In Val di Cornia i numeri più alti di richiedenti asilo
PIOMBINO 7 agosto 2018 — La Prefettura di Livorno ha emesso ed aggiudicato nel 2017 un bando per l’affidamento dei servizi di accoglienza in Centri di accoglienza straordinaria (CAS) dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, cioè stranieri che hanno presentato domanda di protezione internazionale perché in fuga da persecuzioni, torture o dalla guerra, su cui non è stata ancora adottata una decisione definitiva, ovvero hanno manifestato la volontà di chiedere tale protezione.
Nel 2017 in Italia (non sono stati pubblicati i dati specifici della provincia di Livorno) sono pervenuti soprattutto da Nigeria, Bangladesh, Pakistan, Gambia, Senegal, Costa d’Avorio e Guinea.
La gestione delle strutture e dei servizi previsti va dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2017 con eventuale verifica di possibilità di proroga al 30 aprile 2019.
Dai risultati apprendiamo che i posti (cui corrispondono persone fisiche presenti) esistenti in Val di Cornia per questo tipo di servizio sono 596 (1.580 nell’intera provincia di Livorno), di cui 390 a Piombino, 117 a Campiglia, 16 a San Vincenzo, 73 a Suvereto
La tabella sottostante ne definisce soggetto gestore, struttura gestita, località e numero posti:
Le maggiori strutture sono un residence a Piombino (La caravella) nelle mani del curatore fallimentare, un albergo (La Rosa dei Venti) a Campiglia, una struttura scolatica (Franciana) a Piombino.
La Val di Cornia è stata nel 2017, in Toscana, la zona che, secondo la Regione, ha avuto il più alto tasso di richiedenti la protezione internazionale accolti nei Centri di accoglienza straordinaria (all’estremo opposto l’isola d’Elba): 517 richiedenti pari all’ 8,83 richiedenti ogni 1000 persone residenti nel territorio contro una media di 3,72 nell’Asl Toscana Nord Ovest e 3,41 nell’intera regione:
Precisiamo che il numero dei posti, che corrisponde al numero dei richiedenti asilo effettivamente presenti, non corrisponde necessariamente alle persone fisiche passate in un certo lasso di tempo dalle strutture, dato che non vengono fornite informazioni sulle fughe o sulle dismissioni a seguito di non accettazione della richiesta di asilo.
L’importo a base d’asta era stato determinato dalla Prefettura di Livorno in 33,85 euro (oltre Iva ove dovuta) pro-capite e pro-die. Le offerte non debbono essere state molto più basse dato che, ad esempio, nel 2016 il prezzo più basso offerto da tutte le associazioni partecipanti a quel bando era stato di 31,98 euro.
Non esiste documentazione che attesti l’impegno totale di spesa effettivo ma, anche ammesso che sia stata fatta una offerta pari a 30 euro essa, per la Val di Cornia, si aggirerebbe intorno a 6 milioni di euro all’anno pagati interamente dal Ministero dell’interno.
I servizi richiesti comprendono alloggiamento in strutture (Centri di accoglienza straordinari), erogazione dei pasti secondo le regole alimentari dettate dalle diverse scelte religiose, gestione amministrativa degli ospiti, assistenza generica alla persona comprese la mediazione linguistica e culturale, l’informazione, il primo orientamento e l’assistenza alla formalizzazione della richiesta di protezione internazionale, servizio di pulizia, fornitura di biancheria ed abbigliamento, pocket money di 2,50 euro pro capite/pro die fino ad un massimo di 7,50 euro per nucleo familiare, tessera/ricarica telefonica di 15 euro all’ingresso, servizio di trasporto dalla sede di primo arrivo, indicata dalla Prefettura e dopo aver espletato le procedure sanitarie e di polizia, fino alla struttura e per tutte le esigenze relative ai servizi amministrativi, giurisdizionali e sanitari da rendere, servizi funzionali all’assistenza sanitaria nonché per l’assistenza per le persone vulnerabili, compresi i minori che fanno parte dei nuclei familiari.
Le strutture elencate sopra sono Centri di accoglienza straordinaria (CAS), istituiti per sopperire alla mancanza di posti delle strutture ordinarie. individuati e allestiti su disposizione della Prefettura, affidati a operatori del terzo settore per l’erogazione dei servizi dell’accoglienza.
In realtà la straordinarietà si è trasformata in ordinarietà dato che, sebbene il modello sia stato ideato per ospitare le persone per il minore tempo possibile, in funzione dell’espletamento delle prime pratiche burocratiche di richiesta d’asilo, i tempi di permanenza si sono allungati, fino a raggiungere anche tre anni e oltre, data la lunghezza delle procedure burocratiche.
Sarebbe possibile attivare un altro sistema più strutturato, cioè il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) che è costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, ma l’ intenzione della Società della Salute della Val di Cornia non si è ancora concretizzata.
A luglio 2018 in Italia risultano finanziati 877 progetti (36 in Toscana) affidati a 754 enti locali titolari di progetto e risultano così finanziati 35.881 posti, ma tra di essi nessuno è localizzato in Val di Cornia.