La candidata del PD alla manifestazione non c’era
CAMPIGLIA MARITTIMA 25 febbraio 2019 — Facile in campagna elettorale parlare di termalismo, turismo, valorizzazione del territorio, agricoltura di qualità ecc … Il PD di Campiglia lo fa con una grande disinvoltura promettendo occupazione e qualità della vita.
In realtà l’amministrazione comunale in carica ha fatto ben altro. Ha promosso e condiviso la trasformazione di questo territorio in un polo nazionale per l’accumulo di rifiuti speciali e speciali pericolosi e nel distretto regionale delle cave.
La manifestazione del 23 a Piombino del Comitato di Salute Pubblica Piombino-Val di Cornia era l’occasione giusta per chiarire con quali obiettivi ci si candida a governare il territorio e la comunità. La candidata del PD di Campiglia, ovviamente, non c’era. Ha promosso e condiviso, come assessore e come rappresentante del PD, il percorso di RIMateria minando alla base occupazione e salute per tutti noi, ha promosso e condiviso l’individuazione della Val di Cornia come distretto regionale delle attività estrattive.
Nulla è stato fatto per l’avvio delle bonifiche del SIN di Piombino, necessario per garantire la salute e la qualità del nostro territorio e una significativa opportunità di rilancio occupazionale, nulla è stato fatto per potenziare i settori economici strategici per il rilancio dell’economia locale: agricoltura e agroindustria, piccola e media impresa, turismo legato alle risorse non riproducibili del nostro territorio, valorizzazione del patrimonio storico e paesaggistico e del sistema dei parchi.
RIMateria avrebbe dovuto essere lo strumento per avviare le bonifiche dell’immenso sito inquinato di Piombino. È stato invece lo strumento per tentare di ripianare la voragine di decine di milioni di euro creata dall’Asiu a discapito delle opportunità di lavoro e della salute dei cittadini.
Anziché progettare la conversione delle attività estrattive, in grave crisi strutturale, il PD si è dato un gran daffare per accreditare la Val di Cornia come distretto regionale delle cave prorogando senza limiti temporali le escavazioni sul versante sud di Monte Calvi. I titolari di quella cava si propongono ora di collegarla con una nuova grande cava sul versante nord, nel Comune di San Vincenzo, e con la cava di San Carlo per la quale anche la Solvay chiede ampliamenti creando così un unico immenso fronte cava.
Questo perché chi ha amministrato sino ad oggi non ha pensato all’interesse pubblico ma a garantire alcuni interessi particolari, impoverendo la comunità e favorendo un processo di scadimento del rapporto tra istituzioni e cittadini.
Questi processi oggi subiscono un’accelerazione perché il PD, temendo di essere sconfitto alle amministrative, vuol rendere irreversibili i processi di degrado del territorio e di impoverimento della comunità. Stanno facendo terra bruciata, stanno avvelenando i pozzi del nostro futuro.
Per questo oggi, l’impegno di tutti è ancora più importante. Sono rimasti ancora i margini per cambiare il destino di questo territorio, il nostro progetto è l’unico che possa farlo.
(Foto di Pino Bertelli)