L’ acciaio al piombo è pericoloso e non ci serve
PIOMBINO 14 febbraio 2019 — Tra qualche settimana Aferpi vorrebbe eseguire test di laminazione di acciai al piombo (Pb) al treno TMP per poi proseguire al treno a vergella (TVE). Sulla stampa è comparso un comunicato dei maggiori sindacati di fabbrica che riporta la rassicurante posizione aziendale sull’argomento.
Innanzi tutto va chiarito che i “valori di attenzione” e i “valori limite” del piombo aerodisperso e del piombo nel sangue (piombemia) indicati nella normativa italiana sono basati su conoscenze vecchie di 30/40 anni. Negli ultimi decenni è divenuta chiara l’importanza delle basse esposizioni: varie patologie possono insorgere per piombemie (protratte nel tempo) inferiori ai 10 mcg/dl, cioè piombemie prossime a quelle che si riscontrano nella popolazione generale. Oggi il problema è quindi ridurre ulteriormente le esposizioni della popolazione generale : è anacronistico e antiscientifico aggiungere altra esposizione sul lavoro. Il solo “rispetto delle norme vigenti” ( Dlgs 81/2008 e segg.) non protegge il lavoratore, in quanto il Pb si sta rivelando un tossico “senza soglia di sicurezza”, analogamente ai cancerogeni; anche considerando che, secondo la Associazione Internazionale per la Ricerca sul Cancro, il Pb è classificato nel gruppo 2A, cioè come “probabile cancerogeno per l’ uomo”.
A parziale correzione e integrazione di alcune informazioni riportate sulla stampa, precisiamo inoltre quanto segue.
- Il Pb si disperde in aria anche durante il processo di laminazione; certamente meno che non durante la fusione e il colaggio ma comunque in misura tale da poter determinare esposizioni nocive (particolarmente al TVE). La stessa ASL aveva, negli anni 80, effettuato campionamenti ambientali e biologici che dimostrano inequivocabilmente questa affermazione, se riletti alla luce delle più recenti conoscenze scientifiche. A Piombino non partiamo da zero: vanno richiesti alla ASL tutti i vecchi dati sulla laminazione degli acciai al piombo.
- Tra le misure di prevenzione elencate ne mancano alcune irrinunciabili: a) visite mediche preventive per escludere dalla esposizione i soggetti più sensibili al tossico; b) determinazione, nel sangue, del piombo e di almeno un “indicatore di effetto”, sia nella popolazione generale (per campionamento) sia nei lavoratori potenzialmente esposti, prima di iniziare il test ( cosiddetto “bianco”) e dopo un periodo presunta esposizione. Non è assolutamente sufficiente la determinazione del Pb nell’ aria per dare giudizi attendibili sulla esposizione.
- Prima di assumere qualsiasi decisione, oltre agli esperti aziendali e della ASL vanno sentiti anche esperti di fiducia dei lavoratori. Vanno fatte assemblee dei lavoratori nei reparti interessati, con la partecipazione degli esperti di cui sopra. Vanno illustrate non solo le norme vigenti in materia, ma anche le conoscenze scientifiche più recenti sulla tossicità del Pb.
La nostra opinione è chiara. In termini di prevenzione l’ atteggiamento corretto è quello di eliminare il Pb, per quanto possibile, dai cicli produttivi: in questo senso si stanno muovendo diverse istituzioni negli USA e in UE . Peraltro la lavorazione degli acciai al Pb riguarda una quota molto ridotta del mercato nazionale e non sarà certo determinante per la sorti di Aferpi.
In conclusione, l’ acciaio al piombo è pericoloso e non ci serve!
Coordinamento Art 1 – Camping CIG