La cassa integrazione che viene e quella che va
PIOMBINO 15 gennaio 2018 – Le ultime decisioni del Ministero del lavoro e della Regione Toscana sulla cassa integrazione straordinaria in Val di Cornia prese tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 inducono a qualche riflessione. Esse riguardano l’ annullamento del trattamento di cassa integrazione straordinario già concesso alla Cooperativa Lavoratori Ausiliari del Traffico L.A.T. (COOPLAT) e alla Serenissima Ristorazione spa presso le Acciaierie e Ferriere di Piombino spa da un lato, la concessione di cassa integrazione straordinaria in area di crisi industriale complessa a favore di Bertocci Montaggi srl dal 18 novembre 2017 al 17 novembre 2018 per un massimo di 33 unità lavorative dall’altro (nella foto a sinistra il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il viceministro al Ministero dello sviluppo economico Teresa Bellanova, ndr).
A quest’ultima è stato concesso il trattamento di integrazione salariale straordinaria riservato alle imprese operanti in un’area di crisi industriale complessa (il decreto ministeriale, nel linguaggio incomprensibile tipico delle normative italiane, dice: «…VISTA l’istanza della ditta indicata nel dispositivo tendente ad ottenere la concessione del trattamento di integrazione salariale straordinaria previsto dall’articolo 44, comma 11-bis, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148, riservato alle imprese operanti in un’area di crisi industriale complessa riconosciuta alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 24 settembre 2016, n. 185, ai sensi dell’art. 27 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, per il periodo dal 01/07/2017 al 30/06/2018…»).
Alle altre due imprese è stato revocato un provvedimento che la cassa integrazione straordinaria aveva già concesso.
Al di là delle differenze normative e giuridiche tra le quali è difficile districarsi rimane il fatto che non si capisce più chi abbia diritto alla cassa integrazione straordinaria tradizionale, chi abbia diritto all’ “ammortizzatore” che significa cassa integrazione agli stessi valori del contratto di solidarietà (come è successo per i dipendenti di Aferpi e Piombino Logistics), chi abbia diritto alla cassa integrazione straordinaria riservata alle imprese in area di crisi industriale complessa. È un’ulteriore dimostrazione del fallimento del jobs act che, approvato per sostituire gli ammortizzatori sociali con politiche attive del lavoro, non ha rese stabili queste e ha complicato il panorama delle politiche passive di cui la cassa integrazione è un esempio. Del resto chi può dimenticare che nel 2015 in Italia il 73 per cento della spesa complessiva per le politiche del lavoro veniva rivolto a politiche assistenziali di supporto al reddito, percentuale simile alla Spagna ma ben al di sopra a quella della Germania dove si fermava a quota 53 per cento.
E così si sono accentuate le disparità di trattamento tra lavoratori di imprese diverse e tra lavoratori licenziati e coloro che, soprattutto giovani, al primo lavoro non sono ancora arrivati.