Il PD tra Letta, Renzi e progetto Piombino
PIOMBINO 25 febbraio 2014 — Il Partito Democratico del coordinamento territoriale Val di Cornia-Elba prende atto delle perplessità e del disagio di molti iscritti ed elettori circa le modalità attraverso le quali la Direzione Nazionale del Partito ha determinato le dimissioni del Presidente del Consiglio Enrico Letta e l’apertura della crisi di governo.
E’ vero che dopo l´uscita di Berlusconi dalla maggioranza e dopo l´esito del congresso del PD non c´è stata nel Governo quella ripartenza e quella svolta, in primo luogo sui temi sociali ed economici, che tutti ritenevano e ritengono necessaria. Sarebbe stato opportuno, però, avviare la discussione politica a partire da questi temi, in modo da evitare il rischio di trasmettere all’opinione pubblica l’immagine di una svolta politica motivata da ragioni di avvicendamento nelle cariche.
D’altra parte le perduranti gravi condizioni del bilancio nazionale (con il peso del debito pubblico), le politiche ed i parametri di rigore europeo, il perimetro della maggioranza parlamentare che dovrebbe sostenere il nuovo Governo impongono che la massima responsabilità di conduzione di Governo sia affidata al Segretario di Partito di maggioranza che, forte del consenso ottenuto nel congresso, può davvero imprimere una effettiva discontinuità.
Da questo punto di vista la discussione in Direzione Nazionale del Partito non ha fugato completamente i dubbi sugli obiettivi politici e programmatici che devono motivare una scelta politica come questa. Abbiamo trovato ingeneroso il trattamento riservato a Letta e ai suoi Ministri, ai quali avevamo chiesto di assumersi l´onere di guidare il Paese in un frangente difficilissimo e in condizioni politiche assolutamente eccezionali. La discussione e il documento votato, tra l’altro, non indagano le ragioni di merito e i nodi politici cruciali che hanno portato all’esaurimento della spinta e delle ragioni della sopravvivenza del governo Letta.
Nonostante tutte le preoccupazioni, riteniamo necessario sostenere con lealtà il tentativo del Segretario Nazionale del Partito, recentemente investito da un forte consenso popolare, di formare un nuovo esecutivo per imprimere al Paese la svolta necessaria che, a nostro avviso, deve contenere innanzitutto una maggiore attenzione ed incisività sul piano dell’economia e delle politiche del lavoro, dell’equità e della redistribuzione in favore dei soggetti sociali più deboli.
La svolta perché sia tale, necessita di dare all’azione politica del Governo un sostegno convinto dei possibili alleati, un respiro ed una maggiore capacità d’incidere sulle scelte europee e nazionali e di durare l’intera legislatura. Ciò, perché sia possibile, deve poggiare su di un accordo politico e programmatico chiaro e su di una maggioranza parlamentare coesa ed orientata su obbiettivi condivisi.
In questo senso sarà fondamentale che il governo Renzi si caratterizzi per politiche economiche che superino la fase dell’austerità e per una più forte ed efficace pressione sull’Unione Europea al fine di modificare l’indirizzo delle sue politiche.
Dobbiamo portare a compimento il percorso di riforme istituzionali e della legge elettorale proposto dal Segretario Renzi nelle scorse settimane, valorizzando il ruolo attivo del Parlamento e introducendo tutti i miglioramenti possibili. Ma la reale capacità di imprimere una svolta da parte del Governo dovrà essere misurata, sia sul terreno delle riforme istituzionali e elettorale, sia sul terreno di quelle economiche e sociali, a partire dall’emergenza lavoro e dalla necessità di sviluppare una nuova generazione di politiche industriali.
A questo proposito il Partito Democratico della Val di Cornia e dell’Elba chiede al gruppo dirigente regionale e nazionale del Partito di farsi carico delle istanze del nostro territorio, portando sul tavolo della costruzione del programma di legislatura, a cui il Presidente incaricato insieme al Pd e alle altre componenti della maggioranza dovranno lavorare, i seguenti punti, evitando che questa fase transitoria, in attesa della nascita del nuovo governo, incida negativamente sulla risoluzione delle emergenze che attraversano il territorio:
- Crisi del polo siderurgico piombinese e “Progetto Piombino”
Il rilancio di uno dei settori fondamentali dell’industria di base italiana, come la siderurgia, deve rappresentare una priorità per l’Italia e per l’Europa. Il nuovo governo dovrà concentrare tutti i suoi sforzi per assicurare a questo settore un futuro, scommettendo sull’innovazione e sulla ricerca e su scelte industriali che favoriscano un processo di risanamento ambientale; a questo proposito il recente protocollo firmato delle istituzioni rappresenta per Piombino un valido strumento per affrontare il tema delle bonifiche nell’ottica della valorizzazione della politica industriale. Per quanto riguarda il polo siderurgico piombinese, questo impegno deve andare di pari passo con quello di assicurare una continuità produttiva allo stabilimento Lucchini a ciclo integrale. L’attuale area a caldo non può fermarsi soprattutto quando ancora non c’è un’alternativa certa in grado di dare garanzie, sia rispetto all’occupazione (diretti e imprese dell’indotto), sia circa una maggiore competitività dello stabilimento e la sua capacità di stare sul mercato con impianti moderni e ambientalmente sostenibili. Al nuovo Governo chiediamo di lavorare perché la procedura pubblica volta ad individuare una nuova proprietà per la Lucchini si concluda al più presto individuando una soluzione sostenibile non solo dal punto di vista finanziario, ma anche dal punto di vista sociale così che si dimostri la soluzione più coerente rispetto le ambizioni del nostro territorio.
- Spostamento e smantellamento della Costa Concordia e conseguente sviluppo del Porto di Piombino
Il Governo deve confermare la scelta di portare il relitto della Concordia a Piombino, dando seguito al lavoro di questi mesi che ha visto coinvolto tutto il sistema istituzionale locale e regionale. La scelta di Piombino resta quella più logica e più sicura sotto il profilo ambientale, in quanto si tratta della destinazione più vicina al luogo del naufragio, e l’unica in grado di inserirsi in un progetto industriale capace di rilanciare lo sviluppo economico e produttivo di Piombino rafforzando la competitività delle industrie e del porto. Pertanto, lo sviluppo del porto con grandi fondali per l’attracco di grandi navi, con banchine ed accessibilità adeguate dovranno combinarsi con un nuovo assetto dello stabilimento Lucchini e con il nuovo polo di rottamazione delle navi capace di fornire il rottame allo stabilimento siderurgico a Km 0 e quindi a costi competitivi e minor impatto ambientale. Per questo la scelta di strutturare il porto di Piombino e di realizzare sul territorio un impianto di demolizione e riciclaggio delle navi, con certificazione di qualità europea dotato di tutti i moderni sistemi di tutela ambientale e di salvaguardia dei lavoratori, dovrà essere comunque accompagnata da un impegno forte del Governo Italiano.
Solo se questo avverrà potranno essere superati i dubbi sul percorso e sul metodo che ci ha condotto fin qui. Soltanto una politica in grado di affrontare insieme la questione sociale e la grave crisi istituzionale italiana, potrà riconquistare la fiducia dei cittadini e degli elettori.
Direzione PD Val di Cornia — Elba