DSTRETTO DELLE CAVE E POLO RIFIUTI: STANNO FACENDO TERRA BRUCIATA

La candidata del PD alla manifestazione non c’era

· Inserito in News dal territorio
Nicola Bertini

CAMPIGLIA MARITTIMA 25 feb­braio 2019 — Facile in cam­pagna elet­torale par­lare di ter­mal­is­mo, tur­is­mo, val­oriz­zazione del ter­ri­to­rio, agri­coltura di qual­ità ecc … Il PD di Campiglia lo fa con una grande dis­in­voltura promet­ten­do occu­pazione e qual­ità del­la vita.
In realtà l’amministrazione comu­nale in car­i­ca ha fat­to ben altro. Ha pro­mosso e con­di­vi­so la trasfor­mazione di questo ter­ri­to­rio in un polo nazionale per l’accumulo di rifiu­ti spe­ciali e spe­ciali peri­colosi e nel dis­tret­to regionale delle cave.
La man­i­fes­tazione del 23 a Piom­bi­no del Comi­ta­to di Salute Pub­bli­ca Piom­bi­no-Val di Cor­nia era l’occasione gius­ta per chiarire con quali obi­et­tivi ci si can­di­da a gov­ernare il ter­ri­to­rio e la comu­nità. La can­di­da­ta del PD di Campiglia, ovvi­a­mente, non c’era. Ha pro­mosso e con­di­vi­so, come asses­sore e come rap­p­re­sen­tante del PD, il per­cor­so di RIMa­te­ria minan­do alla base occu­pazione e salute per tut­ti noi, ha pro­mosso e con­di­vi­so l’individuazione del­la Val di Cor­nia come dis­tret­to regionale delle attiv­ità estrat­tive.
Nul­la è sta­to fat­to per l’avvio delle boni­fiche del SIN di Piom­bi­no, nec­es­sario per garan­tire la salute e la qual­ità del nos­tro ter­ri­to­rio e una sig­ni­fica­ti­va oppor­tu­nità di rilan­cio occu­pazionale, nul­la è sta­to fat­to per poten­ziare i set­tori eco­nomi­ci strate­gi­ci per il rilan­cio dell’economia locale: agri­coltura e agroin­dus­tria, pic­co­la e media impre­sa, tur­is­mo lega­to alle risorse non ripro­ducibili del nos­tro ter­ri­to­rio, val­oriz­zazione del pat­ri­mo­nio stori­co e pae­sag­gis­ti­co e del sis­tema dei parchi.
RIMa­te­ria avrebbe dovu­to essere lo stru­men­to per avviare le boni­fiche dell’immenso sito inquina­to di Piom­bi­no. È sta­to invece lo stru­men­to per tentare di rip­i­anare la vor­agine di decine di mil­ioni di euro cre­a­ta dall’Asiu a dis­capi­to delle oppor­tu­nità di lavoro e del­la salute dei cit­ta­di­ni.
Anziché prog­ettare la con­ver­sione delle attiv­ità estrat­tive, in grave crisi strut­turale, il PD si è dato un gran daf­fare per accred­itare la Val di Cor­nia come dis­tret­to regionale delle cave pro­ro­gan­do sen­za lim­i­ti tem­po­rali le escav­azioni sul ver­sante sud di Monte Calvi. I tito­lari di quel­la cava si pro­pon­gono ora di col­le­gar­la con una nuo­va grande cava sul ver­sante nord, nel Comune di San Vin­cen­zo, e con la cava di San Car­lo per la quale anche la Solvay chiede ampli­a­men­ti cre­an­do così un uni­co immen­so fronte cava.
Questo per­ché chi ha ammin­is­tra­to sino ad oggi non ha pen­sato all’interesse pub­bli­co ma a garan­tire alcu­ni inter­es­si par­ti­co­lari, impov­eren­do la comu­nità e favoren­do un proces­so di scadi­men­to del rap­por­to tra isti­tuzioni e cit­ta­di­ni.
Questi pro­ces­si oggi subis­cono un’accelerazione per­ché il PD, temen­do di essere scon­fit­to alle ammin­is­tra­tive, vuol ren­dere irre­versibili i pro­ces­si di degra­do del ter­ri­to­rio e di impov­er­i­men­to del­la comu­nità. Stan­no facen­do ter­ra bru­ci­a­ta, stan­no avve­le­nan­do i pozzi del nos­tro futuro.
Per questo oggi, l’impegno di tut­ti è anco­ra più impor­tante. Sono rimasti anco­ra i mar­gi­ni per cam­biare il des­ti­no di questo ter­ri­to­rio, il nos­tro prog­et­to è l’unico che pos­sa far­lo.

(Foto di Pino Bertel­li)

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