Industrie: speranze e preoccupazioni
PIOMBINO 6 settembre 2012 — È davvero complesso il momento che stanno vivendo le fabbriche piombinesi: ieri la certezza di un lavoro che offriva sicurezza, oggi l’incertezza che non cancella la speranza ma certo alimenta preoccupazioni.
LUCCHINI Nel 2011 il gruppo oberato dai debiti presenta un piano di ristrutturazione finanziario che è stato omologato dal tribunale di Milano. Severstal si ritira dalla gestione diretta che passa nelle mani delle banche creditrici, le quali nominano un nuovo consiglio di amministrazione e un nuovo gruppo dirigente, obiettivo: risanare l’azienda dal punto di vista finanziario e trovare nuovi compratori. Nel frattempo la situazione finanziaria si è aggravata, si produce meno delle potenzialità degli impianti; le banche hanno dovuto ripristinare il capitale sociale che nel frattempo era stato eroso. Questo nuovo peggioramento comporterà molto probabilmente, la presentazione da parte dell’azienda di un nuovo piano di riduzione dei costi che interesserà sia il personale diretto,sia le imprese di appalto e di servizi. Nel 2014 deve essere rifatto l’ altoforno per fine campagna. C’è chi ipotizza una trasformazione da ciclo integrale a forno elettrico. Cosa significa tutto ciò sul piano occupazione e produttivo? Le risposte ai problemi della Lucchini sono solo di natura finanziaria? “In un serio e auspicabile piano industriale nazionale, quale deve essere il ruolo e la qualità produttiva della Siderurgia in Italia?”
MAGONA Questa multinazionale, che ha stabilimenti presenti in quasi tutti i paesi del mondo, ha dichiarato il suo disimpegno dall’ area sud dell’Europa, ha, di fatto, già chiuso alcuni stabilimenti in Francia, Belgio e Spagna; il responsabile del gruppo europeo ha dichiarato il suo disimpegno per lo stabilimento di Piombino. La scelta che sta venendo avanti è quella di marciare con il 50% degli impianti con una ricaduta pesante sugli organici. L’unica prospettiva è quella di un nuovo soggetto industriale che subentri all’attuale proprietà?
TUBIFICIO DALMINE Fa parte di una multinazionale. L azienda ha presentato un piano di rilancio che qualora fosse realizzato permetterebbe il mantenimento dell’ occupazione ma progressivamente anche alcune assunzioni. Per realizzare il piano è stato costruito un accordo fra le istituzioni locali e regionali, il sindacato e l autorità portuale per costruire un collegamento diretto fra il porto e lo stabilimento che passa attraverso lo stabilimento Lucchini.
Negli anni ’80-’90, nella Val di Cornia, furono messe le premesse per uno sviluppo non sostitutivo, ma complementare e nel tempo alternativo al monopolio della grande industria. Ad oggi, quale è il quadro che possiamo delineare?