Inuitili i sostegni economici solo per sopravvivere

· Inserito in Lavoro e lavori, Lettere
pervenuta in redazione

SUVERETO 1 luglio 2017 — La man­i­fes­tazione sin­da­cale del 29 giug­no ha por­ta­to in evi­den­za la grande dis­per­azione dei lavo­ra­tori del­la siderur­gia e dell’indotto, por­tan­doli fino al bloc­co dell’unico acces­so alla cit­tà di Piom­bi­no, cre­an­do for­ti dis­a­gi per chi ave­va bisog­no di entrare per vis­ite mediche, lavoro o altro e per chi dove­va uscire che è sta­to bloc­ca­to in cit­tà. Addirit­tura con grosso ris­chio di trascor­rere ore in auto sot­to il sole cocente, mag­a­ri con bam­bi­ni o vec­chi a bor­do. È del tut­to chiaro che questo tipo di man­i­fes­tazioni deb­bono creare dis­a­gi, questo è lo scopo altri­men­ti sareb­bero inutili. Ma quan­do si scende fino al pun­to di bloc­care l’unica stra­da del­la cit­tà, otte­ni­amo soltan­to di far montare la rab­bia dei cit­ta­di­ni e rischi­amo di far crol­lare di colpo tut­ta la sol­i­da­ri­età che negli anni ha sostenu­to la lot­ta e l’impegno del sin­da­ca­to e dei lavo­ra­tori.
Sono invece le isti­tuzioni e la polit­i­ca che deb­bono dare risposte con­crete, evi­tan­do sim­ili azioni ma dimostran­do conc­re­ta­mente che siamo di fronte ad impeg­ni seri per trovare alter­na­tive indi­vid­uan­do strade nuove per il lavoro, sen­za fer­mar­si alla riparten­za di un gigante — le acciaierie — che ha pie­di sem­pre più di argilla e che ad oggi non ha davvero dimostra­to di pot­er essere anco­ra il domani del nos­tro lavoro. Occor­re­va, e purtrop­po occorre anco­ra, una con­feren­za pro­gram­mat­i­ca del com­pren­so­rio che sap­pia pen­sare, con­frontar­si con tut­ti (orga­niz­zazioni dei lavo­ra­tori, di tut­to il mon­do del lavoro e dei servizi) con tut­ta la soci­età nel suo insieme, per pot­er guardare oltre, dall’agricoltura, al tur­is­mo ai servizi. Non pos­si­amo più aspettare chi non arri­va, spet­ta a tut­ti noi con­tribuire alla costruzione del nos­tro domani.
Non pos­si­amo con­tin­uare a sper­are in soluzioni che ad oggi non sono anco­ra chiare, forni elet­tri­ci o tipo gli impianti dell’agroalimentare, che oltre a non avere nes­suna certez­za su cosa chiede Rebrab, sem­bra che non abbiano nes­sun legame con le tante pro­duzioni di eccel­len­za del­la nos­tra agri­coltura. Ma quel­lo che è cer­to è che non pos­si­amo costru­ire il domani sen­za certez­za  con­tin­uan­do ad esasper­are le con­dizioni delle famiglie dei lavo­ra­tori, con sosteg­ni eco­nomi­ci che fan­no soprav­vi­vere ma non risolvono il bisog­no di lavoro che affligge anche Piom­bi­no e la Val di Cor­nia. Abbi­amo il por­to, sul quale vi sono molte giuste sper­anze, ma non pos­si­amo dimen­ti­care che il por­to dovrebbe essere al servizio del ter­ri­to­rio e delle sue pro­duzioni.
Allo­ra mi per­me­t­to di ril­e­vare che i lavo­ra­tori han­no bisog­no di sosteg­no e di sol­i­da­ri­età, ma ques­ta la potran­no con­tin­uare a trovare se sapran­no coin­vol­gere il ter­ri­to­rio e sapran­no inserire i loro bisog­ni, den­tro un prog­et­to che tut­ti insieme dob­bi­amo costru­ire, evi­tan­do esasper­azioni che rischi­ano di emar­ginare e di inde­bolire la protes­ta. Non si trat­ta di trovare un capro-espi­a­to­rio, o di fare muri con­tro qual­cuno, per­ché nes­suno ha lavo­ra­to per scon­fig­gere il lavoro, dob­bi­amo avere la capac­ità di rifug­gire dal­la facile dem­a­gogia e dob­bi­amo dare forza alla costruzione di pon­ti e politiche for­ti, indi­can­do strade per un lavoro che sap­pia guardare al futuro e sap­pia leg­gere il ter­ri­to­rio, per una reale sosteni­bil­ità per dare solid­ità al domani dei nos­tri gio­vani. Sono cer­to che così potremo dare un con­trib­u­to, tut­ti insieme, per una sosteni­bil­ità in una econo­mia forte e diver­si­fi­ca­ta.

Wal­ter Gasperi­ni

Commenta il post