Sono ipocrisia e servilismo a snaturare il Rivellino
PIOMBINO 16 giugno 2017 — Ci vuole una bella faccia tosta ad invocare il rispetto delle regole pur di sabotare la lotta dei lavoratori del Camping Cig. Le regole che vanno rispettate sono quelle sull’occupazione di un paio di metri di suolo pubblico o sulla sacralità del Rivellino.
Quando venne occupata la sala del consiglio comunale – con l’appoggio se non la guida del sindaco – non ricordiamo la medesima reazione.
Strano che le amministrazioni si siano dimostrate molto meno accorte nel far rispettare le “regole” che impedivano di trasformare 900 ettari di territorio comunale in una delle più grandi discariche a cielo aperto d’Italia.
Strano che non rientrino nella categoria delle “regole” gli accordi di programma siglati per garantire un futuro ad una città e diventati, nel giro di pochi mesi, carta straccia.
Quando e per chi varrebbero le “regole”? Pare evidente come la questione sia squisitamente politica: si può protestare solo in accordo e nelle forme stabilite dall’amministrazione, ovvero in modo da non disturbare né Rebrab né le istituzioni. Il Camping Cig, che ha da subito elaborato un’analisi lucida e lungimirante della crisi dell’area siderurgica, è scomodo, ingombrante e non controllabile.
Caratteristiche irricevibili per un’amministrazione che, senza temere il ridicolo, reagisce in modo scomposto dimostrando in un sol colpo la subalternità alle ragioni dell’inadempiente Cevital e alla gestione abborracciata della crisi portata avanti dalle istituzioni tutte. L’episodio dimostra anche il degrado della democrazia e della politica, poiché una classe dirigente, che in una fase storica così drammatica della propria comunità antepone formalismi irricevibili davanti a chi denuncia l’imminente morte economica e sociale della propria città, è fuori dalla storia e da ogni concetto politico di rappresentanza.
Persino culturalmente parlando, la vicenda è agghiacciante. Quale dovrebbe essere il significato per una comunità, quale il valore di un monumento storico se non quello di rappresentare la radice comune, l’elemento aggregante e fondativo dell’identità collettiva? Quando rischia di venir meno uno degli elementi principali attorno ai quali si è costruita l’identità collettiva della comunità piombinese e della Val di Cornia, un’amministrazione vagamente consapevole del proprio ruolo sarebbe fiera di veder rivivere la storia remota della propria comunità nella rivendicazione del diritto ad avere un futuro di lavoro e dignità per chi vive in questo territorio.
D’altra parte se ci fosse stata consapevolezza, le istituzioni sarebbero state da subito e senza esitazione a fianco dei lavoratori del Camping Cig ad occupare suolo pubblico e ad incatenare il Rivellino.
Comune dei Cittadini
Un’altra Piombino
Assemblea Sanvincenzina
Assemblea Popolare Suvereto
(Foto di Pino Bertelli)