Il tempo della dolce attesa passiva è finito
PIOMBINO 15 giugno 2019 — Stiamo arrivando con Jindal alla replica della vicenda Rebrab, fallimentare per la città di Piombino? A giudizio del Coordinamento Art.1‑Camping CIG il dubbio è sempre più forte. Se ne va l’amministratore delegato Aferpi, niente di meno: stessa storia di Rebrab, o no? E non viene sostituito. Il tanto sbandierato accordo di programma in Regione serve a consentire in fretta e furia all’azienda, che lo sollecitava a gran voce, di installare la tempra a un passo da via Portovecchio, a ridosso della città, peraltro senza l’indispensabile rifacimento completo del Tpp, un vecchio impianto sempre meno competitivo. L’accordo l’hanno firmato tutti, tranne… l’azienda! Che significa? Da affidabili siti web anglosassoni si apprende poi che JSW Steel ha preso in considerazione la possibilità di acquisire, in tutto o in parte, gli impianti siderurgici di British Steel, con capacità produttiva di tre milioni di tonnellate di acciaio, tra cui acciai speciali e laminatoi per rotaie e vergella. Che significa per Piombino?
Si cambia alla chetichella la denominazione aziendale: perché? Jsw si prepara forse a servirci un bello “spezzatino”, magari lasciando in Aferpi i dipendenti che sarebbero teoricamente destinati a colare l’acciaio dei famosi tre (3) forni elettrici promessi? Questi ultimi dipendenti rientreranno mai in fabbrica? Oppure diventeranno esuberi dentro un contenitore molto simile a una “bad company”, destinata alla chiusura definitiva? Domande tanto inquietanti quanto legittime, tanto più nel momento in cui il mercato dell’acciaio è in crisi mondiale: a Taranto 1400 cassintegrati per 13 settimane dal 1° luglio alle acciaierie ArcelorMittal. Sulla lavorazione degli acciai al piombo, anche Fim Fiom Uilm cominciano a sollevare dubbi, quanto meno sulle procedure dell’azienda, la quale non comunica ai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (figura prevista dalla legge) i dati della sperimentazione effettuata il 21 marzo al Tmp: alla faccia della trasparenza e della sicurezza.
Tutto questo deve essere chiarito nel prossimo incontro al MiSE. Se lo sciopero dei metalmeccanici del 14 giugno ha un senso, è assolutamente indispensabile arrivare al MiSE con la mobilitazione in piedi a Piombino e a Roma, per fare chiarezza sul presente e sul futuro delle acciaierie, in una prospettiva di acciaio pulito di qualità, tale da essere competitivo sul mercato mondiale, nel rispetto della salute dei lavoratori e della popolazione: no acciai al piombo e impianti lontano dalla città. Il Governo, la Regione, il Comune devono condizionare ogni agevolazione energetica, ogni contributo pubblico, al concreto e verificabile avanzamento del piano industriale Jsw, tutto da conoscere. Fim Fiom Uilm non osano più rivendicarlo, ma intanto l’azienda deve anticipare i tempi di definizione dello studio di fattibilità del primo forno elettrico in corso e avviarne l’installazione. Se, per avere le necessarie garanzie, tuttora del tutto assenti, è necessario riscrivere l’accordo di programma generale, lo si faccia subito: il tempo lavora contro l’interesse comune dei lavoratori e del territorio.
Se l’azienda ancora traccheggia, il governo deve riprendersi lo stabilimento, stoppandone l’interminabile agonia, nel quadro di una politica industriale che i governi non mostrano di praticare da troppo tempo. Il tempo della dolce attesa passiva è finito, anche perché a ottobre/ novembre scade la cassa integrazione per i cassintegrati Aferpi e Piombino Logistics.
Coordinamento Art.1‑Camping CIG
(Foto di Pino Bertelli)