La chiamano riorganizzazione…
CAMPIGLIA 26 gennaio 2017 — Sono sconcertati e arrabbiati i genitori dei bambini dell’asilo di Campiglia, struttura destinata a chiudere i battenti dal prossimo anno scolastico. La scorsa settimana, le famiglie dei piccoli alunni hanno ricevuto una lettera dell’amministrazione comunale che annunciava la decisione di chiudere la struttura, i genitori hanno partecipato a una riunione informativa durante la quale l’assessore preposto ha spiegato il motivo della decisione,parlando di «scelta difficile ma obbligata». Per motivi organizzativi, logistici e economici, si chiede ai genitori l’accorpamento in altre scuole, andando a risparmiare sulla pelle dei bambini, l’annuncio è stato una doccia gelata soprattutto per i bambini che il prossimo anno dovranno frequentare ancora l’asilo. Il paradosso vuole che siano stati accettati dei nuovi inserimenti, promuovendo il plesso per poi poco dopo annunciarne la chiusura, rischiando la destabilizzazione del bambino stesso. È assurdo togliere un servizio essenziale per le famiglie; tra l’altro questa struttura è molto apprezzata dai genitori ai quali purtroppo non è stato lasciato margine di manovra. Questa scelta, se confermata, andrebbe a penalizzare ulteriormente le donne e le famiglie di Campiglia che già soffre una pesante carenza di servizi.
I bambini che frequentano un buon servizio ottengono migliori risultati a scuola e abbandonano meno frequentemente gli studi, l’asilo risulta essere uno dei migliori luoghi di integrazione per le persone con fragilità sociali, sia in termini di risultati che di efficienza nell’utilizzo delle risorse economiche da parte di chi organizza il servizio. In quest’ottica crediamo si possa e si debba prestare molta attenzione alla salute delle scuole materne, in quanto importanti equalizzatori sociali, capaci di sostenere le donne, la crescita demografica, quella economica e sopratutto capaci di migliorare il benessere del bambino. Ma tutto questo pare non essere di primaria importanza per questa amministrazione, che, con troppa facilità, chiude i battenti da un lato e le riapre tranquillamente da un altro. Stessa sorte anche all’asilo delle Coltie di Venturina, frutto tra l’altro di un bellissimo progetto di giardinaggio. Tutto ciò che chiude è difficile che riapra e ciò che è nato abbassando la qualità sarà difficilmente migliorabile in corso d’opera. Per mantenere in vita i servizi e avere un alto standard qualitativo è necessario un investimento economico, ma l’amministrazione preferisce fare altre scelte, risparmiando sulla cultura penalizzando il futuro di tutti. Crediamo poi sia altrettanto urgente un’ampia campagna di sensibilizzazione sull’utilità e la necessità dei servizi, farli conoscere è fondamentale per poterli tutelare, ma crediamo anche che l’amministrazione, che spesso legifera rispetto al settore, dovrebbero avviare un serio dibattito e un percorso conoscitivo rispetto alla questione. Capirne le difficoltà e coglierne l’importanza sono questioni altrettanto urgenti quanto quelle di reperimento di nuove risorse economiche. Il borgo di Campiglia che viene privato anche della sua piccola ed accogliente scuola materna sarà l’ennesima sconfitta per la cittadinanza tutta, ma anche il fallimento di un’amministrazione poco attenta alle esigenze dei propri cittadini.
Daniele Fioretti e Cristina Chesi M5S Campiglia