Il rischio che RIMateria fallisca è palpabile

· Inserito in Spazio aperto

PIOMBINO 6 dicem­bre 2019 — Ci erava­mo ripromes­si di non inter­venire in qual­ità di sin­daci per provare a trovare, nonos­tante le dif­fer­en­ti visioni che esistono e sono evi­den­ti, pun­ti di cadu­ta pos­si­bili nell’interesse del nos­tro ter­ri­to­rio e dei nos­tri cit­ta­di­ni. È evi­dente, però, che non si può tacere di fronte a stru­men­tal­iz­zazioni del­la ver­ità e ricostruzioni final­iz­zate ad alleg­gerire il peso delle pro­prie scelte. Gli ind­i­rizzi del Piano pre­sen­ta­to ieri in Assem­blea Asiu, dal Con­siglio di Ammin­is­trazione di RIMa­te­ria, Francesco Pel­lati in tes­ta, non preve­dono il con­fer­i­men­to in dis­car­i­ca di rifiu­ti organi­ci prove­ni­en­ti da fuori, come ha dichiara­to il Sin­da­co Fer­rari. La tipolo­gia di rifi­u­to pre­vis­to è quel­la con­tenu­ta nelle pre­scrizioni del NURV e cioè 7.1A rifiu­ti iner­ti o sim­ili, comunque non putresci­bili e quin­di, in quan­to tali, non male­odor­an­ti. Ques­ta non è una nos­tra opin­ione, ma è ciò che è scrit­to nel doc­u­men­to pre­sen­ta­to in Assem­blea. il Sin­da­co Fer­rari affer­ma di aver vota­to con­tro quegli ind­i­rizzi per­ché in con­trad­dizione con le pre­scrizioni del NURV. Niente di più fal­so. Nelle pro­poste pre­sen­tate inoltre, lo dici­amo per chiarez­za e trasparen­za, oltre all’ipotesi di arresto dell’attività e quin­di di default, scel­to dal Sin­da­co di Piom­bi­no, sono state pre­sen­tate altre due opzioni: la pri­ma com­pren­dente 350.000 metri cubi di ripro­fi­latu­ra e rial­zo dell’ex Luc­chi­ni e la sec­on­da di 450.000 metri cubi di ripro­fi­latu­ra e rial­zo dell’ex Luc­chi­ni. Noi abbi­amo scel­to la sec­on­da, l’unica in gra­do di bonifi­care in maniera defin­i­ti­va ex Asiu, ex Luc­chi­ni e LI53, ma se Fer­rari avesse volu­to, avrebbe potu­to scegliere di autor­iz­zare i volu­mi già pre­visti dal­la Regione Toscana, 350.000 metri cubi. Non lo ha fat­to. Questo è il dato, e questo deve spie­gare ai cit­ta­di­ni, evi­tan­do di cer­care ali­bi e respon­s­abil­ità altrove. A questo propos­i­to si ricor­da che nonos­tante il socio pub­bli­co sia in mino­ran­za in RIMa­te­ria, ha potere deci­sion­ale sul piano indus­tri­ale ed il Sin­da­co di Piom­bi­no, quin­di, non può quin­di chia­marsene fuori, così come nonos­tante affer­mi che nes­suno ver­rà las­ci­a­to solo, non dice che il pub­bli­co non ha le risorse e le pos­si­bil­ità tec­niche ne di bonifi­care il ter­ri­to­rio, né di sostenere eco­nomi­ca­mente le 50 famiglie che sen­za ragione ven­gono las­ci­ate sen­za lavoro.
Il 18 dicem­bre la soci­età deciderà defin­i­ti­va­mente rispet­to al futuro di RIMa­te­ria. Cer­to è che il ris­chio che la soci­età fal­lis­ca sem­bra pal­pa­bile. E in questo caso la dis­car­i­ca chi­ud­erà sen­za che si fac­ciano e com­pletino gli inter­ven­ti di rac­col­ta del per­co­la­to, le cen­tra­line di mon­i­tor­ag­gio dell’aria, le cop­er­ture defin­i­tive delle dis­cariche pre­sen­ti, le bonifi­care delle aree, men che meno la LI53, sen­za con­sid­er­are che l’assenza di un sito di smal­ti­men­to per gli scar­ti siderur­gi­ci di Jsw potrebbe creare ulte­ri­ori crit­ic­ità ed osta­coli all’economia del ter­ri­to­rio.
Un quadro pre­oc­cu­pante è peri­coloso. Per questo rin­novi­amo l’invito ad abbas­sare i toni e a seder­ci ad un tavo­lo al cui cen­tro sia mes­so il futuro di questo ter­ri­to­rio, il suo tes­su­to eco­nom­i­co e sociale, la salute e la tutela dei suoi cit­ta­di­ni.

I sin­daci Alessan­dro Mas­si­mo Ban­di­ni di San Vin­cen­zo, Alessan­dro Scalzi­ni di Sas­set­ta, San­dra Scarpelli­ni di Castag­ne­to Car­duc­ci, Alber­ta Tic­ciati di Campiglia Marit­ti­ma

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