In Algeria non c’è pace per monsieur Rebrab
PIOMBINO 20 maggio 2016 – Assomiglia molto ad un assedio quello a cui è sottoposto in patria il patron di Cevital, Issad Rebrab. Non c’è giorno in cui il miliardario algerino non sia costretto a difendersi da bordate di ogni tipo che ormai coinvolgono decisamente anche i principali organi di informazione schierati su posizioni opposte, ovvero col governo, che neanche tanto velatamente ha messo nel mirino il maggiore industriale del paese, oppure con Rebrab ed il suo gruppo che, certamente si è sviluppato con appoggi politici importanti del passato, ma che comunque offre anche oggi occasioni di lavoro e di sviluppo e larghe fasce della popolazione.
In settimana il giudice istruttore del tribunale algerino ha convocato i responsabili del gruppo Cevital in conseguenza di una denuncia partita da un giovane commerciante di Orano. Non ne hanno parlato moltissimi gli organi di informazione ma alla notizia ha dato largo spazio in tv ed on linea il gruppo mediatico di Ennahar, decisamente filogovernativo ed impegnato in una quotidiana campagna di stampa contro Rebrab. Nel sito di Ennahar si può addirittura leggere un voluminoso dossier (717 pagine) pieno di documenti attraverso i quali il giornale tenta di dimostrare una reiterata condotta illegale del gruppo Cevital. Tesi duramente contestate da numerosi articoli di Liberté, il giornale di Rebrab, e di El Khabar. Più sfumati e certamente non ostili al Rebrab i servizi usciti su Tsa e su El Watan.
Nella fattispecie dell’esposto del commerciante di Orano tutto è partito da un accertamento da parte degli uffici fiscali locali che hanno contestato al commerciante l’evasione di una consistente somma in seguito ad acquisti commerciali da Cevital mai denunciati. La tesi formulata nell’esposto è che nessun acquisto del genere ci sarebbe stato. Quindi una simulazione di transazioni commerciali avvenuta, secondo le tesi del commerciante, attraverso falsificazione di documenti.
Una udienza sul caso c’è stata alcuni giorni fa ed il procedimento pare sia ancora aperto.
Una più vasta eco ha destato invece un altro esposto di cui hanno parlato quasi tutti i media algerini. A denunciare il gruppo di Rebrab in questo caso è stato il ministro delle comunicazioni Hamid Grine il quale ha contestato l’acquisizione da parte di una società del gruppo Cevital del giornale in lingua araba El Khabar. La motivazione della denuncia si rifà alla violazione di due articoli del codice algerino della comunicazione che nella sostanza riguardano il problema della concentrazione delle testate e le autorizzazioni legate al passaggio di proprietà. Grine, come ha ribadito durante un convegno alla scuola nazionale di giornalismo, si è debbo convinto che l’operazione “non sia stata legale al cento per cento”. La magistratura algerina dovrebbe pronunciarsi sul caso mercoledì prossimo, 25 maggio.
Davvero di difficile comprensione per le abitudini di noi italiani è un altro avvenimento che riguarda Rebrab in patria. Le autorità algerine si sarebbero, infatti, espresse negativamente circa la partecipazione del patron di Cevital ad un forum algerino-inglese sul tema dei commerci e degli investimenti internazionali. Una manifestazione della quale la stessa Cevital è addirittura uno dei maggior sponsor. L’evento, che si terrà domenica 22 maggio ad Algeri, è stato promosso ed organizzato dalla Developing markets associates, una società londinese che si occupa di commerci internazionali, e dall’ambasciata inglese. L’una e l’altra hanno invitato Rebrab al forum chiedendogli addirittura un intervento sulla cooperazione commerciale algerino-inglese. Di fronte all’atteggiamento delle autorità governative, l’ambasciata inglese si è premurata di trasmettere la nota degli invitati (tra cui anche Rebrab) al ministro algerino dell’industria e delle miniere ed è ora in attesa di conferme o di cancellazioni. Per notizia va riferito che il ministro algerino dell’industria è Abdeslam Bouchouareb, ovvero uno dei più decisi avversari di Rebrab in seno al governo.
A rendere evidente il braccio di ferro tra Cevital e la classe politica al potere in Algeria, giova il comunicato dei responsabili della comunicazione del gruppo di Rebrab i quali hanno annunciato che comunque il patron “parteciperà o almeno presenzierà all’iniziativa e se gli venisse chiusa la porta in faccia, le autorità del paese ne avrebbero la responsabilità”.