In JSW l’analisi di rischio c’è, ora verifiche e controlli
PIOMBINO 25 ottobre 2019 — È stata approvata con prescrizioni l’analisi di rischio sanitario-ambientale di JSW Steel Piombino (ex Aferpi). Il 23 settembre la conferenza dei servizi istruttoria presso il Ministero dell’ambiente ne ha condiviso gli esiti stabilendo che devono essere adottate dall’azienda, nei minimi tempi tecnici, le misure di prevenzione richieste nei pareri di vari enti come ARPAT Piombino-Elba, Azienda USL Toscana nord- ovest, Comune di Piombino, INAIL, ISPRA, Autorità di Sistema Portuale Alto Tirreno. Le verifiche sull’ottemperanza e sull’efficacia delle misure di prevenzione individuate dall’azienda saranno verificate dagli enti di controllo locali.
L’analisi di rischio sanitario-ambientale è attualmente lo strumento più avanzato di supporto alle decisioni nella gestione dei siti contaminati che consente di valutare, in via quantitativa, i rischi per la salute umana connessi alla presenza di inquinanti nelle matrici ambientali.
L’analisi di rischio condivisa è relativa unicamente allo “scenario attuale” dello stabilimento mentre la valutazione del rischio relativa per lo “scenario futuro” sarà predisposta successivamente alla definizione del nuovo piano di reindustrializzazione per il cui studio di fattibilità sono stati diciotto mesi a far data dall’acquisizione dello stabilimento nell’accordo di programma del 24 luglio 2018. A questo proposito il rappresentante di JSW ha tenuto a precisare che “non è possibile fare dichiarazioni in merito alla tempistica, pur confidando in quanto dichiarato da mister Mohan Babu, rappresentante legale dell’azienda, in merito alla predisposizione della progettazione degli impianti che, lo stesso Gruppo Siderurgico Jindal, sta effettuando in India”.
Gli argomenti della discussione in sede di conferenza hanno riguardato in particolare
- la pavimentazione delle zone per cui è stato rilevato un teorico rischio sanitario anche nel caso di sporadica presenza di personale,
- il divieto di libero accesso all’area dismessa acciaieria mediante recinzione, se necessaria, e chiusura delle porte di accesso,
- la pavimentazione nelle aree di movimentazione del capannone lumi che ne sono prive,
- il completamento della pavimentazione del capannone RTL,
- gli scavi su aree all’interno del S.I.N.,
- la tempistica di svolgimento nonché la frequenza dei corsi di formazione previsti per i lavoratori.
La rappresentante dell’ISPRA in particolare ha ricordato all’azienda che “siamo in presenza di un’analisi di rischio che presenta dei valori di rischio non accettabile per alcune aree e che ad oggi le misure di MISO (messa in sicurezza operativa, ndr) che erano state approvate con la vecchia analisi di rischio non risultano attualmente efficaci. Rimanendo dal punto di vista legislativo nel campo della legge 152/2006… in caso di rischio non accettabile, le azioni da intraprendere sono:
- rimuovere la sorgente, attraverso ad esempio lo scavi di mezzo metro di terreno, rimozione della contaminazione dal suolo superficiale con eliminazione del rischio,
- interruzione del percorso attraverso ad esempio la realizzazione di una “pavimentazione”,
- interdizione dell’accesso all’area.
È l’azienda a decidere il percorso da effettuare, ma tale attività deve essere effettuata attraverso una delle azioni sopra elencate, anche se, chiaramente, per gli Enti, dal punto di vista ambientale, alla luce dello stato della contaminazione accertato, sarebbe opportuno realizzare/completare la pavimentazione, che è una misura di prevenzione più efficace rispetto all’interdizione dell’area, fermo restando che la rimozione della sorgente sarebbe la soluzione ancora più efficace sempre dal punto di vista ambientale.
La precedente analisi di rischio è stata approvata nel 2016 e da allora sono passati tre anni e stiamo parlando di uno “scenario attuale” da gestire e non avendo idea di quando sarà trasmesso l’ AdR per lo “scenario futuro”, a valle del nuovo piano industriale: ad oggi dobbiamo pertanto gestire la situazione di rischio non accettabile, per la quale è necessario intervenire nei minimi tempi tecnici”.
(Foto di Pino Bertelli)