Impariamo la lezione sul ruolo dello Stato
PIOMBINO 16 marzo 2020 — Responsabilità personale e collettiva si impongono, dinanzi alla pandemia. E solidarietà con chi è più esposto al rischio, con chi lavora giorno e notte sulle ambulanze, negli ospedali, nelle farmacie, negli ambulatori, dai medici agli addetti alle pulizie: questi ultimi, poi, sono impegnati ovunque a garantire l’igiene. “Andrà tutto bene”? Le regole di prevenzione le rispettiamo con rigore, nella difesa comune della comune umanità. Bisogna uscirne, vogliamo provarci senza riserve. Anche se non è vero che siamo tutti sulla stessa barca, perché molti annaspano su un canotto di gomma, alcuni dormono in uno yacht di lusso.
Riteniamo poi che fin d’ora ci sia un altro impegno di onestà intellettuale e verità storica da assolvere: impariamo insieme la lezione, per cui il ruolo dello Stato è assolutamente centrale di fronte all’emergenza, e ancor prima di essa, quando occorre prevederla e preparsi. Ora lo Stato lo invocano tutti, Confidustria in testa. E quando parliamo dello Stato, noi parliamo della Repubblica democratica, fondata sul lavoro, che ci hanno regalato i partigiani.
Impariamo la lezione, per cui è ipocrita meravigliarsi dell’insufficienza delle strutture sanitarie pubbliche, dopo che per decenni sono state sistematicamente smantellate, in nome dell’ideologia dominante “meno Stato, più mercato” e della sottomissione alle politiche dei banchieri di Bruxelles, che spremono i popoli con il meccanismo dell’ interesse sul debito pubblico per ingrassare le rendite dell’ alta finanza internazionale. Dopo che il servizio sanitario nazionale è stato smembrato nei servizi sanitari regionali, diversi e scollegati fra Lombardia e Calabria, fra Toscana e Veneto, premessa della più generale, sciagurata autonomia differenziata regionale. Dopo che il boicottaggio metodico del servizio pubblico ha creato liste d’attesa inverosimili e spinto i malati nelle braccia della sanità privata di mercato, incentrata sul profitto. Ora, di fronte all’emergenza, si corra ai ripari anche mediante utilizzo forzoso dei letti nelle strutture private.
Impariamo la lezione, per cui uno dei grandi problemi della pandemia tende a diventare la carenza di letti e medici per la terapia intensiva e per le degenze. Per decenni, si sono tagliati personale sanitario, posti letto e attrezzature. Eravamo un grande Paese, con un forte Servizio Sanitario Nazionale; ora siamo tra gli ultimi in Europa quanto a disponibilità di letti di terapia intensiva, oggi decisivi per salvare tante vite.
Impariamo insieme la lezione. Alla luce dell’indispensabile democrazia partecipata dei cittadini e delle cittadine, la Repubblica, fondata sul lavoro, rivendichi con decisione il ruolo di tutelare e gestire le funzioni e le risorse decisive per i cittadini: sanità pubblica, scuola, ricerca, infrastrutture, trasporti, telecomunicazioni, settori industriali strategici (come la siderurgia) e sostegno alle piccole e medie imprese ( ossatura economica del nostro Paese); in una prospettiva di solidarietà sociale con i lavoratori e le lavoratrici di ogni nazionalità. Impariamo la lezione e lo Stato recuperi le risorse per i servizi vitali come il servizio sanitario pubblico. Lo può fare recuperando autonomia e iniziativa solidale fra i popoli, nei confronti di tutti gli imperialismi e di una Unione Europea costruita come comitato di affari delle elites finanziarie, eliminando la vergogna della maxi elusione/evasione fiscale dei grandi gruppi finanziari e industriali; aumentando la tassazione sui grandi patrimoni e alleggerendo quella sui redditi medi e bassi ; conducendo una guerra spietata contro la criminalità organizzata, altra pesante palla al piede dello sviluppo del paese e soprattutto del mezzogiorno; eliminando quegli armamenti funzionali alle equivoche incursioni ed ingerenze in paesi sovrani piuttosto che alla difesa del nostro popolo come richiede la Costituzione.
Impariamo la lezione sul ruolo indispensabile dello Stato anche per quanto riguarda il caso Piombino. A partire dal progressivo abbandono da parte delle Partecipazioni Statali, dalla privatizzazione delle acciaierie nei primi anni novanta, i governi della Repubblica hanno abdicato a ogni intervento di direzione e controllo, a ogni politica industriale, a ogni impegno credibile per applicare il principio costituzionale della funzione sociale della proprietà e dell’iniziativa economica privata. Delocalizzazzioni a piacere, da un lato; e ponti d’oro alla multinazionale di turno, da Lucchini a Severstal, da Rebrab a Jindal, dall’altro lato: non una politica industriale, bensì, una subordinazione con svendita del nostro patrimonio industriale, infrastrutturale e territoriale. Invece, a Piombino serve subito un piano pubblico straordinario, che investa risorse pubbliche straordinarie e straordinaria capacità pubblica di programmazione industriale economica sociale e culturale, come il Camping CIG chiede da lungo tempo.
Impariamo la lezione: il declino industriale, il calo dei posti di lavoro, la diminuzione e l’invecchiamento della popolazione, causati anche dalle politiche recessive della UE, volte a tutelare le grandi holding finanziarie, sono usati dai privatizzatori istituzionali nostrani pure come alibi per svalutare l’ospedale pubblico, chiudere il punto nascite di Piombino, deprimere i servizi pubblici di prevenzione nei luoghi di lavoro, di Igiene Pubblica, di tutela dell’ambiente etc… Impariamo insieme la lezione: sciagure come la Pandemia mettono in luce l’urgente necessità di un radicale ricambio della classe dirigente del Paese; la necessità di un Governo basato sugli interessi e la partecipazione attiva della grande maggioranza della popolazione che vive della propria fatica quotidiana e non di rendite speculative o di sfruttamento intensivo del lavoro altrui; che vuole un’ Italia prospera, equa, solidale, sicura , non inquinata , dove i nostri giovani possano programmare il futuro, costruire in pace una famiglia e avere dei figli, cose oggi di fatto proibite a molti.
Coordinamento Art.1. Camping CIG