Incontro con JSW: niente di nuovo sotto il sole
PIOMBINO 18 febbraio 2020 — L’incontro presieduto dal Vice Capo Gabinetto Giorgio Sorial per discutere, con JSW Italy Piombino, le istituzioni pubbliche interessate e le organizzazioni sindacali la richiesta, presentata dalla stessa JSW, di prorogare di quattro mesi la presentazione del piano industriale (JSW ha precisato “nella forma preliminare”) dello stabilimento di Piombino poteva anche non essere svolto. Bastava le lettura della lettera inviata da JSW il 23 gennaio 2020, magari in conference call, e nulla sarebbe cambiato.
Naturalmente nei comunicati stampa si annunciano conferme di investimenti, si preannunciano approfondimenti, si riparla di tavoli tecnici da convocare ma anche da questo punto di vista niente di nuovo rispetto a tante volte passate.
Giusto lo sdegno non retorico del Comune di Piombino che per bocca del sindaco Francesco Ferrari afferma che, mentre a JSW si devono chiedere impegni chiari e dichiarare con altrettanta chiarezza le conseguenze di eventuali inadempienze, contemporaneamente le istituzioni devono redigere un vero e proprio patto per Piombino, un documento che faccia del territorio un luogo sperimentale, in linea con i principi del Green Deal europeo e i relativi finanziamenti, mettendo in relazione i temi della fabbrica con le bonifiche e le infrastrutture. In altre parole una visione di sistema come unica strada per ricostruire il futuro di Piombino.
Si è aggiunta inoltre una curiosità: la sottosegretaria Alessia Morani, data ripetutamente nei giorni passati come presidente della riunione, era assente. Certamente altri importanti impegni istituzionali glielo hanno impedito.
Di seguito alcuni comunicati stampa.
Ministero dello viluppo economico
Si è svolto oggi al Ministero dello sviluppo economico il tavolo sul sito siderurgico JSW Steel Italy di Piombino, presieduto dal Vice Capo Gabinetto Giorgio Sorial, a cui hanno preso parte il Ministero del Lavoro, la Regione Toscana, il Comune di Piombino, l’Autorità portuale del Mar Tirreno settentrionale, l’Agenzia del demanio, l’azienda, il Commissario straordinario ex Lucchini, i sindacati e Invitalia.
L’incontro è stato convocato a seguito della richiesta avanzata da Jindal di prorogare di quattro mesi la presentazione del piano industriale. Richiesta che è stata già oggetto in questi giorni di interlocuzioni tra il Ministro Stefano Patuanelli, la Sottosegretaria Alessia Morani, il Commissario Piero Nardi e l’azienda.
Nel corso del tavolo odierno è stato fatto il punto sull’andamento delle attività portate avanti finora da Jindal, relative sia all’occupazione sia al completo riavvio della produzione, che sono sottoposte al monitoraggio del Commissario.
L’azienda ha confermato l’impegno a proseguire gli investimenti per il rilancio del sito siderurgico, così come stabilito nell’ambito dell’accordo di programma dell’area di Piombino, e a continuare il confronto con le istituzioni.
Il MiSE ha comunicato che nelle prossime settimane proseguiranno i confronti tecnici tra le istituzioni e l’azienda, propedeutici alla presentazione del piano industriale. L’obiettivo è quello di individuare soluzioni tecniche sul fronte del costo dell’energia, delle concessioni demaniali, delle opere infrastrutturali e delle bonifiche ambientali, nonché degli strumenti agevolativi a supporto degli investimenti.
È stata già programmata per il 26 febbraio la prossima riunione del Gruppo di coordinamento e controllo dell’area di crisi di Piombino.
Comune di Piombino
“Ci siamo seduti al tavolo del MiSE aspettandoci delle risposte, invece Jsw ha ripetuto la storiella che racconta ormai dal luglio 2018. L’azienda dice di voler investire ma non è chiaro quando e in che termini. Se davvero vogliamo che Piombino abbia un futuro, tutti i soggetti dovranno prendersi degli impegni seri e contribuire a redigere un nuovo accordo complessivo: serve un patto per Piombino”.
Il sindaco di Piombino Francesco Ferrari fa il punto a seguito dell’incontro tenutosi oggi, martedì 18 febbraio, al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma, dove nonostante le dichiarazioni dei giorni scorsi, era assente il sottosegretario Alessia Morani.
“A seguito della richiesta di proroga di Jsw per la presentazione del piano industriale, ci aspettavamo che l’azienda, in cambio, desse delle risposte: non si può continuare con questo tira e molla tra le istituzioni e i privati, è solo il territorio a farne le spese. Se il Governo ha intenzione di concedere tale proroga, allora è necessario pretendere che entro questi quattro mesi Jsw presenti un piano industriale definitivo e non uno preliminare e che, comunque sia, nella proroga siano scritti chiari gli impegni e le conseguenze di eventuali inadempienze. In parallelo, le istituzioni devono redigere un vero e proprio patto per Piombino, un documento che faccia del territorio un luogo sperimentale, in linea con i principi del Green Deal e i relativi finanziamenti europei. Non è mai stato fatto finora ma solo mettendo in relazione i temi della fabbrica con le bonifiche e le infrastrutture potremo ricostruire il futuro della nostra città”.
Regione Toscana
“Su Piombino e sul suo futuro il Governo deve metterci la faccia”. È perentorio il giudizio del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, al termine della riunione convocata a Roma al Ministero dello sviluppo economico per fare il punto della situazione dopo la richiesta, avanzata da JSW Steel Italy, di prorogare di quattro mesi la presentazione del Piano industriale.
“Sono molto preoccupato — ha aggiunto Rossi — per questa richiesta, per il mancato acquisto del forno elettrico e per i ritardi che si registrano su altri versanti, dalle bonifiche agli investimenti preannunciati sui laminatoi, che ancora non vediamo partire. Anche se c’é un lavoro che il MiSE ed altri ministeri stanno facendo, penso che ci sia il problema di far ripartire le cose, di riavviare il progetto, altrimenti si perdono forza e spinta. E per far questo serve la politica. Per questo invito il ministro Patuanelli a venire di persona a rendersi conto della situazione, perché a Piombino ci sono 1.700 lavoratori diretti e altrettanti dell’indotto che se lo aspettano. Ed è una città intera che aspetta da anni quella svolta che ancora non arriva”.
Il presidente Rossi ha poi invitato anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ad andare a Piombino perché “so che è sensibile su questi temi. Lo abbiamo visto quanto giustamente si è impegnato per Taranto. Si occupi anche di Piombino i cui problemi sono risolvibili, a patto che il Governo faccia di più di quanto ha fatto finora”.
Un concetto puntualizzato da Enrico Rossi affermando che “è sufficiente che il Governo dedichi a Piombino il 10% delle attenzioni che ha dedicato all’Ilva. E da parte della Regione Toscana ci sarà il massimo spirito di collaborazione per il bene di Piombino e dei lavoratori”.
Onorevole Manfredi Potenti
Questa mattina a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, l’onorevole Manfredi Potenti (Lega-Salvini Premier) ha preso parte al tavolo convocato per la questione dell’acciaieria “ex Lucchini”. Era assente per altri impegni istituzionali la sottosegretaria Alessia Morani, pur a fronte dell’altrettanto importante contesto riguardante Piombino. Dall’incontro è emerso come il comune clima di aspettativa delle sigle sindacali si sia ormai incrinato. Infatti, tra queste rappresentanze e anche tra gli amministratori locali, si respira un diffuso malcontento in ragione dell’ormai lunga attesa di una ripresa industriale che tarda. I piani di investimento promessi dall’azienda sono infatti ancora ignoti e ciò non senza colpe dei passati governi di centrosinistra, sottoscrittori degli accordi privi delle clausole o dei limiti decadenziali per i ritardi dell’investitore sui piani industriali e sui relativi interventi. Ancora più inspiegabile la presenza di un commissario privo della possibilità di monitorare lo stato degli investimenti industriali. L’assenza di un’idea di sviluppo da parte del privato non permette poi alcuna concreta possibilità di incentivare gli stessi propositi imprenditoriali. L’azienda ha chiesto infine un rinvio di 4 mesi per definire il suo piano di fattibilità ed ottenere un accordo che aggiorni gli impegni dello Stato verso il soggetto privato. Alla luce dell’incontro di oggi, appare chiara la necessità che il governo assuma iniziative più vincolanti sia sul rispetto dei tempi di avanzamento del business plan sia per quanto attiene alla sua concretizzazione, pena ne sia dover risolvere i rapporti con gli indiani di Jindal Steel and Power.
USB PIOMBINO LAVORO PRIVATO
Oggi 18 febbraio si è svolto a Roma al MiSE l’ennesimo incontro riguardante la vertenza Piombino. I quattro mesi di proroga per la presentazione del piano industriale chiesti al Governo da Jsw Steel Italy dovevano essere al centro della discussione al MiSE ma niente di nuovo è uscito.
Come USB ribadiamo che questi rinvii continui sul piano industriale da parte di Jindal non sono più accettabili. Così com’è inaccettabile il totale menefreghismo e mancanza di incisività delle altre organizzazioni sindacali. Al teatro Metropolitan di Piombino il 31 luglio del 2018 Jindal presentò il piano e le promesse da realizzare tra il 2020 e il 2023 ma, in realtà ancora niente è stato realizzato.
Il Governo e il Ministro Patuanelli hanno detto di avere le mani legate per obbligare la multinazionale a far presentare il piano industriale però hanno il potere per intervenire sugli ammortizzatori sociali.
Ricordiamo che ad ottobre 2020 scadrà nuovamente la cassa integrazione e il Governo deve impegnarsi da subito per prorogarla fino al completamento del piano e di reintegrarla per non colpire i lavoratori e le loro famiglie. La situazione è sempre più grave ogni giorno che passa, le solite sigle si ripresentano alle elezioni con i soliti slogan ma come abbiamo visto anche oggi niente cambia. La politica sindacale è accondiscendente sia verso Jindal che verso il Governo lasciando i lavoratori in un limbo che dura dal 2014.
Invitiamo i lavoratori che vogliono lanciare un segnale di democrazia e rottura con gli squallidi equilibri attuali a scrivere sulla scheda elettorale USB per dire basta e dare voce ai lavoratori.
Coordinamento Art.1‑Camping CIG
Il presidio del Camping CIG al MiSE, durante l’incontro fra JSW, istituzioni e sindacati, ha registrato la partecipazione solidale del senatore Gregorio De Falco, del deputato Stefano Fassina e della portavoce nazionale dell’Opposizione Cgil Eliana Como. Presente anche una delegazione Ugl.
De Falco, Fassina e Como hanno condiviso le richieste del Camping CIG affinché l’incontro con JSW sancisca un piano industriale definitivo con tre forni elettrici, la sorveglianza commissariale fino al completamento degli investimenti, i 18 milioni annunciati per il revamping dei treni esistenti, gli smantellamenti degli impianti dismessi, nonché il mantenimento degli impegni da parte del governo, nella prospettiva delle bonifiche e dell’acciaio pulito di qualità. Altro che acciaio al piombo!
Opposizione Cgil Piombino
Il giorno 18 alle ore 11.00 si è tenuta la riunione al Mise tra JSW, Ministero dello Sviluppo Economico, varie istituzioni e organizzazioni sindacali. Argomento principale dell’incontro la richiesta da parte della proprietà del rinvio di 4 mesi per la presentazione del piano industriale.
Insieme al Camping Cig, l’Opposizione Cgil ha partecipato ad un presidio sotto al Ministero. Hanno portato la loro solidarietà Eliana Como Portavoce Nazionale dell’area di Opposizione Cgil, e i parlamentari Stefano Fassina e Gregorio De Falco.
I risultati dell’incontro sono stati deludenti, in pratica l’azienda si è presentata battendo cassa su tutti i fronti, dall’energia, agli incentivi regionali, a sconti sulle banchine senza aver presentato alcuna documentazione in merito al piano industriale. Le parti hanno convenuto di ritrovarsi , senza le organizzazioni sindacali, il giorno 26 con il Comitato di Controllo per la verifica dell’accordo di programma per poi ritrovarsi nella prima settimana di marzo con le OO.SS. per fare nuovamente il punto della situazione. Se dai tavoli tecnici ci sarà un assenso di massima ‚saranno concessi i 4 mesi di proroga chiesti da Jindal per la presentazione di un piano provvisorio e 4 mesi per il governo per presentare le osservazioni al piano. Dopo 8 mesi si prevede la presentazione del piano definitivo. È abbastanza chiaro che il round è stato vinto dall’azienda che ha incassato anche una sostanziale approvazione da parte del Commissario Governativo Nardi sui numeri delle persone attualmente in produzione, con i sindacati ancora in stand by almeno fino alla prossima riunione. Va segnalata per l’ennesima volta l’assenza del Ministro Patuanelli e anche della Sottosegretaria Morani, che tanto a cuore diceva di aver preso la vicenda Piombino. Ancora una volta solo fumo e niente arrosto, mentre Piombino continua a languire in attesa di un futuro che si prospetta estremamente incerto.
La delusione per l’esito della riunione si è poi sommata alle sconcertanti modalità di convocazione dell’assemblea dei lavoratori, indetta da Fim, Fiom e Uilm in fretta e furia solo alle ore 14.30, al termine dell’incontro al MiSE, per le ore 18.00 del giorno stesso, in fabbrica a Piombino, rendendo praticamente impossibile alla maggior parte dei lavoratori la presenza all’assemblea: non è la prima volta che si convoca precipitosamente un’assemblea, che poteva e doveva essere programmata da giorni. Questa, iniziata alle 18.20 con gli interventi dei tre segretari confederali di categoria, si è di fatto trasformata in una mera informazione, senza possibilità di intervento da parte di delegati e lavoratori, dato che alle 19.00 i lavoratori in produzione sono dovuti rientrare a lavoro, mentre i pochissimi esterni dovevano comunque abbandonare la sede aziendale: alla faccia della democrazia sindacale.
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