Interventi pacifici per sconfiggere il terrorismo

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 7 mar­zo 2016 — Nel quadro del­la gior­na­ta nazionale di mobil­i­tazione per la pace e con­tro la nuo­va guer­ra in Lib­ia, anche un grup­po di piom­bi­ne­si sarà pre­sente al pre­sidio pre­vis­to per saba­to prossi­mo 12 mar­zo, dalle 11 in poi, davan­ti all’in­gres­so prin­ci­pale del­la base mil­itare Usa di Camp Dar­by. Per chi intende parte­ci­pare, l’ap­pun­ta­men­to è fis­sato per quel giorno alle 8.30, al parcheg­gio anti­s­tante la portine­r­ia cen­trale delle acciaierie di Piom­bi­no: ci orga­nizzer­e­mo per andare insieme con le auto, riducen­do al min­i­mo con­sumo di car­bu­rante e inquina­men­to.
Nel­la preparazione del­l’in­combente, nuo­vo inter­ven­to in Lib­ia (come già in Afghanistan, Irak, Siria… e Lib­ia 2011), colos­sali inter­es­si eco­nomi­ci ( Eni in Lib­ia) si intrec­ciano con quel­li geopoliti­ci degli Usa e del­la Nato, per giun­ta peri­colosa­mente aggres­si­va nei con­fron­ti del­la Rus­sia, la quale pure non rap­p­re­sen­ta affat­to un qualche mod­el­lo di rifer­i­men­to. Ques­ta vol­ta il gov­er­no ital­iano si pro­pone nel ruo­lo di pro­tag­o­nista, prob­a­bil­mente anche per raf­forzare la pro­pria ambizione di ottenere un turno quale mem­bro non per­ma­nente del con­siglio di sicurez­za Onu. Invece, dilatare lo sce­nario bel­li­co libi­co sig­nifi­ca vedere aumentare il peso del califfa­to ter­ror­ista, il suo ruo­lo e la sua pre­sa su set­tori del mon­do islam­i­co, che pure ne è il pri­mo bersaglio per numero di vit­time. Sig­nifi­ca inoltre far crescere il numero di chi bus­sa dis­per­a­to alle porte delle fortez­za Europa, anche a segui­to dei dis­as­tri ambi­en­tali che la guer­ra aggra­va, vio­len­tan­do la madre ter­ra e gli esseri umani che la abi­tano.
Accan­to all’op­po­sizione sis­tem­at­i­ca, polit­i­ca ed eti­ca, alla guer­ra e all’e­cono­mia di guer­ra, indichi­amo alcune piste di inter­ven­to paci­fi­co per scon­fig­gere il ter­ror­is­mo, l’in­sen­sato orrore  del­la guer­ra e tut­ti i guer­ra­fondai che la fomen­tano:

  • insieme all’inizia­ti­va diplo­mat­i­ca, ital­iana ed euro­pea, sis­tem­ati­co e costante sosteg­no con­cre­to alle orga­niz­zazioni sociali demo­c­ra­tiche di basep­re­sen­ti nei teatri di guer­ra (es. l’as­so­ci­azione delle donne riv­o­luzionar­ie Rawa, in Afghanistan),
  • atti­vazione di cor­ri­doi uman­i­tari imme­diati (v. Siria),
  • rilan­cio deciso del­la coop­er­azione inter­nazionale — nel­la trasparen­za e dal bas­so, da comu­nità locale a comu­nità locale — a sosteg­no del­lo svilup­po auto­cen­tra­to dei popoli poveri,
  • con­trol­lo e pro­gres­si­va riduzione del com­mer­cio e del­la pro­duzione stes­sa di arma­men­ti: vedi ad esem­pio il tran­si­to delle bombe des­ti­nate all’Ara­bia sau­di­ta attra­ver­so il por­to di Piom­bi­no,
  • mis­ure di accoglien­za dei migranti in Europa, quali l’ab­bat­ti­men­to dei nuovi muri; in Italia, in par­ti­co­lare, l’ab­o­lizione del reato di clan­des­tinità e del cri­te­rio del con­trat­to di sog­giorno (arche­tipo del­la pre­ca­ri­età del lavoro e del­la vita), intro­ducen­do invece il per­me­s­so di sog­giorno per ricer­ca di lavoro,
  • svilup­po del dial­o­go inter­cul­tur­ale e inter­re­li­gioso  a tut­ti i liv­el­li, affer­man­do  la laic­ità del­la Repub­bli­ca nei con­fron­ti di tutte le con­fes­sioni, di anti­co o recente inse­di­a­men­to nel Paese.

Queste pro­poste di azione alter­na­ti­va all’in­ter­ven­to mil­itare chia­mano in causa la indis­pens­abile coeren­za fra il diver­so ruo­lo richiesto alla polit­i­ca e alle isti­tuzioni, da una parte e, dal­l’al­tra, i com­por­ta­men­ti per­son­ali: a tito­lo di esem­pio, acquistare prodot­ti del com­mer­cio equo e sol­i­dale; fare pic­coli gesti come quel­lo di qualche piom­bi­nese che, pur non poten­done acquistare con­tin­u­a­mente la mer­ce, por­ta in dono un po’ di frut­ta e ver­du­ra del pro­prio orto ai ven­di­tori immi­grati che sostano davan­ti ai super­me­r­cati.

Lavoro salute dig­nità  
Res­ti­amo umani 

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