In Aferpi difficoltà per il presente e per il futuro
PIOMBINO 28 luglio 2016 — È stata pubblicata l’ottava relazione del Commissario straordinario Piero Nardi sull’andamento di Lucchini in amministrazione straordinaria. In essa, così come nella precedente, un capitolo è dedicato all’attività di monitoraggio Aferpi ma ora compare per la prima volta un’ipotesi, che così viene descritta: «…Rispetto alle obbligazioni contrattuali due sono le motivazioni inopponibili per dichiarare il default dell’acquirente
- Mancato assorbimento da parte di Aferpi del personale di Piombino in capo all’amministrazione straordinaria entro il 6 novembre 2016, per 721 unità
- Mancato finanziamento del Piano (da perte di Azionisti, banche, istituzioni finanziarie pubbliche e private).
Accertato il default, la procedura Lucchini dovrà attivare le garanzie previste dal contratto (escussione pegno sulle azioni o clausola risolutiva espresso) avviando un processo che comporterà comunque problematiche sociali ed industriali di non facile soluzione…».
Per inciso, Cevitaly srl possiede il 100% delle azioni di Aferpi cioè di 93.600.000 azioni per un valore di 93.600.000 euro, Lucchini spa ha un pegno su 25.527.528 di queste azioni e Lucchini Servizi srl su 25.527.528.
Il Commissario Straordinario giunge ad illustrare una simile ipotesi dopo aver analizzato la seconda relazione di Aferpi fattagli pervenire il 7 giugno.
«…Quest’ultima relazione — scrive il Commissario Nardi — riporta in allegato l’executive summary e il business plan elaborato da Aferpi con il supporto della società Ernst & Young. In sintesi il piano riconferma l’assetto produttivo, colloca il raggiungimento delle performances a regime nel triennio 2020/2022 , prevede un monte investimenti di 525 milioni di euro ed un picco di fabbisogno finanziario di 600 milioni nel 2019/20.
Si prevede a regime una occupazione di 1.410 unità nella parte siderurgica e di 200 dipendenti per la parte logistica e l’internalizzazione di servizi esterni di manutenzione, riparazione e rifacimenti con l’utilizzo del personale ex Lucchini Servizi, in linea con l’offerta iniziale di Cevital come ricordato nel punto precedente. Per recuperare l’intera forza lavoro di 2.100 unità occorrerà verificare le potenzialità occupazionali degli investimenti nel settore agroalimentare, non ancora definiti e quantificati.
Se da un lato il business plan certifica con i risultati economici e finanziari esposti la validità della visione strategica, dall’altro sottolinea la latitudine del fabbisogno finanziario ben superiore a quanto inizialmente previsto da Cevital e da qualsiasi altro progetto siderurgico europeo in corso di ideazione o attuazione…».
Finanziamenti che non possono essere sostenuti dal solo Gruppo Cevital «…tenuto conto anche delle difficoltà ad esportare capitali dall’Algeria, contingentati a seguito della crisi del mercato del petrolio e del gas naturale su cui si basa l’economia del Paese e sulle divergenze tra Mr Rebrab e parte del Governo algerino…».
«…Nella relazione — aggiunge il Commissario Nardi — è altresì riportato il cronoprogramma relativo agli investimenti che conferma sostanzialmente quanto già anticipato nella prima relazione Aferpi, con avvio della produzione di acciaio a fine 2018 e ottimizzazione degli impianti entro fine 2019.
Nel detto “timing” si ipotizza la chiusura del contratto di finanziamento per fine ottobre 2016 che, stante la situazione dei rapporti in fase iniziale con i possibili soggetti finanziatori, appare incerta e comunque ottimistica, alla luce della attuale turbolenza dei mercati finanziari e siderurgici…».
Ma non esiste solo il problema del finanziamento degli investimenti, anche dal punto di vista gestionale le cose non vanno bene, tant’è che la stessa Aferpi informa che, esaminato l’andamento gestionale del primo quadrimestre emerge che «… la gestione 2016 sta generando risultati inferiori rispetto al budget principalmente a causa delle limitate disponibilità finanziarie conseguenti alla mancanza di linee di credito bancarie, che non consentono adeguati approvvigionamenti»….«lo stato attuale della tesoreria di Aferpi indica che senza ulteriori linee di credito la produzione dei prossimi mesi dovrà essere fortemente ridimensionata rispetto al budget…».
Ovviamente il management Aferpi è alla ricerca di soluzioni per il finanziamento del circolante «…pur non nascondendo le difficoltà contingenti compreso una “critica trasversale” negativa sul progetto…».
Più volte viene richiamata sia da parte di Aferpi che del Commissario la necessità di una riunione presso il Ministero dello sviluppo economico per analizzare sia la situazione del progetto di reindustrializzazione di Piombino sia le difficoltà gestionali.
Ma le difficoltà non sono solo finanziarie. Investono l’andamento del mercato, il costo degli investimenti, la situazione economica dell’ Algeria e gli stessi rapporti tra Issad Rebrab ed il governo algerino. Vengono descritte puntualmente nel capitolo intitolato “Evoluzione del contesto di riferimento”:
«…Rispetto alla situazione di partenza ( l’offerta di Cevital fa riferimento ai dati del secondo trimestre 2014) il contesto di riferimento del 2016 si è così modificato:
- la prevista ripresa di mercato non si è verificata anzi si è assistito ad una rarefazione della domanda;
- lo sviluppo del progetto siderurgico ha richiesto tempi lunghi e modifiche dei contenuti con impianti all’avanguardia per poter competere con successo nel mercato della qualità ma con costi pressoché raddoppiati;
- il mercato finanziario è entrato in crisi lesinando il credito sia per il circolante che per gli investimenti;
- la crisi del mercato petrolifero e del gas si è pesantemente riflessa sul bilancio dello Stato algerino che ha visto ridurre i proventi energetici da 70 miliardi di dollari prima della crisi a 27 miliardi previsti per l’anno in corso, con un rapporto deficit/Pil del 20%. Questa situazione ha portato al blocco delle esportazioni di valuta con difficoltà da parte di Cevital di finanziare i propri investimenti esteri e al contingentamento delle importazioni, indebolendo la strategia Cevital di saturare gli impianti di Piombino con ordini provenienti dall’Algeria;
- Issad Rebrab, successivamente all’acquisizione di Piombino, come riportato dalla stampa locale, è entrato in forte contrasto con il Governo del suo Paese con conseguenze anche sul piano della gestione finanziaria…».