovevano essere liberate da insediamenti di qualsiasi tipo, portando ogni attività, campeggio, bungalow o altro, nella parte interna. Basta ricordare il campeggio di Torrenuova e quello di Torre Mozza, per non parlare della lottizzazione abusiva della Sterpaia che, la sua liberazione e pubblico utilizzo ha fatto la storia della pianificazione urbanistica della Val di Cornia e che ha distinto in maniera positiva le azioni dell’allora governo del territorio, il tutto condito da una visone unitaria, consapevole e ragionata, oltre che condivisa in ogni suo aspetto. Parlare oggi di possibilità di realizzare interventi sulla costa porta quel senso di freddo che ricordavo all’inizio. Eppure la nostra Parchi Val di Conia è nata proprio per gestire anche le accoglienze turistiche sulle coste con dotazioni di servizi importanti alla pubblica fruizione.
E sulle coste non vorremmo, né in Val di Cornia e né altrove, porre insediamenti che trasformano un uso plurimo che valorizza e conferma una capacità di rapportarsi con il territorio dell’entroterra, per avere visione aperta che non chiude in camere stagne ogni settore di sviluppo, ma lo mantiene tutto in un processo studiato e consapevole, che parte dalla affermata consapevolezza di una diversificazione oggettiva che nella sostenibilità ambientale dello sviluppo trova la vera linfa per guardare avanti.
Credo di poter affermare che, almeno qui in Val di Cornia, sia chiaro il concetto che le coste debbano essere libere alla pubblica fruizione e non potrebbe essere accettata una visione che riporta insediamenti lungo le coste, tra l’altro nemmeno ben definiti e chiariti, siamo interessati ad un governo del territorio attento alla valorizzazione delle sue risorse naturali e ambientali, qui vogliamo uno sviluppo che non significa portare altro cemento o comunque insediamenti che occupano spazi che invece debbono rimanere liberi e aperti. Ritengo che il PD farebbe bene a chiarire con urgenza quali sono le sue visioni e i suoi impegni per il futuro, il rischio notevole è quello che anche su questo si gioca una parte non secondaria della sua credibilità sul governo del territorio.
Walter Gasperini