In Val di Cornia ubriachi di brand

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Niccolò Pini

PIOMBINO 15 mar­zo 2014 — Siamo a mar­zo e tra poco meno di due mesi inizia uffi­cial­mente la sta­gione tur­is­ti­ca. Nell’ anno trascor­so sono uscite impor­tan­ti dichiarazioni sui gior­nali da parte dei Sin­daci del­la Val di Cor­nia che annun­ci­a­vano la volon­tà di lan­cia­re un nuo­vo brand ter­ri­to­ri­ale per la pro­mozione tur­is­ti­ca. L’11 mag­gio del 2013 sui quo­tid­i­ani locali si legge­va di un’inizia­ti­va pro­mossa da 13 comu­ni del ter­ri­to­rio com­pre­so tra Mas­sa marit­ti­ma e Castag­ne­to Car­duc­ci, per il lan­cio di un nuo­vo mar­chio ter­ri­to­ri­ale come incen­ti­vo del tur­is­mo con il nome “Alta Marem­ma”. Da quel­la data in poi si sono susse­gui­ti incon­tri e dichiarazioni dei sin­daci final­iz­zate allo svilup­po di questo prog­et­to, l’ 11 luglio il comu­ni­ca­to così descrive­va l’in­con­tro: “ Si è svol­ta , ques­ta vol­ta a Bol­gheri al Con­sorzio strade del vino, la terza con­feren­za dei sin­daci sul tema del brand tur­is­ti­co “Alta Marem­ma”. L’o­bi­et­ti­vo, già indi­vid­u­a­to e dis­cus­so nelle due riu­nioni prece­den­ti che si era­no svolte a Piom­bi­no e a Fol­loni­ca, è cos­ti­tuire forme coor­di­nate e di coop­er­azione tra i comu­ni inter­es­sati per gestire con effi­ca­cia un proces­so di riqual­i­fi­cazione, orga­niz­zazione e pro­mozione delle attiv­ità svolte in ambito tur­is­ti­co, miglio­ran­do l’of­fer­ta. Per for­mal­iz­zare l’avvio del prog­et­to, i Comu­ni han­no inizia­to a dis­cutere un doc­u­men­to con­ven­zionale che dovrà essere approva­to dai con­sigli comu­nali.”
I con­sigli comu­nali di prog­et­ti e doc­u­men­ti dell’”Alta Marem­ma” non han­no vis­to niente, ma sui quo­tid­i­ani sono con­tin­uati a crescere i procla­mi: il 14 agos­to si scrive­va: “Un nuo­vo brand che unisce Fol­loni­ca a Piom­bi­no per pro­muo­vere il ter­ri­to­rio e, per­ché no?, pre­lud­ere all’en­tra­ta in provin­cia di Gros­se­to del comune piom­bi­nese.”
Gli annun­ci e gli incon­tri tra i comu­ni parte­ci­pan­ti si sono susse­gui­ti fino ad otto­bre dopo di che il tema è cadu­to nel silen­zio. Ad oggi per quan­to è dato sapere nes­sun doc­u­men­to avente come tito­lo “Alta marem­ma” è sta­to pre­sen­ta­to ai con­sigli comu­nali dei comu­ni parte­ci­pan­ti, non si conosce se è sta­to cos­ti­tu­ito un grup­po di lavoro o ente che si occu­pa del prog­et­to, quale sia lo sta­to del prog­et­to, quali sono le prospet­tive.
brandNon è la pri­ma vol­ta che viene lan­ci­a­to un brand ter­ri­to­ri­ale; a cav­al­lo del nuo­vo mil­len­nio fu lan­ci­a­ta l’idea “Val di Cor­nia”, cioè la pro­mozione di un area geografi­ca­mente già cir­co­scrit­ta: avrebbe dovu­to lan­cia­re il ter­ri­to­rio dal pun­to di vista tur­is­ti­co. L’idea si svilup­pò in par­al­le­lo con la nasci­ta del­la Parchi Val di Cor­nia, uni­co vero prog­et­to tur­is­ti­co con­di­vi­so dai 5 comu­ni. L’in­ten­zione era quel­la di pro­muo­vere una regione geografi­ca­mente delim­i­ta­ta che ave­va for­ti poten­zial­ità attrat­tive, dal­la bellez­za dei litorali, alla cura del pae­sag­gio del­l’en­troter­ra, il tut­to sup­por­t­a­to da impor­tan­ti siti arche­o­logi­ci e da prodot­ti enogas­tro­nomi­ci di qual­ità. I pre­sup­posti c’er­a­no.
Ciò che sem­bra essere man­ca­to è la coop­er­azione degli enti che ne fan­no parte: i cinque comu­ni (Campiglia, Piom­bi­no, Suvere­to, San Vin­cen­zo, Sas­set­ta) non sono mai rius­ci­ti a dar vita ad una vera inizia­ti­va con­di­visa di pro­mozione; anche dal pun­to di vista ammin­is­tra­ti­vo l’idea di dar vita alla for­ma giuridi­ca del­l’U­nione dei comu­ni del­la Val di Cor­nia è naufra­ga­ta nei recen­ti inten­ti dei Sin­daci di Campiglia e Suvere­to, che han­no ten­tano la fusione ( non rius­cen­do­ci), Piom­bi­no che ha pro­mosso un iter per pas­sare dal­la provin­cia di Livorno a quel­la di Gros­se­to, San Vin­cen­zo che ha avvi­a­to un per­cor­so di unione dei comu­ni con la bas­sa Val di Ceci­na. Ad oggi di quel prog­et­to non rimane niente, se non alcu­ni siti frut­to di inizia­tive, per­al­tro enco­mi­a­bili, di pri­vati, che però non riescono a fornire un’ adegua­ta rispos­ta alla  pro­mozione web che man­ca in questo ter­ri­to­rio. L’u­ni­co por­tale inter­net che for­nisce infor­mazioni suf­fi­ci­en­ti per una zona che si definisce tur­is­ti­ca è “costedeglietruschi.it” cre­ato dal­la provin­cia di Livorno che offre una buona panoram­i­ca di tut­ti i comu­ni del­la zona livor­nese e delle loro attrat­tive. Per quan­to riguar­da la pro­mozione su inter­net questo è il mas­si­mo risul­ta­to rag­giun­to.
La creazione di un brand, di un mar­chio, di un prodot­to tur­is­ti­co è solo l’ul­ti­ma fase di per­cor­so organ­i­co che si svilup­pa in più pas­sag­gi impre­scindibili. Le isti­tuzioni del ter­ri­to­rio devono sapere fare squadra, saper coin­vol­gere la popo­lazione in un prog­et­to, atti­vare le asso­ci­azioni, coor­dinare e incen­ti­vare le inizia­tive pri­vate, fare val­u­tazioni tec­niche per il miglio­ra­men­to dei servizi, del­l’ac­coglien­za, e capire anche quale sia il gra­do di sosteni­bil­ità del­la pre­sen­za tur­is­ti­ca nel ter­ri­to­rio. Solo dopo aver accer­ta­to queste impor­tan­ti con­dizioni si può lan­cia­re l’inizia­ti­va di un brand ter­ri­to­ri­ale.
Un per­cor­so del genere era sta­to inizia­to dai Comu­ni di Piom­bi­no e San Vin­cen­zo entran­do a far parte del­la rete NECSTOUR (Net­work of Euro­pean Regions for a Sus­tain­able and Com­pet­i­tive Tourism), un prog­et­to lan­ci­a­to dal­la Regione Toscana nel novem­bre 2007 che ha pro­mosso la cos­ti­tuzione di una rete di regioni europee ded­i­ca­ta ai temi del tur­is­mo sosteni­bile e com­pet­i­ti­vo, per coor­dinare espe­rien­ze e buone azioni. I due comu­ni che era­no sta­ti inser­i­ti nel­la fase sper­i­men­tale del prog­et­to han­no por­ta­to avan­ti i ril­e­va­men­ti e le anal­isi, ma sem­bra che dopo la pri­ma fase, anche a liv­el­lo regionale il per­cor­so si sia arresta­to.
In Val di Cor­nia anche quest’an­no l’es­tate arriverà e al segui­to anche i tur­isti, rimane però il sen­so di incom­pi­u­to per non saper sfruttare le poten­zial­ità del­la zona.

(Foto di Nic­colò Pini)

 

 

 

 

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