Interesse pubblico e privato: tutto capovolto

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PIOMBINO 29 set­tem­bre 2016 — Mai vis­to nul­la di sim­i­le in Val di Cor­nia e prob­a­bil­mente in Toscana. Non era mai suc­ces­so che un solo sogget­to pri­va­to si sen­tisse abbas­tan­za potente nei con­fron­ti delle isti­tuzioni e delle leg­gi da lot­tiz­zare abu­si­va­mente qua­si 8 ettari di ter­ri­to­rio agri­co­lo vin­co­la­to. Oggi sap­pi­amo che nel nos­tro ter­ri­to­rio la debolez­za del­la polit­i­ca e lo svil­i­men­to delle isti­tuzioni ha cre­ato le con­dizioni per il ver­i­fi­car­si di un sim­i­le fenom­e­no.
Nel bel mez­zo del­la pia­nu­ra di bonifi­ca, al cro­ce­via tra i Comu­ni di San Vin­cen­zo, Piom­bi­no e Campiglia, si è mate­ri­al­iz­za­to il degra­do di una polit­i­ca forte coi deboli e debolis­si­ma coi for­ti, atten­ta ai cav­il­li con il sem­plice cit­tadi­no e pronta a vari­are obi­et­tivi e norme per le richi­este di pri­vati capaci di con­dizionarne le scelte. Una polit­i­ca che ha capo­volto la ger­ar­chia tra inter­esse pri­va­to e pub­bli­co rel­e­gan­do il sec­on­do ad un ruo­lo resid­uale, occa­sion­ale quan­do non servile nei con­fron­ti del pri­mo.
Le Ammin­is­trazioni di San Vin­cen­zo e Piom­bi­no han­no offer­to e stan­no offren­do uno spet­ta­co­lo imbaraz­zante. Piom­bi­no si accorge dell’abuso ma tace, San Vin­cen­zo avvia una Vari­ante al Rego­la­men­to Urban­is­ti­co – l’ennesima – per sanare ex post l’abuso e poi accusa Piom­bi­no di non aver comu­ni­ca­to che sul ter­ri­to­rio san­vin­cen­zi­no c’erano oltre 5 ettari di urban­iz­zazione abu­si­va. Non con­tento il Sin­da­co di San Vin­cen­zo fa capire che la vari­ante per con­sen­tire di urban­iz­zare rego­lar­mente le aree occu­pate abu­si­va­mente andrà avan­ti. Siamo di fronte ad un per­cor­so ammin­is­tra­ti­vo in cui gli stru­men­ti urban­is­ti­ci rin­cor­rono le lot­tiz­zazioni abu­sive per legit­ti­mar­le.
Sono seg­nali pre­oc­cu­pan­ti per­ché intac­cano prin­cipi fon­da­men­tali che le nos­tre ammin­is­trazioni cus­todis­cono sem­pre meno: la con­sapev­olez­za che il ter­ri­to­rio è un bene comune da piani­fi­care nell’esclusivo inter­esse pub­bli­co e che la legal­ità è un val­ore impre­scindibile per la democrazia e l’uguaglianza dei dirit­ti.
E questi seg­nali, purtrop­po, s’intensificano. È suc­ces­so così a Piom­bi­no, con l’accettazione di trasfor­mare in abitazioni il 40% del com­p­lesso tur­is­ti­co alberghiero di Pog­gio all’Agnello che rap­p­re­sen­ta un prece­dente des­ti­na­to ad avere effet­ti ben oltre i con­fi­ni comu­nali. Sem­pre a Piom­bi­no si accin­gono ad accettare acriti­ca­mente il cosid­det­to mas­ter­plan Afer­pi che, in nome del­la con­ti­nu­ità pro­dut­ti­va siderur­gi­ca, con­seg­na la cit­tà nelle mani di un solo impren­di­tore per mez­zo sec­o­lo. È suc­ces­so ora a San Vin­cen­zo con il malde­stro ten­ta­ti­vo di sanare un gigan­tesco abu­so urban­is­ti­co e edilizio. Altri fenomeni sim­ili sono in incubazione. Pen­si­amo alle cave dove, nonos­tante i proposi­ti enun­ciati, non ci sono seg­nali di riduzione delle escav­azione, ma ben­sì di aumen­to.
Anco­ra una vol­ta emerge la grav­ità di ciò che ha prodot­to lo sgre­to­la­men­to delle politiche ter­ri­to­ri­ali e del­la coop­er­azione tra le isti­tuzioni. La piani­fi­cazione coor­di­na­ta era una delle fun­zioni qual­i­f­i­can­ti del­la Val di Cor­nia. Pote­va esser­la anche quel­la del­la vig­i­lan­za ter­ri­to­ri­ale asso­ci­a­ta con economie di scala e mag­giore effi­ca­cia nei con­trol­li. Così non è sta­to. I nos­tri Comu­ni regre­dis­cono ver­so peri­colose derive munic­i­pali dove a dom­inare sono sem­pre più gli inter­es­si pri­vati, ora anche ille­gali, e sem­pre meno l’interesse pub­bli­co.

Comune dei Cit­ta­di­ni Campiglia
Assem­blea San­vin­cen­z­i­na
Un’altra Piom­bi­no
Assem­blea popo­lare Suvere­to

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