Il sarcofago etrusco di Baratti in un’area pubblica

· Inserito in Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 11 set­tem­bre 2015 - Recu­pero del sar­cofa­go etr­usco di Barat­ti. Una vicen­da che mer­i­ta­va un chiari­men­to, dopo la dis­cus­sione che si è svilup­pa­ta nei giorni scor­si. Per questo l’assessore ai lavori pub­bli­ci Clau­dio Capuano e l’assessore alla cul­tura Pao­la Pel­le­gri­ni han­no indet­to una con­feren­za stam­pa per pun­tu­al­iz­zare la vicen­da, in tut­ti i suoi aspet­ti. Il sar­cofa­go, lo ricor­diamo, è sta­to scop­er­to quat­tro anni fa durante la cam­pagna di scavi ese­gui­ta fra la fonti­na e la chiesa di San Cer­bone. Si trat­ta di una tom­ba di famiglia, già depre­da­ta, spun­ta­ta dal­la ripa sot­to un metro e mez­zo di ter­ra e pietre. L’idea era, ed è quel­la di sal­vare il sar­cofa­go dalle prossime mareg­giate, tirar­lo fuori da lì e ricol­lo­car­lo in una zona cen­trale di Barat­ti. A ricostru­ire l’intera vicen­da è l’assessore ai lavori pub­bli­ci Clau­dio Capuano, che spie­ga: “C’è sta­to un intrec­cio di inter­es­si nel­lo svol­ger­si del­la vicen­da: il pri­mo lega­to alle con­dizioni di sicurez­za del bene e alla neces­sità di sal­va­guardia del­lo sca­vo. La Soprint­en­den­za si era già espres­sa infat­ti sul­la neces­sità di rimuo­vere quel sar­cofa­go. Abbi­amo fat­to una con­feren­ze dei servizi nell’ambito del­la quale abbi­amo coor­di­na­to i lavori, insieme alla Soprint­en­den­za arche­o­log­i­ca. L’intervento è sta­to com­mis­sion­a­to e pro­mosso dal­la Soprint­en­den­za stes­sa. Il sec­on­do aspet­to è sta­to quel­lo di decidere la col­lo­cazione del sar­cofa­go. Cameri­ni, pro­pri­etario del ris­torante Demos, ave­va chiesto di adottare l’aiuola del­la rota­to­ria davan­ti al suo ris­torante. Di con­cer­to, abbi­amo pen­sato per­tan­to che quel­la pote­va essere una sede appro­pri­a­ta. Questo può diventare un pri­mo pas­so di un prog­et­to più ampio di ricol­lo­cazione di beni arche­o­logi­ci non deperi­bili in aree pub­bliche, come già in atto in numero­sis­si­mi altri cen­tri del­la Toscana, d’I­talia e d’Europa, con l’adesione di pri­vati e la con­di­vi­sione con la Soprint­en­den­za.” Un con­cet­to, quest’ultimo, con­fer­ma­to anche da una nota del­la Soprint­en­den­za arche­o­log­i­ca che pre­cisa che “l’ade­sione al prog­et­to, a tito­lo di sup­por­to, di pri­vati, è suben­tra­ta a prog­et­to avvi­a­to e defini­to, e ver­rà defini­ta con apposi­ti accor­di sui quali, come da con­sue­tu­dine, Questo Uffi­cio effettuerà alta sorveg­lian­za.” “Per noi questo è l’inizio di un prog­et­to di arche­olo­gia sociale e pub­bli­ca — ha sot­to­lin­eato Pao­la Pel­le­gri­ni — Siamo in pre­sen­za di una cul­tura del­la tutela e val­oriz­zazione dei beni arche­o­logi­ci che sta cam­bian­do, e che si basa anche su una sin­er­gia pos­i­ti­va con i pri­vati. Più si investe sul­la qual­ità delle nos­tre aree pub­bliche e più è pos­si­bile met­tere in atto azioni volte al con­teni­men­to degli atteggia­men­ti di van­dal­is­mo nei con­fron­ti dei beni pub­bli­ci. Le ten­den­ze regres­sive si com­bat­tono con scelte di alto val­ore esteti­co e cul­tur­ale. L’intervento dei pri­vati ha un sen­so quin­di se va in ques­ta direzione. Quel­lo che impor­ta è che ci sia un sen­tire col­let­ti­vo di rispet­to e di conoscen­za. Con ques­ta oper­azione vogliamo pro­muo­vere l’educazione alla bellez­za e alla conoscen­za dei nos­tri beni.”

Uffi­cio stam­pa Comune di Piom­bi­no

Commenta il post